Prelievo contanti in Europa: ecco cosa rischi se superi i limiti

Alessandro Nuzzo

13/05/2025

Per prelievi di contanti oltre una certa soglia, scatta la segnalazione automatica. E le banche che non rispettano le norme antiriciclaggio rischiano la sanzione.

Prelievo contanti in Europa: ecco cosa rischi se superi i limiti

Negli ultimi anni c’è stata una stretta sull’uso del contante, con un crescente incentivo all’utilizzo dei pagamenti elettronici. Questa politica rende più semplice per le autorità controllare fenomeni illeciti come l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Uno dei Paesi europei più attivi in questo ambito è la Spagna, che ha recentemente approvato nuove norme antiriciclaggio.

Sebbene non ci siano limiti ufficiali all’importo massimo che è possibile prelevare dal conto corrente, bisogna sapere che, superata una certa soglia, l’operazione potrebbe essere segnalata agli ispettori fiscali.

Prelievi: oltre questa soglia scatta la segnalazione automatica

In genere, in Spagna, prelevare più di 1.000 euro in una singola operazione accende il campanello delle autorità preposte al controllo. Ma se si superano i 3.000 euro, con le nuove norme, gli istituti bancari sono per legge obbligati a segnalare la transazione al Fisco, innescando potenzialmente un’indagine completa sulla provenienza del denaro o sul suo utilizzo.

Secondo la Banca di Spagna, le banche sono tenute a segnalare qualsiasi operazione in contanti, prelievo o deposito, di importo pari o superiore a 1.000 euro. Per le transazioni di importo pari o superiore a 3.000 euro, in particolare quelle che coinvolgono banconote da 500 euro, scatta automaticamente l’allarme e i dettagli vengono trasmessi alle autorità fiscali. E se gli istituti bancari non rispettano le norme antiriciclaggio, sono soggetti a sanzioni da parte delle autorità.

Il motivo è molto semplice e non riguarda scenari diabolici volti a limitare l’uso del contante, ma è un modo per contrastare l’evasione fiscale, il riciclaggio e i pagamenti in nero. Per questo motivo, la Spagna e altri Paesi europei, negli ultimi anni, hanno attivato controlli sui prelievi e i versamenti di ingenti somme di denaro contante.

In caso di somme consistenti, chi preleva o versa deve saper giustificare la provenienza o l’uso di quel denaro contante. Con i moderni strumenti di pagamento elettronici, è diventato inusuale compiere operazioni con somme elevate di denaro liquido. Se lo si fa, la probabilità che quel denaro sia di provenienza illecita o frutto di prestazioni in nero e tentativi di evasione fiscale è elevata. Per questo sono rigidi i controlli e severe le sanzioni per le banche che non rispettano le norme antiriciclaggio.

E in Italia?

Anche in Italia, oltre una certa somma, le banche sono tenute a chiedere il motivo dell’operazione e a segnalare all’UIF, che, a sua volta, può inoltrare la segnalazione all’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate non può eseguire controlli sui prelievi effettuati, ma solo su depositi e trasferimenti di denaro. Inoltre, se necessario, l’UIF può richiedere alla Guardia di Finanza ulteriori accertamenti.

Sebbene nel nostro Paese non esistano limiti al prelievo di contante, in caso di prelievi mensili superiori a 10.000 euro, la banca è tenuta a chiedere il motivo al cliente e a far scattare il controllo antiriciclaggio. Invece i prelievi superiori a 1.000€ al giorno o 5.000€ al mese vengono segnalati all’Agenzia delle Entrate, che esegue un controllo fiscale.

Rettifica: la versione originale di questo articolo, pubblicata il 9 maggio 2025, conteneva un errore: era stato indicato che, in Spagna, per prelievi di contante superiori a 3.000 euro fosse necessario effettuare una segnalazione preventiva all’Agenzia delle Entrate, pena il rischio di sanzioni. In realtà, l’obbligo di segnalazione ricade sulla banca, che è responsabile del rispetto delle norme antiriciclaggio e soggetta a sanzioni in caso di inadempienza. Ci scusiamo con i nostri lettori.

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