Nel 1998 Elon Musk parlava del futuro di internet. Oggi, 27 anni dopo, le sue previsioni si sono in gran parte avverate.
Nel 1998 Elon Musk era un giovane imprenditore di 27 anni con pochi soldi in tasca, ma già una visione ben chiara del futuro. In un’intervista rilasciata a “CBS Sunday Morning” con la giornalista Rita Braver, Musk raccontava i suoi primi passi nella Silicon Valley e condivideva le sue idee su cosa sarebbe diventato internet.
A distanza di quasi trent’anni, quelle parole fanno sorridere, stupiscono e in alcuni casi sembrano quasi profetiche.
L’inizio umile di Zip2
Musk, all’epoca co-fondatore e chief engineer di Zip2, raccontava di aver avviato la sua startup nel 1995, subito dopo aver abbandonato l’idea di intraprendere un percorso di studi post-laurea.
«Non avevo un soldo», spiegava, «l’ufficio era più economico di un appartamento, così ci siamo sistemati lì. Aveva il tetto che perdeva, era davvero un posto orribile».
Un dettaglio curioso e rivelatore della mentalità hacker e spartana di quegli anni: per ottenere l’accesso a internet a basso costo, Musk e il suo team hanno forato il pavimento dell’ufficio per collegarsi direttamente ai server dell’ISP che si trovava al piano inferiore.
La visione di Musk sul futuro di internet
Ma il momento più interessante dell’intervista arriva quando Musk, con sorprendente lucidità, espone la sua visione su ciò che internet sarebbe diventato:
«Internet è il contenitore di tutti i media. È il punto di arrivo e di partenza. Vedremo stampa, trasmissioni televisive, forse anche la radio, fondersi tutte nell’internet. Sarà una rivoluzione per tutti i media tradizionali».
leggi anche
La previsione di Elon Musk sta diventando realtà. Ecco perché siamo sull’orlo di una grave crisi

Secondo Musk, la grande forza del web era (ed è) la sua capacità di offrire una comunicazione bidirezionale intelligente, permettendo agli utenti di scegliere cosa vedere, quando e come.
Musk aveva ragione?
A distanza di 27 anni, le previsioni di Musk appaiono straordinariamente accurate.
Oggi internet è effettivamente il centro nevralgico di tutti i media: la stampa è ormai in gran parte digitale, la radio si ascolta in streaming, la televisione è diventata on demand grazie a piattaforme come Netflix, YouTube e Twitch. La comunicazione è diventata interattiva, personalizzata, immediata.
Anche il concetto di “due vie” di comunicazione si è ampiamente realizzato: dai social media alle app di messaggistica, passando per le recensioni online e le piattaforme partecipative, gli utenti non sono più solo spettatori, ma anche creatori di contenuti.
Dove ha sbagliato, se ha sbagliato?
L’unico aspetto che Musk forse sottovalutava è stato l’impatto dei grandi algoritmi e delle piattaforme centralizzate sul pluralismo dell’informazione. Se da un lato è vero che internet ha democratizzato l’accesso ai contenuti, dall’altro ha anche concentrato molto potere nelle mani di pochi colossi tecnologici.
Inoltre, l’”intelligenza” del web si è sviluppata, per così dire, in modi imprevisti. Oggi parliamo di intelligenza artificiale generativa e automazione, temi che nel 1998 erano ancora lontani dal dibattito pubblico.
Rivedere oggi quell’intervista è come fare un salto in un tempo in cui internet era ancora agli albori, ma le sue potenzialità più profonde cominciavano a emergere agli occhi dei più visionari. Musk, con i suoi 27 anni e un tetto che perdeva sopra la testa, era uno di loro. E anche se oggi il suo nome è legato a razzi, auto elettriche, intelligenza artificiale e politica, è in quelle parole che ritroviamo l’origine della sua ossessione per il futuro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA