Sono 11 i Paesi che non tassano le criptovalute, negli altri le aliquote sono variabili e arrivano fino al 50%. L’Italia si colloca poco oltre la media Europea. Vediamo nel dettaglio.
Esistono dei veri e propri paradisi fiscali per le criptovalute e in ben 11 Paesi, di cui 5 in Europa, non si pagano le tasse. In altri Stati, invece, l’aliquota arriva anche al 50%.
L’Italia si colloca poco oltre la media europea (20%) con il 26%, ma ci si prepara all’aumento al 33% previsto per il 2026.
La classifica della tassazione emerge dal trentasettesimo rapporto Eurispes, pubblicato lo scorso 29 maggio per quel che riguarda le criptovalute.

Tassazione criptovalute, i Paradisi fiscali europei
Sono 11 i Paesi nel mondo che non applicano tassazione delle plusvalenze da criptovalute e 5 si trovano in Europa. Nel vecchio continente il quadro fiscale per le cripto attività non è affatto omogeneo e si passa da Paesi che non applicano nessuna imposta a Paesi come Germania e Danimarca dove le aliquote sono al 50%.
Questi sono gli estremi di un quadro fiscale variegato dove nel mezzo si trovano Paesi che applicano sistemi forfettari, progressivi e fissi con un’aliquota media che è di circa il 20%.
Malta, Cipro, Lussemburgo, Belgio ed Estonia sono i paradisi fiscali europei per le criptovalute: in questi cinque Paesi non è prevista nessuna imposta sulle plusvalenze delle criptoattività.
I Paesi che applicano sistemi forfettari sono i Paesi Bassi al 33%, la Francia e la Svezia al 30% e la Bulgaria al 10%. I sistemi progressivi sono applicati in Repubblica Ceca che prevede una tassazione al 15% fino a 70.000 euro e al 23% per quello che eccede questa soglia.
Nella seguente tabella riassumiamo quella che è la tassazione prevista in Europa per le criptovalute.
PAESE | TASSAZIONE CRIPTOVALUTE |
---|---|
Malta | 0% |
Cipro | 0% |
Belgio | 0% |
Lussemburgo | 0% |
Estonia | 0% |
Bulgaria | 10% |
Repubblica Ceca | dal 15% al 23% |
Italia | 26% (dal 2026 passa al 33%) |
Francia | 30% |
Svezia | 30% |
Paesi Bassi | 33% |
Germania | 50% |
Danimarca | 50% |
Media europea | 20% |
Gli altri Paradisi fiscali nel mondo
Non solo i 5 Paesi europei sopra elencati non prevedono una tassazione sulle criptovalute, ma anche Brunei, Hong Kong, Malesia, Singapore, Panama, El Salvador applicano un’aliquota allo 0%. In Indonesia e Vietnam applicano una tassazione che oscilla tra lo 0 e il 5%.
Come funziona la tassazione nel resto del mondo?
Visti quelli che sono i paradisi fiscali per le criptovalute e viste le aliquote applicate in Europa, come sono tassate le criptoattività nel resto del mondo?
In Nord America le crypto sono assoggettate a imposte progressive: in Canada la tassazione varia, in base a reddito e provincia, dal 15% al 50%. Negli Stati Uniti, dove le criptovalute sono considerate come una proprietà, ogni transazione che genera una plusvalenza è assoggettata a una aliquota che varia dal 15% al 37%.
L’Asia, con l’esclusione dei paradisi fiscali sopra citati (Brunei, Hong Kong, Malesia, Singapore, Indonesia e Vietnam), la tassazione è abbastanza alta con il Giappone che applica un’imposizione fino al 45%, mentre Taiwan che impone un’aliquota del 40% e l’India prevede una tassazione del 30%. In Cina non è c’è tassazione, ma va considerato che qui acquistare e vendere criptovalute è vietato.
Per finire in America Latina si assiste a uno situazione fiscale molto variegata. Come abbiamo sottolineato Panama ed El Salvador non prevedono imposizione fiscale e negli altri Paesi sono previste le seguenti aliquote:
- Cile: aliquota progressiva fino al 40%;
- Perù: aliquota progressiva dal 5% al 30%;
- Messico, Bolivia, Brasile, Argentina e Costa Rica applicano una flat tax al 15%;
- Colombia: tassazione al 10%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA