Fra crisi del lusso, crollo cinese e dazi americani, un titolo inatteso corre controcorrente: multipli estremi e fiducia intatta lo rendono l’anomalia più sorprendente del momento.
Il lusso europeo sta vivendo un doppio shock devastante: da un lato la carenza della domanda cinese, dall’altro i dazi imposti dagli Stati Uniti. È uno scenario cupo, in cui i grandi colossi sembrano destinati a subire mesi difficili. Ma proprio in questo contesto, tra le macerie del settore, un titolo ha iniziato a brillare con intensità sorprendente, guadagnandosi l’attenzione degli analisti e la fiducia degli investitori.
Il nome è quello di Brunello Cuccinelli, il brand umbro che ha fatto dell’eleganza sobria e della manifattura di qualità la sua cifra stilistica. A differenza dei giganti come LVMH, Kering o Richemont, Cuccinelli si posiziona su un segmento quasi di nicchia, rivolto a una clientela estremamente selezionata, composta da High Net Worth Individuals (HNWI). Una scelta che oggi si rivela vincente: mentre il lusso di massa soffre, l’alta gamma iper-esclusiva riesce a mantenere margini e attrattiva.
I segnali dal mercato
A rompere il ghiaccio ci ha pensato JPMorgan, che ha alzato il rating sul titolo a Overweight, con un prezzo obiettivo di €125. È una mossa non banale: significa che, nonostante le difficoltà settoriali, le banche d’affari vedono in Cuccinelli un caso differente, capace di resistere al vento contrario.
Il dato più curioso? Il titolo scambia a un P/E superiore a 50x, un multiplo che difficilmente viene accettato in un momento di mercato incerto. Eppure, nonostante una valutazione così esigente, la fiducia degli investitori rimane alta.
Anche sul lato tecnico non mancano i colpi di scena: dopo la rottura del numerario dei €100, si è scontrato sulla media più rilevante, quella a 200 periodi. Ha rimbalzato per poi tornare su €100, e sarà intrigante capire come reagirà, perché sopra i numerari tende ad esserci maggior domanda, specie sui titoli italiani.

Un’anomalia che fa riflettere
Che un titolo con multipli così elevati continui a correre in borsa, mentre l’intero settore arranca, è un’anomalia che non può passare inosservata. Potrebbe essere il segnale che gli investitori stanno distinguendo tra brand generalisti e brand identitari, premiando chi offre qualcosa di non replicabile.
Non si tratta solo di moda, ma di sostenibilità del business model: più ristretta è la clientela, più resistente è la domanda alle oscillazioni cicliche.
Quindi…
Il caso Brunello Cuccinelli dimostra che, anche in un settore colpito da shock esterni e prospettive deboli, possono emergere storie di resilienza. È un titolo che brilla tra le macerie, ma porta con sé interrogativi sulla durata di questo momentum.
Per l’investitore, la lezione è chiara: i mercati non vanno osservati in blocco, ma letti nelle loro sfumature. E proprio lì, nelle nicchie che sembrano marginali, si possono celare opportunità inattese.
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