Fattura elettronica, il Garante della Privacy fissa i paletti per i controlli e l’uso dei dati

Rosaria Imparato

28 Dicembre 2021 - 10:15

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Nel parere del Garante della Privacy del 22 dicembre ci sono i paletti ai controlli e all’uso dei dati nelle fatture elettroniche: troppe le informazioni sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate.

Fattura elettronica, il Garante della Privacy fissa i paletti per i controlli e l’uso dei dati

Il Garante della Privacy ha dato l’ok alle nuove regole tecniche di memorizzazione della fattura elettronica, ma ha fissato dei paletti per l’uso dei dati. Informazioni che, in base alla normativa, rimangono nel database dell’Agenzia delle Entrate per otto anni.

Servono quindi maggiori garanzie e tutela a protezione dei dati, usati durante i controlli fiscali e per le funzioni di polizia economia e finanziaria. Per essere in grado di valutare correttamente il trattamento dei dati prospettato dall’Agenzia delle Entrate, il Garante ha acquisito un campione delle fatture elettroniche emesse nei confronti dei consumatori per quelle attività che rappresentano maggiori rischi per i diritti e le libertà dei cittadini.

Vediamo quindi quali sono le indicazioni del Garante sull’uso dei dati contenuti nelle fatture elettroniche.

Fattura elettronica, il Garante della Privacy fissa i paletti per i controlli e l’uso dei dati

Lo schema presentato al Garante disciplina le modalità con cui l’Agenzia delle Entrate intende memorizzare e rendere disponibili, anche alla Guardia di Finanza, i file in formato xml delle fatture elettroniche e i dati in essi contenuti, inclusi, salvo alcune eccezioni, quelli relativi alla natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi acquistati.

Dall’analisi portata avanti sulle quasi un miliardo di fatture elettroniche analizzate, è emerso che i dati possono contenere dati estremamente delicati, riferibili a specifiche persone fisiche, come quelli giudiziari relativi a cause di risarcimento danni, oppure informazioni relative a servizi investigativi, dettagli sui beni acquistati (tra cui prodotti intimi, come sex toys), alimenti consumati, luoghi dove si è dormito e con chi, modalità di spostamento. Non solo: dalle e-fatture mergono dati riferibili a minorenni, come quelli giudiziari relativi a cause di affidamento minori.

Insomma: con la memorizzazione integrale delle e-fatture si raccoglie una mole imponente di informazioni sia sui comportamenti di acquisto che su aspetti personali come abitudini, gusti e preferenze.

Il Garante della Privacy quindi ha chiesto all’Agenzia delle Entrate di adottare ulteriori misure a tutela della privacy dei consumatori, in conformità con i requisiti imposti dal GDPR, quindi dalla normativa europea, e da quella nazionale sulla protezione dei dati.

Fattura elettronica, troppi i dati sotto la lente del Fisco: i paletti del Garante della Privacy

L’obiettivo che il Garante della Privacy si pone è quello di non far finire i dati delle fatture elettroniche strettamente non collegati al contrasto dell’evasione fiscale sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate. Per questo motivo il Garante ha chiesto, nel suo Parere del 22 dicembre 2021:

  • accessi limitatissimi ai dati integrati;
  • utilizzo delle informazioni solo a verifiche fiscali già avviate;
  • norma di rango primario per definire i poteri di utilizzo dei dati;
  • restrizioni ulteriori nel caso di dati legati alle prestazioni degli avvocati;
  • coinvolgimento dei dottori commercialisti per una analisi preventiva delle informazioni da inviare all’Agenzia delle Entrate per la fatturazione elettronica.

Ecco, quindi, i paletti che il Garante ha messo all’operato dell’Agenzia delle Entrate, considerando anche che il periodo di conservazione delle informazioni degli acquisti effettuati tra aziende e privati può arrivare a otto anni.

I dati delle e-fatture non potranno essere usati nei confronti del consumatore se non in conseguenza dei controlli già avviati sugli operatori economici o in caso di rischio di evasione fiscale del consumatore stesso.

Inoltre, bisognerà attivare sistemi di controllo e monitoraggio sul rispetto di tali garanzie nell’uso dei dati delle fatture elettroniche, con particolare riguardo al settore legale. Infine, il Garante ha segnalato a Parlamento e Governo l’opportunità di introdurre una disposizione legislativa

“per limitare l’utilizzo delle informazioni contenute nelle fatture elettroniche alle sole finalità di contrasto all’evasione fiscale, limitando i diritti di accesso alla documentazione amministrativa da parte di soggetti non collegati alla fattura, nel rispetto dei principi di proporzionalità, di liceità e correttezza, di limitazione della finalità e di minimizzazione del trattamento.”

Infine, il Garante sta intervenendo presso le associazioni di categoria degli operatori economici per ricordare le fatture elettroniche vanno emesse solo nei casi espressamente previsti dalla legge e quando richiesto dal consumatore. Negli altri casi va bene emettere gli altri documenti commerciali, come lo scontrino fiscale.

Parere sullo schema di provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate relativo alle nuove regole tecniche per la memorizzazione delle fatture elettroniche, da utilizzare per l’analisi del rischio e controllo a fini fiscali e per le funzioni di polizia economica e finanziaria - 22 dicembre 2021
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