Intervistato dal Corriere Dario Franceschini parla di un momento perfetto per fare le riforme. Per riuscirci però servirebbe un governo istituzionale.
Quella che sta per cominciare potrebbe essere una “legislatura perfetta” secondo Dario Franceschini. Intervistato dal Corriere della Sera, l’esponente di peso del Partito Democratico ha parlato di una situazione ideale per poter scrivere le regole tutti assieme.
Una sorta di appello a tutte le altre forze politiche di approfittare di questo pareggio elettorale per realizzare le tanto agognate riforme. Per farlo però servirebbe un governo istituzionale che al momento viene escluso sia da Di Maio che da Salvini.
La legislatura perfetta di Franceschini
In un momento di grande confusione all’interno del PD, molto si è parlato della figura di Dario Franceschini in questi giorni visto il peso della corrente interna al partito che fa riferimento proprio al ministro.
Anche se Matteo Renzi si è dimesso dalla carica di segretario, sono sempre i suoi fedelissimi a reggere i fili dei dem grazie proprio all’appoggio, non incondizionato, degli esponenti riconducibili all’area di Franceschini.
Le parole rilasciate dall’ex Margherita al Corriere della Sera sono di conseguenza molto importanti e, in questo post voto dove tutti ancora si stanno guardando intorno senza capire bene cosa fare, possono essere indicative su quale sarà la linea che il Partito Democratico porterà avanti nei prossimi delicati giorni.
È il momento di scrivere le regole tutti insieme. Le riforme a maggioranza non funzionano; ma siccome oggi nessuno ha la maggioranza, il quadro è perfetto per fare le riforme, perché nessuno le può imporre agli altri.
Franceschini quindi lancia anche lui una sorta di appello ai leader del Movimento 5 Stelle e del Centrodestra per provare, visto lo stallo politico che si è creato dopo il voto del 4 marzo, a dare stabilità al paese.
L’insieme di questi elementi può dare stabilità al sistema Paese. Non ho nessun titolo per impegnare il Pd: mi rivolgo a Di Maio, a Salvini, a Berlusconi, a Martina e al mio stesso partito; da una situazione che pare perduta può nascere un meccanismo virtuoso. Questa può essere la legislatura perfetta.
Questo momento ideale per scrivere tutti assieme le riforme ipotizzato da Dario Franceschini potrebbe però trovare concretezza solo con un governo istituzionale. Un’ipotesi questa al momento che potrebbe essere appoggiata da Forza Italia ma non dalle altre forze politiche.
Un appello nel vuoto?
La Direzione di lunedì scorso ha fatto un pò di chiarezza nel più che agitato mare del Partito Democratico. Netto rifiuto a ogni alleanza con Movimento 5 Stelle e Lega, disponibilità solo in caso di un governo comprendente tutte le forze politiche.
Il ragionamento può essere così sintetizzato: i dem sono usciti a pezzi dal voto, l’unico modo per rialzarsi quindi è sistemarsi all’opposizione senza fare da stampella a altri partiti, una mossa che potrebbe dare il colpo di grazia al PD.
Nonostante i richiami di Mattarella alla responsabilità, il Partito Democratico questa volta andrà ad anteporre le proprie esigenze a quelle del Colle. Le parole di Franceschini in quest’ottica fanno intendere quali saranno i paletti per una partecipazione del PD al futuro governo.
La conditio sine qua non sarà quella di un esecutivo con dentro tutte le maggiori forze politiche, così da non poter avvantaggiare nessun avversario. O tutti oppure il Partito Democratico se ne starà all’opposizione.
Un governo istituzionale del genere però è escluso da Di Maio e da Salvini, visto che nel caso sarebbero loro a essere in qualche modo penalizzati visto perderebbero il privilegio di stare all’opposizione senza avere in cambio la guida del paese.
Non sembrerebbe esserci quindi una via d’uscita a questa situazione ingessata. Le posizioni dei quattro principali partiti italiani sembrerebbero essere lontane e inconciliabili. Toccherà ora al Presidente Sergio Mattarella il duro compito di cercare di trovare una soluzione, altrimenti non rimarrà che tornare alle urne.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti