Con un dividendo tra i più alti di Piazza Affari e un target price che indica un potenziale rialzo di quasi il 40%, Eni è tra i migliori titoli del Ftse Mib. Ma attenzione alla situazione tecnica.
Eni è uno dei titoli più scambiati del Ftse Mib, con volumi medi giornalieri medi da 70 milioni di euro e un dividend yield tra i più generosi del listino, pari al 7,9%. Ma conviene comprare Eni con il petrolio sceso sotto i 60 dollari?
I conti del primo trimestre, diffusi il 24 aprile, mostrano una buona tenuta della struttura finanziaria di Eni, nonostante l’utile netto adjusted sia sceso dell’11% su base annua. Le banche d’affari restano fiduciose. Barclays conferma la raccomandazione “overweight” e un target price a 17,50 euro, con un potenziale rialzo di quasi il 40%. Equita assegna un “buy” con prezzo obiettivo a 16 euro, segnalando che l’utile ha superato le attese del 26%. Più prudente UBS, che mantiene il giudizio “neutral” e un target a 12,50 euro, ma riconosce la solidità dei conti e la capacità del gruppo di confermare dividendi e buyback, anche dopo il taglio della guidance.
Ma il contesto resta fragile. I titoli petroliferi appaiono affaticati nelle ultime settimane e il greggio WTI con scadenza giugno è scivolato sotto i 57 dollari al barile. Un prezzo così basso rischia di comprimere i margini e raffreddare l’entusiasmo degli investitori. [...]
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