L’oro perde terreno dai massimi di aprile, ma è un fenomeno solo temporaneo. Nel lungo termine rimane pur sempre il miglior bene rifugio.
L’oro ha registrato un calo di oltre l’1% martedì, toccando il minimo delle ultime due settimane. L’annuncio del presidente Donald Trump riguardo a un cessate il fuoco tra Israele e Iran ha infatti diminuito - seppur temporaneamente - l’attrattiva dell’oro come bene rifugio.
Le quotazioni spot dell’oro sono scese dell’1,5% a 3.300 dollari l’oncia, dopo aver toccato il livello più basso dall’11 giugno. Anche i futures sull’oro negli Stati Uniti hanno registrato un calo significativo, scivolando dell’1,6% a 3.309,40 dollari. Sembra quindi che i prezzi dell’oro siano in ribasso perché spinti all’ingiù da uno spostamento dei mercati verso una maggiore propensione al rischio, man mano che cresce l’ottimismo per una potenziale fine delle ostilità in Medio Oriente (anche se ci vorrà tempo, visto che la tregua è già stata violata da entrambe le parti).
Non credo, tuttavia, che i prezzi dell’oro scenderanno sotto la soglia dei 3.000 dollari nel breve termine (la media mobile a 200gg del grafico Bloomberg qui sotto, evidenziata dalla linea gialla). Tra l’altro, dopo la rottura al ribasso della MM sa 50gg e della MM a 100gg, vedo un livello di supporto significativo a 3.300 dollari. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA