Nel futuro di UniCredit non c’è Mps: la chiusura di Orcel

Violetta Silvestri

10/02/2023

10/02/2023 - 12:40

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In una intervista, Orcel ha parlato del futuro di UniCredit e anche dell’affare Monte dei Paschi di Siena, che non sembra trovare spazio nell’agenda dell’istituto. Cosa ha detto e quale previsioni?

Nel futuro di UniCredit non c’è Mps: la chiusura di Orcel

UniCredit in primo piano nel panorama bancario in Italia.

Le ultime dichiarazioni di Orcel, alla guida dell’istituto di credito, hanno sottolineato obiettivi importanti, ottimismo sul futuro e, per ora, poco interesse per fusioni e acquisizioni. In una risposta specifica, il numero uno della banca ha anche chiarito di nuovi la posizione su Mps.

Cosa ha detto Orcel e quali sono i piani per UniCredit?

UniCredit: i progetti di Orcel per la banca. Mps non c’è

Si era già smorzato l’interesse verso UniCredit e l’acquisizione di Mps, ma per fermare ogni possibile dubbio, Orcel ha ribadito la strategia dell’istituto in una intervista su Il Corriere della Sera.

“Alla domanda sulla banca senese, la risposta è stata chiara: Il nostro piano genera più valore di qualsiasi M&A. Le operazioni straordinarie possono essere utili, ma non devono impattare sugli obiettivi, devono invece aggiungere valore e rafforzare la capacità di distribuzione agli azionisti e, soprattutto, avere senso industriale. Non abbiamo trattative in corso su Mps, oggi non ci sono le condizioni per un’acquisizione...”

Il punto è messo, quindi, sulla vicenda. Orcel ha quindi ribadito che il motore della banca è l’Italia, anche se l’ambizione è di “proiettarci sempre di più verso l’estero per accompagnare le imprese, connetterle ai mercati. L’Europa non ha ancora un mercato unico dei capitali, per cui è ancora più importante la presenza di banche forti per supportare lo sviluppo.”

Forte di conti convincenti, con otto trimestri di seguito di crescita e un utile netto nel 2022 che toccato quota 5,2 miliardi di euro, UniCredit vuole continuare un percorso di trasformazione, per semplificarsi e innovarsi: “Abbiamo accorciato la catena di comando, anche la gestione dei grandi clienti corporate è tornata alle 13 banche.”

Le sfide non mancano per l’istituto e per tutto il settore bancario in generale. Orcel ha fiducia nell’Italia, la “seconda economia manifatturiera in Europa” e nel Next Generation Eu. C’è un cauto ottimismo anche sulla ripresa in Europa e sulle potenzialità della banca: “in Unicredit siamo in anticipo sui tempi di realizzazione del piano, abbiamo già raggiunti alcuni obiettivi che pensavamo di raggiungere nel 2024 e rivisto di conseguenza la guidance per il 2023. Sono ottimista sul fatto che sfruttando questa spinta continueremo a migliorare.”

Sullo sfondo, comunque, restano le incognite guerra, inflazione e banche centrali. I tassi di interesse alti aiutano il settore, ma occorre prestare massima attenzione ai crediti che possono diventare più sofferenti, soprattutto per le aziende.

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