Economia globale: meno paure per una recessione, ma preoccupazioni restano

Mattia Prando

26 Dicembre 2019 - 08:55

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Anja Eijking, gestore del fondo BMO Global Convertible Bond di BMO Global Asset Management, sostiene di avere prospettive “moderatamente positive per l’economia. Permangono però alcuni fattori di preoccupazione

Economia globale: meno paure per una recessione, ma preoccupazioni restano

Questo 2019 ha evidenziato un certo ottimismo degli operatori, che anche nell’ultima parte dell’anno sono riusciti a mettere a segno un rialzo, forti della continua distensione dei rapporti tra Usa e Cina (i quali hanno finalmente raggiunto l’accordo di “Fase 1”).

A sostenere la situazione dei mercati vi sono altri elementi, come ad esempio una minore possibilità di una no-deal Brexit grazie alla schiacciante vittoria alle ultime elezioni inglesi del partito Conservatore, guidato da Boris Johnson.

Meno paura per la recessione?

Anja Eijking, gestore del fondo BMO Global Convertible Bond di BMO Global Asset Management, sostiene di avere prospettive “moderatamente positive” per l’economia, aspettandosi una graduale ripresa della crescita globale.

Questa dovrebbe essere supportata dalle condizioni finanziarie favorevoli, dalla discesa della disoccupazione e dall’inflazione contenuta. Il settore dei semiconduttori, le vendite di auto e la stabilizzazione in Europa hanno fornito gli ingredienti necessari per evidenziare una lenta ripresa dell’industria manifatturiera.

Oltre a questo, vi sono altri segnali di miglioramento nel Vecchio Continente, come la diminuzione della disoccupazione e la ripresa degli indici PMI. Per fare un esempio, sebbene la produzione industriale tedesca risulti debole, gli ordini e le esportazioni sono incrementati, e il PMI del comparto edile ha rimbalzato.

In USA invece, le possibilità di recessione sono calate grazie ad un mercato del lavoro che si conferma solido. “I principali rischi che aleggiano sul mercato si stanno gradualmente attenuando”, evidenzia Eijking.

Persistono fattori di preoccupazione

Anja Eijking sostiene però come persistano ancora dei fattori di preoccupazione, il primo dei quali è relativo alla possibilità di una riaccensione delle tensioni commerciali. Nell’UE inoltre persiste un’economia “fragile e vulnerabile”, causata dalla continua incertezza, dalla situazione sulla fiducia delle imprese e dalla contrazione del commercio globale.

In questo quadro, i margini di profitto delle società stanno diminuendo e “un’ondata di ristrutturazioni aziendali potrebbe avere un impatto negativo sul mercato del lavoro e sulla fiducia dei consumatori”.

Per l’esperta, l’efficacia di altri stimoli monetari accomodanti (pecie in Europa) e altri stimoli fiscali, con gli Stati Uniti che possiedono un disavanzo di bilancio elevato, creano dei fattori di preoccupazione.

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