Ecco quanto rendono 15.000 euro investiti sui buoni fruttiferi postali

Stefano Vozza

21 Agosto 2025 - 09:09

Investire un certo capitale sul reddito fisso e su scadenze e/o con obiettivi di investimento differenti: rapido recap sul fronte del risparmio postale

Ecco quanto rendono 15.000 euro investiti sui buoni fruttiferi postali

Immaginiamo un certo capitale da voler impegnare su uno strumento finanziario preciso del reddito fisso, il risparmio postale, lato buoni (BFP). A fine giugno l’emittente CDP (Cassa Depositi e Prestiti) ne ha rimodulato l’offerta in termini di prodotti in sottoscrizione e condizioni economiche.

Ad esempio ha interrotto le prenotazioni del Buono Prenota e Rinnova (serie: “TF804A250624”) mentre ha fatto debuttare il neo Buono 100.

Alla luce di ciò, ecco quanto rendono ad oggi 15.000 euro investiti sui buoni fruttiferi postali. Vedremo quali timeframe sono disponibili e gli associati montanti a scadenza.

I titoli a medio termine acquistabili sia online che presso l’ufficio postale

L’emittente apre alla sottoscrizione di BFP sia in remoto, se abilitati all’operatività a distanza, che presso l’ufficio postale, ed altri acquistabili solo allo sportello. Iniziamo dai primi e nello specifico dai tre titoli tutti di durata quadriennale.

Buono 100 è l’ultimo arrivato in casa Poste ed è dedicato ai soli titolari di libretti Smart o Ordinari che apportino però nuova liquidità. Cioè il rendimento annuo lordo a scadenza del 3,00% non si può sfruttare per la “vecchia” giacenza ma solo sulla nuova liquidità confluita tra il 19/06 e il 04/09. Quest’ultima deve affluire tramite accredito di stipendio e pensione o bonifici bancari o ancora versamenti di assegni bancari e circolari. In soldoni, un capitale di 15mila € su questo buono frutterebbe un montante finale di 16.647,30 € netti (di sola ritenuta fiscale).

Il nominale annuo a scadenza crolla all’1,25% lordo sul Buono 4 anni Plus, ed è quasi l’unico che non richiede particolari condizioni di sottoscrizioni, tranne le solite. Ossia l’essere titolari di libretto postale o di un c/c BancoPosta e di attendere la naturale scadenza del prodotto. L’importo riconosciuto al termine dei 4 anni è di 15.668,66 € netti, sempre di sola ritenuta fiscale al 12,50%.

Invece Buono Rinnova 4 anni è riservato a chi, dal 15/09/2024, ha rimborsato uno o più BFP o, dal 1° ottobre 2024, ha portato a scadenza uno o più Supersmart. Il titolo rende l’1,50 annuo lordo a scadenza e il montante finale riconosciuto su 15mila € sarebbe di 15.805,39 €.

I tre buoni fruttiferi a lungo termine

Ora passiamo al lungo termine e vediamo quali BFP si possono acquistare su tali scadenze e quanto fruttano.

Il Buono Indicizzato all’Inflazione Italiana è la soluzione targata CDP per chi intende tutelare il potere d’acquisto del capitale. Il titolo paga un rendimento fisso annuo lordo a scadenza dello 0,60% a cui si aggiunge un extra rendimento legato al trend dell’inflazione nazionale nel periodo di possesso del titolo. In altri termini, rivaluta e protegge il valore reale degli ipotetici 15mila € e li remunera con un tasso fisso del tipo step-up.

Sulla durata a 12 anni c’è Buono 3x4, cioè 4 step triennali ad ognuno dei quali è associato un tasso nominale annuo. Il ritorno annuo lordo a scadenza è del 3,00%, per cui l’importo riconosciuto dopo 12 anni sarebbe di 20.588,11 €.

Infine ecco il sempreverde Buono Ordinario di durata massima a 20 anni e interessi riconosciuti ad ogni bimestre dopo il 1° anno. Il rendimento annuo lordo a scadenza è del 2,50% per cui qui il montante netto (di ritenuta) sarebbe di 23.381,87 €.

I buoni postali dedicati a giovani e ai futuri anziani

Sempre tra i BFP disponibili online che allo sportello incontriamo due titoli “speciali” nel senso della destinazione d’uso e/o dell’età dei sottoscrittori e beneficiari.

Uno è il Buono Dedicato ai Minori (BdM), acquistabile da un maggiorenne, genitore o parente o amico di famiglia che sia, e intestato soltanto al minore. Quest’ultimo, in particolare, non deve avere più di 16 anni e mezzo al tempo della sottoscrizione né compierli nel corso del mese dell’acquisto. Pertanto la loro durata è variabile e dipende dalla differenza tra l’età dell’intestatario al tempo della compera del buono e la data di compimento dei 18 anni. Ne deriva che è molto variabile calcolare il montante finale, mentre il payout annuo lordo a scadenza arriva fino al 5,00%.

L’altro è il Buono Soluzione Futuro pensato per chi vuole costituirsi una rendita mensile in terza età, per 15 anni a partire dai 65 anni. Il titolo è riservato ai soli clienti aventi (al tempo della sottoscrizione) tra i 40 e i 54 anni di età e titolari di c/c BancoPosta o libretto di risparmio monointestato. Anche qui, quindi, non esiste un solo montante finale ma tanti quanti se ne possono avere dal diverso disporsi dei parametri in gioco.

Ecco quanto rendono a Ferragosto 15.000 euro investiti sui buoni fruttiferi postali

In chiusura vediamo gli ultimi tre titoli sottoscrivibili solo presso l’ufficio postale e non anche in remoto.

Uno è il Buono Rinnova Prima (serie numero TF704A250724, in vigore dal 24/07/’25) dedicato a chi ha un BFP dematerializzato in scadenza. Ha una durata di 4 anni e lo si può prenotare solo presso lo sportello nei 30 giorni che precedono la scadenza del titolo posseduto. A scadenza l’emittente riconosce un rendimento annuo lordo dell’1,75%, mentre il coefficiente netto (di sola ritenuta) per il calcolo del montante finale è 1,06287665. In valore assoluto si tratterebbe di 15.943,15 € su ipotetici 15mila € inizialmente investiti.

A seguire troviamo Buono Soluzione Eredità, sempre di durata quadriennale, per un payout effettivo a scadenza dell’1,50% annuo lordo. Il Soluzione Eredità prevede un perimetro di sottoscrivibilità dato che è dedicato ai beneficiari di un procedimento successorio concluso in Poste Italiane. Dopo 48 mesi dall’acquisto il valore di rimborso sarebbe di 15.805,39 €.

Infine ecco il Buono 4 anni Risparmiosemplice disponibile solo per chi attiva il Piano Risparmiosemplice. In questo caso l’emittente prevede due distinti tassi fissi annui lordi a scadenza, uno standard dell’1,25% e uno premiale dell’1,50%. Quest’ultimo, però, è riservato solo per chi raggiunge un minimo di 24 sottoscrizioni periodiche nel Piano.

Qui il grosso vantaggio del buono è quello di spalmare e frazionare nel tempo, a piccoli importi, i versamenti ai fini della costituzione di un X capitale finale. Tradotto, è più probabile che quei 15mila € fossero più il frutto di una serie di versamenti fatti nel tempo che non la cifra singola di una sola rata girata nel Piano.

Iscriviti a Money.it