Elezioni 2018: ecco gli economisti candidati

Francesca Caiazzo

26 Febbraio 2018 - 18:00

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Dalla Lega al Pd passando per i Cinque Stelle, ecco tutti gli economisti che alle elezioni corrono per un seggio in Parlamento.

Elezioni 2018: ecco gli economisti candidati

Un esercito di candidati pronti a fare il loro ingresso – o il loro ritorno – in Parlamento sta avanzando in questa campagna elettorale che si avvia alla sua conclusione.

Sebbene la scena mediatica sia dominata dai big dei partiti in campo, tra le fila degli aspiranti deputati e senatori vi sono personaggi più che variegati. A riguardo, nutrita è anche la quota di economisti che sperano di ottenere un seggio parlamentare all’indomani del prossimo 4 marzo.

Ecco dunque chi sono gli esperti di economia che ambiscono ad essere eletti (o confermati) in queste elezioni politiche, elencati in rigoroso ordine alfabetico.

Alberto Bagnai – Lega

Convinto anti-europeista, Alberto Bagnai ritiene che l’introduzione dell’Euro in Italia abbia inciso negativamente sull’economia e la produttività del Paese: un pensiero perfettamente in linea con il partito di Matteo Salvini.

Fiorentino, 56 anni e una formazione di stampo internazionale, il candidato della Lega sostiene l’idea di un’Europa Federale libera da vincoli di trattati rigidi e unica condizione che possa davvero garantire la circolazione della moneta unica nei Paesi aderenti.

Quattro anni fa, Bagnai è stato uno dei sottoscrittori del Manifesto di Solidarietà Europa, documento firmato da diversi economisti europei nel quale viene suggerito il superamento della moneta unica in Europa partendo da una graduale secessione che coinvolga in primis i Paesi più competitivi.

Claudio Borghi - Lega

Classe 1970, Borghi è il responsabile economico della Lega. Non nuovo alla politica – siede nel Consiglio Regionale della Toscana – ha un’ampia conoscenza della crisi delle banche, avendone approfondito i diversi aspetti grazie al ruolo di vicepresidente della commissione di inchiesta regionale. Non a caso è candidato ad Arezzo e Siena, dove ancora non sono state dimenticate le vicende di Banco Etruria e Mps.

Milanese di nascita ma senese d’adozione, Borghi ha iniziato una fortunata carriera nel mondo della finanza fin da giovanissimo, divenendo a soli 21 anni operatore nella Società di Intermediazione Mobiliare del gruppo Cassa di Risparmio delle Province Lombarde.

Nel frattempo si è laureato in Economia degli intermediari finanziari per poi proseguire la carriera in Deutsche Bank, Merrill Lynch e collaborando con per conto di Salomon Brothers con Borsa Italia. Dal 2009 si è dedicato all’insegnamento nella stessa università dove si è laureato, la Cattolica del Sacro Cuore a Milano.

Come il suo collega Bagnai, ha una forte ispirazione anti-europeista (anche lui ha firmato il Manifesto di Solidarietà Europea) che gli è valsa una stretta collaborazione con in leader della Lega, partito per il quale ha redatto la pubblicazione “Basta Euro”.

Renato Brunetta – Forza Italia

Non ha bisogno di grandi presentazioni l’ex ministro Renato Brunetta, da anni mente della politica economica di Forza Italia.

Nato a Venezia nel 1950, il candidato forzista ha affiancato la carriera accademica all’impegno politico fin dai primi anni ’80. Nel frattempo è stato anche consigliere economico di Craxi, Amato e Ciampi.

La sua scesa in campo nel partito di Berlusconi è datata 1999, quando si candidò al Parlamento Europeo riuscendo a essere eletto.

Nonostante l’innegabile competenza in materia, Brunetta è ricordato soprattutto per la sua lotta ai fannulloni della pubblica amministrazione. Non tutti sanno però che, a seguito della sua consulenza al Ministero del Lavoro, nel 1983 è finito nel mirino delle Brigate Rosse e da allora vive sotto scorta.

Brunetta ha anche sfiorato il Nobel per l’Economia ma non è mai riuscito a fare il sindaco della sua città, nonostante ci abbia provato due volte.

Marco De Andreis - +Europa

Vecchia conoscenza di Emma Bonino, Marco De Andreis è candidato con +Europa, movimento che fa capo proprio alla storica radicale con la quale condivide l’idea di una federazione europea leggera ma forte al tempo stesso per fronteggiare le divisioni globali.

Nato nel giorno di San Valentino di 63 anni fa, De Andreis ha una formazione umanistica essendosi laureato in Filosofia alla Sapienza di Roma, sua città natale.

Attualmente è direttore dell’Ufficio studi economico-fiscali dell’Agenzia delle Dogane, mentre in passato ha collaborato sia con la stessa Bonino quando quest’ultima era Commissaria europea sia con il Ministero per le Politiche Comunitarie in qualità di consigliere.

Secondo De Andreis, per far funzionare l’Euro “l’Europa dovrà spingere molto più in là verso l’unione politica”.

Lorenzo Fioramonti – Movimento Cinque Stelle

Ha solo 39 anni il candidato del Movimento Cinque Stelle Lorenzo Fioramonti, realtà con la quale condivide diverse idee e alla quale si è avvicinato meno di un anno fa nonostante che i suoi interventi in materia di economia e politica economica siano stati più volte apprezzati in passato dai pentastellati e dallo stesso Grillo.

Appassionato di insegnamento e della ricerca, Fioramonti si è affermato all’estero divenendo testimonianza concreta e vittima allo stesso tempo del nepotismo universitario. Dalla Germania al Sud Africa, ora prova a rientrare in Italia per mettere a disposizione della politica la sua esperienza e le sue competenze.

Nemico del Pil il cui andamento condiziona inesorabilmente le scelte politiche di un Paese ma che allo stesso tempo rappresenta davvero il livello di benessere dei cittadini.

Quel wellbeing di cui ha scritto 3 anni fa insieme a Enrico Giovannini (ex ministro del Lavoro del governo Letta) sul The Guardian , dunque, va misurato tenendo conto non solo del prodotto interno lordo ma alla luce di tante altre variabili –sociali, ambientali, culturali - che il Pil, invece, ignora.

Tommaso Nancini – Partito Democratico

Collaboratore stretto e fidato di Renzi (al Comune di Firenze prima e al Consiglio dei Ministri poi), Tommaso Nancini ha alle spalle una formazione e una carriera accademica di stampo internazionale e da poco prima dell’estate scorsa è stato eletto nella Segreteria nazionale del PD.

Nella politica ci è nato e cresciuto, sia perché figlio dell’ex parlamentare Rolando Nancini (sempre quota PD) sia per gli autorevoli incarichi che ha ricoperto soprattutto con Matteo Renzi a Palazzo Chigi.

Ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega al coordinamento delle politiche pubbliche in ambito economico, sociale e di ricerca scientifica, si può dire che il controverso e dibattuto Jobs Act è anche merito suo.

Per il governo Renzi si è occupato anche di altri temi, dal diritto allo studio all’Industria 4.0, passando per la ricerca scientifica e l’inclusione. Attualmente presiede il comitato di indirizzo strategico del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile.

Pier Carlo Padoan – Partito Democratico

Come per Brunetta, anche per Pier Carlo Padoan servono poche presentazioni. Ministro dell’Economia uscente, il candidato PD gode di stima a livello internazionale, soprattutto in Europa, circostanza che ha contribuito ad essere confermato alla guida del dicastero sia con Renzi che con Gentiloni.

Una vita in cattedra in Italia e all’estero e alla guida di importanti organismi internazionali, quella di Padoan, che ha sempre mostrato di muoversi bene sia in ambito universitario che istituzionale.

Politicamente è stato anche consigliere economico nei governi D’Alema (a cui è molto vicino) e Amato, oltreché coordinatore per l’Italia nei negoziati dell’Agenda 2000 per il bilancio UE, l’Agenda di Lisbona, il Consiglio Europeo, gli incontri bilaterali e i vertici del G8.
Padoan è stato anche direttore esecutivo del l’Italia del Fondo Monetario Internazionale e vice segretario generale prima e capo economista poi dell’OCSE.

Armando Siri - Lega

Il nostro elenco degli economisti in corsa per le elezioni politiche del 4 marzo prossimo si conclude così come era iniziato e cioè con un candidato della Lega, Armando Siri.

Socialista della prima ora accanto a Bettino Craxi, di cui è stato amico e collaboratore, Siri ha proposto in passato un nuovo sistema istituzionale, fiscale e di convivenza sociale.

Fautore della sinergia tra pubblico e privato, vanta anche collaborazioni giornalistiche e come autore a Mediaset.

Da buon leghista – entra nella cerchia di Salvini nel 2014 – è un convinto sostenitore dell’uscita dell’Italia dall’Euro e ha ispirato la campagna elettorale del centrodestra con la sua proposta – non nuova – della Flat Tax al 15%, sebbene l’alleato Berlusconi ne stia proponendo una versione diversa (al 23%) in questa campagna elettorale.

Da tre anni circa, Siri è anche responsabile economico di “Noi con Salvini”.

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