Fallisce colosso tedesco, chiusure e licenziamenti colpiscono anche l’Italia

Giorgia Paccione

31 Luglio 2025 - 14:50

La crisi economica travolge Dresselhaus, leader nella distribuzione di viti e bulloneria con 600 dipendenti. La procedura di insolvenza coinvolge sedi in tutta Europa, Italia compresa.

Fallisce colosso tedesco, chiusure e licenziamenti colpiscono anche l’Italia

Dopo due anni consecutivi di recessione, senza segnali di ripresa nel 2025, la Germania assiste al fallimento di una delle sue realtà industriali più storiche: la Joseph Dresselhaus GmbH & Co. KG, azienda con sede a Herford, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, specializzata nella distribuzione di cosiddetti “C-Teile”, componenti di piccole dimensioni come viti, bulloni e minuterie per l’industria e l’artigianato.

Dresselhaus, che impiegava circa 600 persone tra Germania, Italia, Austria, Turchia e Russia, aveva chiuso il 2023 con un fatturato di 209 milioni di euro. Tuttavia, dietro a un apparente utile netto di 21 milioni di euro si nascondeva una situazione finanziaria ben più fragile. Secondo l’approfondimento condotto da Wirtschaftswoche, tale utile derivava quasi interamente da vendite straordinarie per un valore di 24,9 milioni di euro. Senza queste operazioni una tantum, l’azienda avrebbe chiuso l’anno in perdita.

A peggiorare la situazione, sono intervenuti fattori macroeconomici internazionali come le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e un contesto europeo segnato dall’inflazione e da costi energetici crescenti. Tutti elementi che, sommati a difficoltà interne, hanno reso insostenibile la continuità dell’attività.

I tagli non bastano: chiusi impianti e persi posti di lavoro anche in Italia

Nonostante i tentativi di risanamento avviati nei mesi precedenti, Dresselhaus non è riuscita a evitare la procedura di insolvenza. Lo ha confermato l’amministratore delegato Markus Schörg, sottolineando che l’azienda aveva già adottato diverse misure per migliorare l’efficienza operativa e stabilizzare la situazione finanziaria, ma la mancanza di risorse economiche ha compromesso la possibilità di portare avanti il piano di ristrutturazione in tempi utili.

Tra le azioni previste dal piano di emergenza c’erano il taglio di 50 posti di lavoro annunciato a fine 2024 e la chiusura del sito produttivo di Urbach, in Baden-Württemberg, entro il 31 luglio 2025. I provvedimenti, però, si sono rivelati insufficienti. Le conseguenze del fallimento si estendono anche all’Italia, dove Dresselhaus era presente con personale e attività operative.

Nonostante il coinvolgimento sin dal 2020 del fondo Nimus Capital, ritenuto esperto e ben inserito nel mercato di riferimento, l’impresa non ha saputo adattarsi alla rapidità del cambiamento economico e all’instabilità che caratterizza oggi il settore della componentistica industriale.

Procedura di insolvenza autonoma e speranze di rilancio

Negli scorsi giorni, Dresselhaus ha ufficializzato l’avvio della procedura di insolvenza in regime di auto-amministrazione. La decisione, approvata dal tribunale competente di Bielefeld, permetterà all’azienda di tentare un ultimo tentativo di salvataggio gestendo internamente il processo. L’obiettivo è quello di esplorare ogni possibile opzione di risanamento per ristrutturare l’impresa e garantirne la sopravvivenza nel lungo termine.

Secondo quanto comunicato, questa modalità dovrebbe agevolare l’implementazione delle misure di trasformazione necessarie, attraverso un approccio più rapido e ordinato. Resta tuttavia alta l’incertezza sul futuro della compagnia e dei suoi dipendenti, soprattutto nei Paesi esteri dove la presenza del gruppo era significativa, come l’Italia.

Ora si attende di capire se il piano di ristrutturazione, affidato alla gestione interna, riuscirà a evitare lo smantellamento definitivo della compagnia o se si tratta solo di un tentativo destinato a fallire.

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