Dopo una stima iniziale, è più che triplicato il numero di morti in Messico per incendio in un oleodotto. Stavano cercando di rubare benzina dopo averlo perforato
Erano circa le 19,00 di venerdì quando un oleodotto è esploso in Messico, nello stato di Hidalgo, causando la morte di 66 persone e circa 76 feriti, fra cui tre donne e 8 minori.
Attorno all’impianto, dalle 17 ora locale, si erano assembrati a centinaia. Il condotto era stato perforato illegalmente e diverse persone cercavano di raccogliere benzina abusivamente con dei secchi. Due ore dopo, l’esplosione le ha travolte. L’incendio, è stato reso noto, è avvenuto a seguito della maldestra manipolazione della conduttura.
L’incendio di Tlahuelilpan
Il governatore dello stato di Hidalgo, Omar Fayad, ha scritto su Twitter che "si stanno adottando tutte le misure necessarie per assistere i feriti e le loro famiglie". L’incendio si è scatenato in una piccola città, Tlahuelilpan, a circa 100 km da Città del Messico. L’Assessorato alla Salute della Capitale ha dichiarato l’emergenza del settore ospedaliero cittadino per poter ricevere tutte le persone bisognose di cure.
L’oleodotto Tuxpan-Tula appartiene alla compagnia petrolifera statale Pemex (o Petróleos Mexicanos), che sempre su Twitter ha indicato la perforazione illegale come causa dell’esplosione. Ha sottolineato inoltre che per via di queste operazioni abusive nel 2018 la società ha perso oltre 3 miliardi di dollari (60 miliardi di pesos).
Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha dichiarato guerra ai furti di benzina, ma ha anche riunito i dipartimenti governativi per dare assistenza alle vittime. Inizialmente erano state calcolate solo una ventina di vittime. In seguito le autorità hanno comunicato una conta triplicata.
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