Festa privata in giardino o terrazza, regole e cosa rischia chi non le rispetta

Ilena D’Errico

30 Marzo 2024 - 00:03

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Le regole da rispettare per organizzare una festa privata in giardino o terrazza, senza disturbare i vicini e non rischiando sanzioni.

Festa privata in giardino o terrazza, regole e cosa rischia chi non le rispetta

Anche se in gran parte d’Italia le condizioni meteorologiche non sono delle più favorevoli, con l’inizio della primavera e la festività imminente molti stanno pensando di organizzare le prime feste. Una festa privata in giardino o in terrazza, per chi ha questo spazio a disposizione, è fra le soluzioni più gettonate per molte ragioni: dalla praticità alla convenienza in termini di spesa. L’eventuale maltempo, poi, può trovare facile soluzione se ci si trova in casa propria.

Molti preferiscono le feste in casa perché ciò concede loro molta più libertà rispetto ai luoghi pubblici o aperti al pubblico, ma bisogna comunque ricordare che non tutto è ammesso. Senza dubbio, nella proprietà privata il titolare ha un ampio margine di discrezionalità e libertà, ma ciò non deve collidere con i pari diritti degli altri, soprattutto di condomini e vicini. Ecco quali semplici regole ci sono e cosa può rischiare chi non le rispetta.

Posso organizzare una festa privata in giardino o in terrazza?

La legge non vieta in alcun modo di organizzare feste private nella propria terrazza o nel proprio giardino. Il proprietario di questi spazi o il suo legittimo detentore, per esempio l’inquilino in affitto, può disporne come crede, purché rispetti le leggi. Bisogna quindi ricordare discipline generali come:

  • il rispetto della soglia di normale tollerabilità in riferimento all’emissione di rumori, fumi e luci;
  • il divieto di impedire agli altri condomini l’utilizzo delle parti comuni dell’edificio o di cambiarne la destinazione d’uso;
  • le normative locali sulle emissioni di fumo (con eventuali divieti a barbecue e grigliate);
  • le disposizioni specifiche del regolamento condominiale, che può prevedere divieti, limiti e relative sanzioni;
  • eventuali clausole specifiche nel contratto d’affitto, che vietano alcuni utilizzi delle aree o impongono regole particolari;
  • eventuali prescrizioni del Comune, se la festa si svolge all’aperto in un edificio di particolare pregio storico o artistico.

Le norme che si applicano alle feste che non hanno carattere privato o che si svolgono in luoghi pubblici o aperti al pubblico, come il divieto di somministrare bevande alcoliche ai minorenni e il pagamento dei diritti d’autore alla Siae per la musica riprodotta, non si applicano.

Cosa si rischia?

Non c’è una normativa specifica che regolamenta la possibilità di organizzare feste private in condominio o in terrazza, ma una serie di regole che attengono a campi ben delimitati: il regolamento condominiale, il contratto d’affitto, le ordinanze comunali e così via. Bisogna però precisare che in rare ipotesi una semplice festa privata per riunire familiari e amici risulta particolarmente rilevante dal punto di vista giuridico.

Ovviamente, tutto cambia se durante la festa vengono compiuti dei reati o comportamenti espressamente contrari alla legge. Uno di questi, peraltro quello più probabile, è il reato di disturbo della quiete pubblica. Si commette questo reato quando la festa è in grado di arrecare fastidi e disagi a una grande quantità di persone, ben oltre i propri vicini, per i rumori, i fumi o qualsiasi altra emissione.

Il disturbo della quiete pubblica è punito con l’ammenda fino a 309 euro o la reclusione fino a 3 mesi. Le persone offese possono denunciare e costituirsi parte civile nel procedimento per chiedere un risarcimento dei danni subiti, ma questo reato è procedibile d’ufficio. Ciò significa che una pattuglia di passaggio può intervenire di sua iniziativa e quanto meno ordinare la cessazione della festa.

Oltre a questo, tra le ipotesi più rilevanti ci sono le violazioni del regolamento condominiale. Quest’ultimo può prevedere molte regole, di solito riguardanti gli orari del silenzio e l’utilizzo delle parti comuni, la cui violazione può essere sanzionata con una multa fino a 200 euro da destinare al fondo condominiale. La sanzione può salire fino a 800 euro, tuttavia, in caso di recidiva.

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