Cambiare strada e ricominciare da capo è possibile. Lo sa bene l’imprenditore Chris Kirby, che a 26 anni ha lasciato la sua occupazione sicura per sviluppare una startup da 50 milioni di dollari.
Sentirsi smarriti a vent’anni è una sensazione comune e, soprattutto, normale. Dopo la fine della scuola, capita spesso di intraprendere un percorso e, dopo un po’ di tempo, rendersi conto che non è la strada giusta. Ma ricominciare da zero spaventa. Eppure, a volte il segreto è proprio quello di lasciarsi tutto alle spalle e ripartire.
La storia di Chris Kirby comincia proprio così. A 26 anni, l’imprenditore statunitense decide di abbandonare la vita da ristoratore e torna a casa a vivere con i genitori. Un apparente “passo indietro” che, alla fine, lo porterà a sviluppare un’idea da 50 milioni di dollari.
La storia di Chris Kirby, fondatore di Ithaca Hummus
Dopo anni passati a lavorare in cucina, Chris Kirby si sentiva frustrato e insoddisfatto. La maggior parte della sua vita era dedicata al lavoro, mentre i pochi momenti liberi finivano “buttati” al bar, buttando giù drink per scaricare la tensione.
La vita scorreva sempre uguale. Poi, un giorno, Kirby decise che non ce la faceva più. Lasciò il lavoro, la casa e scappò dalla metropoli di Austin, in Texas, per tornare a casa dei genitori nel Maryland, dove decise di iscriversi “tardi” al college con un obiettivo ben preciso: inventare un brand culinario che facesse la differenza. E alla fine, ci riuscì.
La strategia di successo di Ithaca Hummus
Dopo essere stato ammesso all’Università Cornell a Ithaca, nello stato di New York, Kirby aveva già in mente una strategia chiara. L’imprenditore in erba avrebbe venduto al mercato contadino del luogo il suo nuovo e originale marchio di hummus, una celebre salsa di origine mediorientale a base di ceci cotti, tahina (crema di semi di sesamo), aglio, succo di limone e olio d’oliva.
Nonostante le difficoltà di avviare un’attività in proprio – in particolare da studente universitario – Kirby riuscì a gestire la produzione in modo efficiente, grazie anche al costo relativamente basso degli ingredienti necessari alla ricetta.
Le spese principali furono quelle per il frullatore a immersione, dal costo di 450 dollari, a cui si aggiunsero altre poche centinaia per l’acquisto di pentole per la cottura dei ceci. Dato il prezzo elevato (circa 1000 dollari) di un estrattore industriale, Kirby decise di spremere i limoni a mano.
Per ottimizzare al meglio la sua startup, l’imprenditore decise di organizzare tutte le lezioni al mattino presto, così da liberarsi entro mezzogiorno e dedicare il resto della giornata alla produzione dell’hummus. Anche in aula, Kirby approfittava spesso delle ore di lezione per occuparsi delle pratiche amministrative. Nei fine settimana, poi, portava i suoi prodotti al mercato contadino, impegnandosi a farli conoscere e vendere al maggior numero possibile di clienti.
Pur lavorando con ritmi molto più intensi e faticosi rispetto alla ristorazione, per Kirby questa volta l’esperienza era profondamente diversa: stava investendo nella sua visione personale, con la volontà chiara di trasformare un prodotto artigianale in un marchio capace di raggiungere il mercato di massa senza perdere autenticità.
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Il consolidamento del brand sul mercato
Al momento della laurea, il progetto di Kirby iniziò a decollare sul serio. Si affidò a un co-packer - un servizio di confezionamento di prodotti affidato a terzi - per aumentare la produzione e iniziò a espandersi gradualmente nei negozi e nei ristoranti dello stato di New York.
La breve durata del prodotto - l’hummus scade dopo circa 5 giorni - limitava l’espansione rapida negli altri stati, ma questa difficoltà si rivelò un vantaggio. Invece di puntare subito all’allargamento geografico, Kirby e il suo team scelsero di adottare un approccio lungimirante, puntando sul rafforzamento del brand nei territori già consolidati.
La strategia funzionò - anche troppo. Il marchio crebbe così velocemente che la domanda arrivò presto a superare la capacità produttiva. L’azienda fu quindi costretta a rifiutare l’ingresso in grandi catene statunitense come Target, Walmart, Costco e Kroger, consapevole di non essere ancora pronta a sostenere volumi di quella portata.
Una società indipendente
Nonostante le numerose offerte di investitori e venture capitalist, Kirby ha scelto di mantenere Ithaca Hummus una società indipendente. L’obiettivo, dopo dieci anni, è sempre lo stesso: mantenere il successo a lungo termine del marchio, senza concentrarsi sulle prospettive di guadagno immediato. Accettare capitali da gruppi non perfettamente allineati, infatti, avrebbe potuto compromettere la stabilità dell’azienda.
Secondo i documenti visionati dalla testata statunitense CNBC, quest’anno Ithaca Hummus dovrebbe superare i 50 milioni di dollari di ricavi. L’azienda propone dieci varianti vendute a un prezzo medio di circa 7 dollari (circa 6 euro).
Le ambizioni per il futuro sono chiare: diventare il marchio di hummus più importante e conosciuto degli Stati Uniti. Un traguardo che, secondo Kirby, può essere raggiunto mantenendo la stessa strategia vincente che, da oltre dieci anni, lo ha reso un imprenditore multimilionario.
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