Giustizia, come può cambiare la legge Severino: ecco cosa farà il governo

Alessandro Cipolla

12 Dicembre 2022 - 10:19

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Il ministro Nordio ha spiegato come potrebbe agire il governo Meloni sulla giustizia: modifiche alla legge Severino e riforma dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze.

Giustizia, come può cambiare la legge Severino: ecco cosa farà il governo

Non sarà una vera e propria riforma della giustizia, ma il governo Meloni nei prossimi mesi potrebbe intervenire modificando alcuni reati e rivedendo quelli che sono gli attuali dettami della legge Severino, già oggetto del referendum fallito dello scorso giugno.

In una intervista rilasciata al Corriere della Seria, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha elencato su quali temi il governo potrebbe intervenire mentre, per quanto riguarda la spinosa questione della separazione delle carriere, i tempi dovrebbero essere più lunghi visto che si tratterebbe di una riforma costituzionale.

Il guardasigilli così ha aperto a una modifica della legge Severino, con i condannati in primo grado che potrebbero tornare a essere candidabili, oltre a una revisione dei reati di abuso d’ufficio e di traffico di influenze.

Proposte queste di Nordio che potrebbero trovare la sponda anche di una parte dell’opposizione, vedi terzo polo e Pd, mentre il Movimento 5 Stelle ha parlato di un possibile colpo di spugna verso i reati commessi dai colletti bianchi.

Modifiche che arriverebbero in contemporanea con il fiume di denaro del Pnrr, sul quale la criminalità organizzata da tempo ha messo gli occhi, con il rischio denunciato dai critici che sarebbe quello di una sorta di impunità per chi sarà chiamato a gestire i fondi pubblici.

Riforma della giustizia: cosa vuole fare Nordio

Da quando è in carica il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato uno dei componenti dell’esecutivo che più ha fatto parlare di sé, a iniziare con il decreto Rave da molti contestato come eccessivamente duro.

Per il resto Nordio sembrerebbe voler confermare la sua etichetta di garantista, con le dichiarazioni fatte al Corriere della Sera su come vorrebbe riforme la giustizia che sembrerebbero andare proprio in questa direzione.

Oltre a una possibile stretta sulle intercettazioni devono essere uno strumento di indagine e non una prova”, il guardasigilli durante l’intervista ha parlato anche di possibili modifiche alla legge Severino.

Occorre far sì che la norma sull’incandidabilità non venga applicata ai condannati in primo grado - ha spiegato Nordio -. In primo grado sì. Altrimenti la norma confliggerebbe con la presunzione di innocenza. L’incandidabilità dovrebbe scattare dalla sentenza di appello in poi”.

Inoltre il ministro della Giustizia ha sottolineato di aver ricevuto“sollecitazione dall’Anci, e l’apertura del Pd, per abolire o modificare radicalmente abuso d’ufficio e traffico di influenze”, due reati questi da tempo contestati da amministratori e buona parte della politica.

Insomma, pugno duro e carcere fino a sei anni per chi organizza una festa illegale e iper-garantismo verso i colletti bianchi: il modo in cui il ministro Carlo Nordio vuole riformare la giustizia appare destinato a far discutere a lungo.

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