I mercati finanziari sono davvero manipolabili?

David Pascucci

23 Marzo 2023 - 07:18

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I mercati sono manipolabili? Alcuni scandali recenti ci aiutano a capire perché non è possibile manipolare i mercati finanziari.

I mercati finanziari sono davvero manipolabili?

Una convinzione tanto forte quanto controversa quella per cui le banche e le grandi istituzioni finanziarie riuscirebbero a manipolare i mercati finanziari, una vera e propria “leggenda” che aleggia nel mondo del trading retail e che serve sostanzialmente a giustificare diversi errori che si compiono sia in sede di analisi del mercato, sia per quanto riguarda l’operato dei trader stessi. Solitamente, l’espressione “i mercati sono manipolati” viene pronunciata da chi fa parte del così detto “parco buoi”, ossia quell’insieme di piccoli operatori che sistematicamente viene demolito da grandi cambiamenti di sentiment del mercato.

La manipolazione del mercato, “le mani forti” del mercato che andrebbero a decidere le sorti dell’andamento di uno strumento finanziario, sono tutte dicerie che dovrebbero essere dimostrate e che sistematicamente non trovano alcuna dimostrazione se non in alcuni scandali avvenuti nel passato e che riguardavano sostanzialmente mercati ai quali i trader retail non hanno il minimo accesso.

Andiamo a vedere quindi alcuni esempi storici di manipolazione del mercato e come questi siano entrati a gamba tesa nelle non corrette convinzioni degli operatori retail.

Manipolazione di mercato, lo scandalo del Libor

Il Libor è l’equivalente britannico dell’Euribor, ossia un tasso di interesse relativo agli scambi interbancari che avvengono in overnight (ossia in una fascia oraria notturna) e rigorosamente a mercati chiusi. Questo mercato prevede che alle 11 del mattino di ogni giorno le banche stabiliscano un tasso di interesse per lo scambio di liquidità tra banche, generalmente minore rispetto al tasso di riferimento della banca centrale. Questo meccanismo consente alle banche di rispettare gli obblighi di riserva, elemento cardine per la solvibilità di una banca.

Tra il 2005 e il 2009, un pool di banche in Inghilterra avrebbe manipolato il tasso di interesse, il cui “prezzo” non viene stabilito dai classici criteri di domanda e offerta, bensì da un fixing, ossia da una stima che la banca esprime alla comunicazione del tasso. In pratica, è molto difficile stabilire se c’è stata manipolazione su una stima rispetto al dimostrare una manipolazione di un mercato dove sono presenti domanda e offerta.

Sono poi emerse delle e-mail e telefonate tra manager e trader delle banche, delle documentazioni che hanno fatto presumere ci fosse stata una manipolazione del Libor, uno scandalo che ha portato un colosso come Barclays a pagare una multa da circa 450 milioni di dollari e che ha coinvolto nelle indagini anche altre banche, colossi del mondo finanziario come Citigroup, RBS, Ubs, Deutsche Bank e altre banche d’affari.

Lo scandalo del 2013 sul Forex

Uno scandalo che ha coinvolto il più grande mercato al mondo in termini di volumi e per definizione un mercato che “non si può regolamentare”, il Forex. La vicenda ha coinvolto molti trader di grandi banche d’affari inseriti in alcune chat chiamate “the Cartel”, “the Bandits Club”, “The Mafia”, denominazioni che, di fatto, anticipavano già il contenuto delle stesse.

Nelle suddette chat i trader di queste grandi banche si scambiavano informazioni circa il volume e i prezzi degli ordini dei loro clienti, provocando così delle vere e proprie asimmetrie informative sulle quali potevano facilmente lucrare, un vero e proprio conflitto di interessi.

Gli enti di regolamentazione hanno stabilito che tra il 2008 e il 2013 i trader di queste banche hanno avuto una condotta scorretta in termini di pricing degli strumenti e nei confronti della “confidenzialità” delle informazioni degli ordini dei propri clienti. Le multe che ne sono derivate hanno toccato i 10 miliardi di dollari e hanno coinvolto grandi gruppi bancari che fanno parte (o hanno fatto parte) della “Bulge Bracket” come Ubs, Hsbc, RBS, Citibank, JpMorgan, BofA e Barclays.

Il caso «Spoofing» di JpMorgan del 2020

La grande banca d’affari JpMorgan si è ritrovata a pagare 920 milioni di dollari di multa per aver manipolato i prezzi dei futures sui metalli preziosi e sul mercato dei treasuries americani. I trader di JpMorgan avrebbero utilizzato una strategia di trading scorretta chiamata “spoofing” che consiste nell’immettere ordini di grandi dimensioni da un lato, sia della domanda o dell’offerta, per poi toglierli nel momento opportuno al fine di spostare le quotazioni di mercato.

Questa tattica è prettamente utilizzata in un tipo di trading che potremmo definire “scalping”, o trading di brevissimo termine, una tattica ovviamente scorretta e che rientra appieno nelle pratiche di “market manipulation” punite dai regolatori internazionali.

Il mito del «mercato manipolato»

Questi appena descritti gli scandali più eclatanti degli ultimi anni che hanno coinvolto grandi gruppi bancari, coloro che effettivamente risultano essere le “mani forti” del mercato. In questo contesto dobbiamo analizzare quanto accaduto e vedere effettivamente se questa manipolazione del mercato coincide con le credenze dei trader retail.

Il primo scandalo, quello del Libor, è il più importante in termini di grandezza del mercato, al quale hanno accesso solamente i grandi gruppi bancari e che il trader retail, a livello operativo, neanche considera.

Il secondo scandalo ha riguardato principalmente le grandi banche e le loro controparti che solitamente muovono volumi che un trader retail non potrebbe sostenere così facilmente e ha coinvolto principalmente lo sfruttamento di informazioni contro i clienti stessi.

Il terzo scandalo riguarda direttamente il mercato al quale hanno accesso anche moltissimi trader retail, ma di fatto la manipolazione riguarda principalmente il brevissimo termine e non consente minimamente di manipolare le quotazioni nel lungo periodo.

In sostanza, le mani forti del mercato non possono determinare la direzione del mercato nel lungo periodo per una questione di numerosità degli operatori. Oltre alle banche abbiamo i grandi hedge funds, i fondi di investimento (sicav, fondi pensione, ecc.), i grandi family office, le grandi società di trading. Inoltre, la maggior parte delle banche, dopo il 2008, non può più fare trading proprietario ma solamente limitarsi a fare quello che viene definito “market making”, ossia fare da controparte ai propri clienti.

Inoltre, i mercati finanziari sono altamente concorrenziali e regolamentati e per definizione non manipolabili, pertanto la diceria “i mercati sono manipolati” appare essere solamente una scusa che utilizzano gli operatori per giustificare la propria incapacità e scarsità di risultati.

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