Il terremoto di mercoledì 18 gennaio con epicentro a Montereale ha confermato la tesi del sismologo Del Pinto sull’esistenza della faglia: “Temo non abbia espresso tutto il proprio potenziale”.
La faglia di Montereale c’è ed è attiva. Gli allarmi lanciati negli ultimi tempi dal sismologo Christian Del Pinto si sono rivelati quindi, tristemente, giusti.
Nella mattina del 18 gennaio quattro rilevanti terremoti si sono registrati nella zona compresa tra Montereale e Capitignano, due paesi in provincia dell’Aquila vicine al confine con il Lazio e ad Amatrice.
La prima scossa c’è stata alle ore 10.25, con una magnitudo 5.1, mentre la seconda si è registrata alle 11.14 e ha avuto una magnitudo 5.5. Alle 11.25 c’è stato il terzo avvenimento sismico, con una magnitudo 5.3, con il quarto arrivato alcune ore dopo, alle ore 14.34, che ha fatto registrare una magnitudo 5.1.
Uno sciame sismico importante e che si è verificato nella zona già duramente colpita dai tremendi terremoti dei mesi scorsi. L’epicentro registrato a Montereale andrebbe a confermare la tesi allarmante di Christian Del Pinto, che da tempo pone l’attenzione sulla faglia sotto il piccolo comune aquilano che secondo il sismologo era da ritenersi attiva.
Dopo le ultime scosse, ora tutti hanno rivalutato le ipotesi del sismologo Del Pinto, che però dopo il terremoto con epicentro a Montereale non ha avuto parole molto rassicuranti a riguardo.
Il sismologo Del Pinto: “La faglia di Montereale potrebbe non aver espresso tutta la sua potenza”
Dopo i drammatici terremoti dei mesi scorsi, tante sono stati le voci o le previsioni di nuovi sismi anche di magnitudo superiore a quelli registrati. Un turbinio di pareri dove si sono andati a mischiare, assieme a quelli degli esperti, anche quelli di numerosi ciarlatani.
Christian Del Pinto è un sismologo che da anni studia l’Appennino ed in particolare la zona intorno al lago di Campotosto. Da qui l’allarme lanciato negli scorsi anni sulla presenza di una faglia anche sotto Montereale, non inserita spesso nella mappa sismica delle zone più pericolose.
Dal 2010 sostengo che quella faglia esiste ed è attiva, ma non tutti mi credono. Non solo: quella faglia non ha ancora espresso tutto il proprio potenziale sismico. In molti mi criticano, anche ferocemente, perché negano l’esistenza della faglia di Montereale. Loro, però, si basano su un database delle strutture sismogenetiche dell’Ingv piuttosto datato, dove la faglia di Montereale non era censita. Occorre fare subito prevenzione e sicurezza, non possiamo aspettare di dover ricostruire.
Secondo il sismologo Del Pinto quindi la faglia non solo sarebbe attiva, ma ancora potrebbe non aver espresso tutto il suo potenziale. Parole allarmanti, ma che sono frutto di un’accurata analisi del sottosuolo della zona.
La teoria di Del Pinto sulla faglia di Montereale
Per capire al meglio la teoria sulla faglia di Montereale, occorre fare un piccolo passo indietro e rileggere le parole pronunciate da Del Pinto ad inizio novembre, pochi giorni dopo la scossa del 29 ottobre.
La faglia di Montereale è la struttura che più mi fa temere. A parte la vicinanza con il lago, sono svariati secoli che non genera un sisma degno di questo nome. Nel momento in cui c’è una crisi come quella di Amatrice, è naturale che parte di quell’energia venisse raccolta dalle strutture sismogenetiche adiacenti.
La teoria di Del Pinto parte dal terremoto del 24 agosto, con epicentro vicino Amatrice. In quell’evento sismico è stata rilasciata una grande quantità di energia, che è stata raccolta dalle faglie vicine.
Tale forza è stata recepita a Nord, rimettendo in moto la faglia di Norcia che ha liberato la sua drammatica potenza nel terremoto del 31 ottobre. L’energia del sisma di Amatrice però può esser stata raccolta anche a Sud, quindi dalla faglia di Montereale.
Secondo Del Pinto al momento quindi potremmo essere ad un bivio. Se nei quattro terremoti del 18 gennaio, la faglia di Montereale ha espresso quasi o tutta la sua forza, lo sciame sismico andrà diminuendo. In caso contrario si potrebbero verificare altre nuove scosse, con magnitudo anche maggiore a quelle dei giorni scorsi.
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