Pensione, vitalizio e patrimonio di Gianfranco Fini: ecco cosa fa oggi l’ex leader di Alleanza Nazionale, riapparso in TV e intervistato su La7 da Lilli Gruber.
Gianfranco Fini è stato uno dei protagonisti indiscussi della politica italiana della cosiddetta Seconda Repubblica. Da giovane militante del Movimento Sociale Italiano fino a presidente della Camera dei Deputati e ministro degli Esteri, il suo percorso politico è stato costellato di svolte epocali, vittorie ma anche rovesci inattesi. Figura controversa, capace di trasformare il vecchio MSI in una forza di governo con la nascita di Alleanza Nazionale, Fini ha segnato con la sua leadership un’intera stagione del centrodestra italiano, anche come sostenitore dell’era Berlusconi.
Negli ultimi anni, però, il suo nome è tornato alla ribalta soprattutto per vicende giudiziarie e per il dibattito sul suo vitalizio parlamentare, oltre a qualche comparsata in TV e interviste qua e là. Cerchiamo di capire meglio cosa fa oggi e a quanto ammontano patrimonio, vitalizio e pensione.
Chi è Gianfranco Fini? La biografia dell’ex leader di Alleanza Nazionale
Gianfranco Fini nasce a Bologna il 3 gennaio 1952. Dopo la laurea in Pedagogia, inizia presto la sua militanza politica nel Movimento Sociale Italiano (MSI), partito erede della tradizione neofascista italiana. La sua carriera politica decolla rapidamente: nel 1983 viene eletto deputato, carica che manterrà ininterrottamente fino al 2013. Nel corso degli anni Fini si afferma come figura di riferimento del MSI, fino a diventarne segretario nazionale - nella sua destra missina sorgerà anche l’attuale premier Giorgia Meloni.
La vera svolta arriva nel 1995, con il congresso di Fiuggi: qui Fini guida la trasformazione del MSI in Alleanza Nazionale (AN), un partito che si propone di archiviare definitivamente il passato neofascista e collocarsi stabilmente nel centrodestra di governo. Questa mossa segna il punto più alto della sua carriera politica: AN diventa una delle colonne portanti delle coalizioni guidate da Silvio Berlusconi.
Con l’ascesa di AN, Fini ottiene incarichi di grande prestigio: nel 2004 viene nominato ministro degli Esteri nel governo Berlusconi II, mentre dal 2008 al 2013 ricopre il ruolo di presidente della Camera dei Deputati, una delle cariche istituzionali più importanti del Paese.
Nel 2010, dopo anni di alleanza con Berlusconi, decide di rompere con il leader di Forza Italia fondando Futuro e Libertà per l’Italia (FLI). Il nuovo partito, però, non riesce a radicarsi: alle elezioni del 2013 raccoglie appena lo 0,4% dei voti, sancendo di fatto la fine della carriera politica attiva di Fini.
Una curiosità? Fini è un grande tifoso della Lazio.
Gianfranco Fini oggi: ecco cosa fa il politico in pensione
Di fatto, oggi Gianfranco Fini è in pensione: non ricopre alcun incarico politico e non è iscritto a nessun partito. Dopo la débâcle elettorale del 2013 con Futuro e Libertà, si è ritirato dalla scena politica attiva, dedicandosi alla vita privata. Negli ultimi anni è tornato al centro dell’attenzione mediatica soprattutto per le vicende giudiziarie legate all’appartamento di Montecarlo.
Nel 2024, infatti, il Tribunale di Roma lo ha condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per riciclaggio in relazione alla controversa vendita dell’immobile lasciato in eredità ad Alleanza Nazionale dalla contessa Colleoni. Nella stessa vicenda sono state condannate anche la sua compagna Elisabetta Tulliani (5 anni), suo cognato Giancarlo Tulliani (6 anni) e il padre di lei, Sergio Tulliani (5 anni). Va sottolineato che la sentenza non è definitiva ed è soggetta a impugnazione in appello.
Fini ha commentato la sentenza dichiarando di sentirsi «sereno», sostenendo di non essere stato coinvolto direttamente nelle operazioni di riciclaggio, ma solo di aver autorizzato la vendita senza conoscerne i dettagli finanziari.
Al di fuori delle vicende giudiziarie, appare di rado in televisione o in interviste, dove ripercorre la sua carriera e commenta l’attualità politica (come avvenuto nella recente intervista a 8 e mezzo su La7, incalzato da Lilli Gruber), ma senza alcuna intenzione di rientrare in campo.
Pensione, vitalizio e patrimonio di Gianfranco Fini
Come tutti gli ex parlamentari con lunga carriera, anche Gianfranco Fini ha diritto a un assegno pensionistico e a un vitalizio. Tuttavia, quantificare con precisione quanto percepisca oggi non è semplice: le cifre diffuse dai media non sempre trovano riscontro in fonti ufficiali aggiornate.
Attualmente Gianfranco Fini è in pensione e, stando sempre all’articolo di Libero del 2013, ha diritto a un vitalizio da 6.200 euro netti al mese, mentre Il Giornale sempre all’epoca ha scritto anche di una pensione mensile da 2.600 euro netti.
Dopo la riforma delle pensioni dei parlamentari e dei vitalizi, un articolo del Sole 24 Ore del 2018 ha parlato di “vitalizi immutati per chi col passaggio al contributivo avrebbe visto aumentare l’assegno come Massimo D’Alema (da 9.893 a 10.142) e Gianfranco Fini (da 10.631 a 11.929)”.
Quanto al patrimonio e, quindi, alle dichiarazioni dei redditi, in quella del 2011 Gianfranco Fini ha dichiarato un reddito imponibile pari a 201.115 euro come riportato sempre dal Sole 24 Ore. Alla luce dei tanti ruoli svolti in passato e delle riforme previdenziali per gli ex parlamentari, appare complicato calcolare quanto guadagni oggi l’ex presidente della Camera.
Quel che è certo è che, tra pensione e vitalizio, Fini dispone di entrate stabili che gli garantiscono una sicurezza economica significativa, anche se la vicenda giudiziaria di Montecarlo e i suoi costi legali potrebbero aver inciso in parte sul suo patrimonio.
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