Investire un certo capitale sul reddito fisso e su scadenze e/o con obiettivi di investimento differenti: rapido recap sul fronte del risparmio postale
Immaginiamo un certo capitale da voler impegnare su uno strumento finanziario preciso del reddito fisso, il risparmio postale, lato buoni (BFP). A fine giugno l’emittente CDP (Cassa Depositi e Prestiti) ne ha rimodulato l’offerta in termini di prodotti in sottoscrizione e condizioni economiche.
Ad esempio ha interrotto le prenotazioni del Buono Prenota e Rinnova (serie: “TF804A250624”) mentre ha fatto debuttare il neo Buono 100.
Alla luce di ciò, ecco quanto rendono ad oggi 15.000 euro investiti sui buoni fruttiferi postali. Vedremo quali timeframe sono disponibili e gli associati montanti a scadenza.
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I titoli a medio termine acquistabili sia online che presso l’ufficio postale
L’emittente apre alla sottoscrizione di BFP sia in remoto, se abilitati all’operatività a distanza, che presso l’ufficio postale, ed altri acquistabili solo allo sportello. Iniziamo dai primi e nello specifico dai tre titoli tutti di durata quadriennale.
Buono 100 è l’ultimo arrivato in casa Poste ed è dedicato ai soli titolari di libretti Smart o Ordinari che apportino però nuova liquidità. Cioè il rendimento annuo lordo a scadenza del 3,00% non si può sfruttare per la “vecchia” giacenza ma solo sulla nuova liquidità confluita tra il 19/06 e il 04/09. Quest’ultima deve affluire tramite accredito di stipendio e pensione o bonifici bancari o ancora versamenti di assegni bancari e circolari. In soldoni, un capitale di 15mila € su questo buono frutterebbe un montante finale di 16.647,30 € netti (di sola ritenuta fiscale).
Il nominale annuo a scadenza crolla all’1,25% lordo sul Buono 4 anni Plus, ed è quasi l’unico che non richiede particolari condizioni di sottoscrizioni, tranne le solite. Ossia l’essere titolari di libretto postale o di un c/c BancoPosta e di attendere la naturale scadenza del prodotto. L’importo riconosciuto al termine dei 4 anni è di 15.668,66 € netti, sempre di sola ritenuta fiscale al 12,50%.
Invece Buono Rinnova 4 anni è riservato a chi, dal 15/09/2024, ha rimborsato uno o più BFP o, dal 1° ottobre 2024, ha portato a scadenza uno o più Supersmart. Il titolo rende l’1,50 annuo lordo a scadenza e il montante finale riconosciuto su 15mila € sarebbe di 15.805,39 €.
I tre buoni fruttiferi a lungo termine
Ora passiamo al lungo termine e vediamo quali BFP si possono acquistare su tali scadenze e quanto fruttano.
Il Buono Indicizzato all’Inflazione Italiana è la soluzione targata CDP per chi intende tutelare il potere d’acquisto del capitale. Il titolo paga un rendimento fisso annuo lordo a scadenza dello 0,60% a cui si aggiunge un extra rendimento legato al trend dell’inflazione nazionale nel periodo di possesso del titolo. In altri termini, rivaluta e protegge il valore reale degli ipotetici 15mila € e li remunera con un tasso fisso del tipo step-up.
Sulla durata a 12 anni c’è Buono 3x4, cioè 4 step triennali ad ognuno dei quali è associato un tasso nominale annuo. Il ritorno annuo lordo a scadenza è del 3,00%, per cui l’importo riconosciuto dopo 12 anni sarebbe di 20.588,11 €.
Infine ecco il sempreverde Buono Ordinario di durata massima a 20 anni e interessi riconosciuti ad ogni bimestre dopo il 1° anno. Il rendimento annuo lordo a scadenza è del 2,50% per cui qui il montante netto (di ritenuta) sarebbe di 23.381,87 €.
I buoni postali dedicati a giovani e ai futuri anziani
Sempre tra i BFP disponibili online che allo sportello incontriamo due titoli “speciali” nel senso della destinazione d’uso e/o dell’età dei sottoscrittori e beneficiari.
Uno è il Buono Dedicato ai Minori (BdM), acquistabile da un maggiorenne, genitore o parente o amico di famiglia che sia, e intestato soltanto al minore. Quest’ultimo, in particolare, non deve avere più di 16 anni e mezzo al tempo della sottoscrizione né compierli nel corso del mese dell’acquisto. Pertanto la loro durata è variabile e dipende dalla differenza tra l’età dell’intestatario al tempo della compera del buono e la data di compimento dei 18 anni. Ne deriva che è molto variabile calcolare il montante finale, mentre il payout annuo lordo a scadenza arriva fino al 5,00%.
L’altro è il Buono Soluzione Futuro pensato per chi vuole costituirsi una rendita mensile in terza età, per 15 anni a partire dai 65 anni. Il titolo è riservato ai soli clienti aventi (al tempo della sottoscrizione) tra i 40 e i 54 anni di età e titolari di c/c BancoPosta o libretto di risparmio monointestato. Anche qui, quindi, non esiste un solo montante finale ma tanti quanti se ne possono avere dal diverso disporsi dei parametri in gioco.
Ecco quanto rendono a Ferragosto 15.000 euro investiti sui buoni fruttiferi postali
In chiusura vediamo gli ultimi tre titoli sottoscrivibili solo presso l’ufficio postale e non anche in remoto.
Uno è il Buono Rinnova Prima (serie numero TF704A250724, in vigore dal 24/07/’25) dedicato a chi ha un BFP dematerializzato in scadenza. Ha una durata di 4 anni e lo si può prenotare solo presso lo sportello nei 30 giorni che precedono la scadenza del titolo posseduto. A scadenza l’emittente riconosce un rendimento annuo lordo dell’1,75%, mentre il coefficiente netto (di sola ritenuta) per il calcolo del montante finale è 1,06287665. In valore assoluto si tratterebbe di 15.943,15 € su ipotetici 15mila € inizialmente investiti.
A seguire troviamo Buono Soluzione Eredità, sempre di durata quadriennale, per un payout effettivo a scadenza dell’1,50% annuo lordo. Il Soluzione Eredità prevede un perimetro di sottoscrivibilità dato che è dedicato ai beneficiari di un procedimento successorio concluso in Poste Italiane. Dopo 48 mesi dall’acquisto il valore di rimborso sarebbe di 15.805,39 €.
Infine ecco il Buono 4 anni Risparmiosemplice disponibile solo per chi attiva il Piano Risparmiosemplice. In questo caso l’emittente prevede due distinti tassi fissi annui lordi a scadenza, uno standard dell’1,25% e uno premiale dell’1,50%. Quest’ultimo, però, è riservato solo per chi raggiunge un minimo di 24 sottoscrizioni periodiche nel Piano.
Qui il grosso vantaggio del buono è quello di spalmare e frazionare nel tempo, a piccoli importi, i versamenti ai fini della costituzione di un X capitale finale. Tradotto, è più probabile che quei 15mila € fossero più il frutto di una serie di versamenti fatti nel tempo che non la cifra singola di una sola rata girata nel Piano.
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