Figli della lupa, chi erano: perché lo striscione dei tifosi della Roma è un omaggio al fascismo

Giorgia Bonamoneta

4 Giugno 2023 - 12:01

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Allo stadio di Budapest la tifoseria romana, da sempre collegata all’estrema destra, ha alzato sulla testa la scritta Figli della Lvpa. Chi erano e qual è il collegamento con il fascismo?

Figli della lupa, chi erano: perché lo striscione dei tifosi della Roma è un omaggio al fascismo

Il nostalgico omaggio fascista della curva Sud giallorossa allo stadio di Budapest non è passato inosservato. E come avrebbe potuto considerate le dimensioni della scritta “Figli della Lvpa”? Cartelli rossi e gialli hanno coinvolto migliaia di tifosi, che prima del fischio di inizio hanno alzato le braccia e mostrato in diretta la macchia nera che si nasconde - neanche troppo velatamente - tra gli spalti della curva Sud.

C’è un’enorme differenza tra dirsi figli della Roma in un evento calcistico e dirsi Figli della Lvpa, con la “U” assottigliata e che appare come una “V”. Chi erano i Figli della Lupa? Si trattava di un’organizzazione fascista giovanile, all’interno dell’Opera nazionale Balilla, alla quale partecipavano i bambini fino agli 8 anni. Nell’archivio Luce è possibile ancora visionare le foto e i video delle parate e delle attività sportive dei Figli della Lupa e delle Figlie della Lupa, la controparte femminile dell’organizzazione.

La decorazione nello stadio non era quindi un omaggio alla squadra, quanto più al fascismo. Una nostalgia che non si limita soltanto a gesti definiti sporadici e innocui e che invece hanno le loro radici nella rappresentazione più politica del tifo da stadio. Non sono infatti così rari i riferimenti al fascismo della frangia più estrema della destra allo stadio. I gruppi neri sono rappresentati da: i Padroni di Casa, i Boys, Giovinezza, Opposta Fazione e gli Ultras Roma Primavalle.

Figli e figlie della Lupa: i dettagli dell’organizzazione giovanile fascista

I Figli e le Figlie della Lupa erano organizzazioni ideate all’interno dall’Opera nazionale Balilla durante il ventennio fascista in Italia. “Figli della Lupa” fa diretto riferimento alla leggenda di Romolo e Remo, figli di Rea Silvia, allattati da una lupa.

All’organizzazione non si poteva scegliere di partecipare, l’iscrizione era obbligatoria. Dal 1933 l’iscrizione era automatica a partire dalla scuola elementare, mentre dal 1936 si veniva iscritti direttamente al momento della nascita.

Da un racconto di un ex Figlio della Lupa, il politico Calogero Pumilia, su Facebook si può leggere la descrizione della divisa e di alcune delle mansioni assegnate ai bambini fino agli 8 anni:

Divenni una tessera del grottesco mosaico che componeva il tragico regime. Per due anni indossai la camicetta nera, i pantaloncini grigio verde, il cinturone bianco, le bretelle a formare la M di Mussolini e il fez in lana nera con l’immagine di Romolo e Remo allattati dalla lupa. Per alcuni sabati così bardato e felice di esserlo mi portarono a montare la guardia al monumento ai caduti della prima guerra mondiale.

Il caso Figli della Lupa allo stadio di Budapest

La finale di Europa League si è conclusa con la sconfitta della squadra giallorossa nello stadio di Budapest. La notizia è ancora discussa nei salotti televisivi a tema sportivo, mentre sono già passati in secondo piano l’aggressione all’arbitro inglese e la coreografia nostalgica dei tifosi della Roma.

Eppure si tratta di un gesto senza altre interpretazioni. Poco prima dell’inizio della partita, in mondovisione, è andato in onda un omaggio al fascismo. Questo è passato attraverso la scritta “Figli della Lupa”, con la “U” segnata con una “V”. È questa ora l’immagine della tifoseria calcistica italiana, o per meglio dire romana, agli occhi del mondo.

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