È questa la tecnologia su cui puntare secondo i colossi della Silicon Valley

Giorgia Paccione

22 Giugno 2025 - 14:20

Dopo il boom degli smartphone, i giganti della tecnologia scommettono sugli occhiali smart con intelligenza artificiale. Il mercato raggiungerà 13 milioni di unità entro il 2026.

È questa la tecnologia su cui puntare secondo i colossi della Silicon Valley

Dopo anni di dominio incontrastato degli smartphone, i colossi della Silicon Valley hanno individuato la prossima grande rivoluzione tech. Giganti come Google, Meta, Snap e Apple stanno investendo miliardi nello sviluppo di smart glasses alimentati dall’intelligenza artificiale, convinti che questa sarà la tecnologia protagonista del prossimo futuro.

Non si tratta più di semplici accessori, la nuova generazione di occhiali smart promette di fondere realtà digitale e fisica, offrendo funzionalità avanzate come traduzione in tempo reale, riconoscimento di oggetti e risposte contestuali alle richieste dell’utente. Si stima che il mercato crescerà di quasi quattro volte entro il 2026, ma cosa rende oggi questa tecnologia così promettente rispetto al passato?

Dall’insuccesso di Google Glass alla nuova corsa agli smart glasses

Quando nel 2013 Google lanciò i suoi primi Google Glass, il progetto fu accolto con grande entusiasmo ma non riuscì a conquistare il pubblico. Tra i limiti vi erano: display troppo piccolo, autonomia ridotta, design poco accattivante e un prezzo elevato. Ma soprattutto, mancavano applicazioni davvero utili e intuitive. Oggi il contesto è radicalmente cambiato. L’avanzamento dell’intelligenza artificiale generativa consente agli occhiali smart di “vedere” e comprendere ciò che ci circonda, rispondendo in modo naturale e contestuale alle nostre domande. La stessa Google, ad esempio, sta lavorando con Warby Parker per sviluppare occhiali con Gemini AI in grado di riconoscere oggetti e fornire informazioni in tempo reale, mentre Meta ha già venduto oltre due milioni di Ray-Ban Meta AI, capaci di tradurre lingue e identificare elementi nell’ambiente circostante.

Anche Snap, storicamente pioniere nell’uso della realtà aumentata, ha annunciato per il 2026 il lancio di una nuova generazione di “Specs” con AI integrata, puntando su leggerezza e interazione avanzata: l’utente potrà, ad esempio, tradurre al volo le etichette dei prodotti o giocare semplicemente muovendo gli occhi. Apple, dal canto suo, si prepara a entrare nel settore con un modello premium che integrerà Siri e funzioni di AI, promettendo un’esperienza ancora più immersiva e personalizzata.

Perché i big tech puntano ora sugli occhiali smart

La scommessa dei giganti della Silicon Valley nasce da due tendenze convergenti. Da un lato, il ciclo di upgrade degli smartphone si è rallentato: i consumatori cambiano telefono meno spesso e le innovazioni hardware faticano a sorprendere. Dall’altro, l’intelligenza artificiale ha raggiunto una maturità tale da poter essere integrata in dispositivi indossabili, offrendo servizi prima impensabili. Gli smart glasses diventano così il mezzo perfetto per una nuova ondata di interazione uomo-macchina: mani libere, informazioni a portata di sguardo e assistenti virtuali sempre disponibili.

Le previsioni degli analisti sono ottimistiche: ABI Research stima che il mercato degli smart glasses passerà da 3,3 milioni di unità spedite nel 2024 a quasi 13 milioni entro il 2026, mentre IDC prevede un balzo da 8,8 a quasi 14 milioni di unità in un solo anno. Tuttavia, le sfide non mancano. La privacy resta un tema caldo, soprattutto per la capacità di registrare video e audio in modo discreto. Inoltre, convincere i consumatori ad adottare un nuovo dispositivo indossabile richiederà casi d’uso realmente convincenti e prezzi accessibili. Oggi, gli occhiali Meta partono da circa 300 dollari, mentre Apple potrebbe posizionarsi su una fascia molto più alta, come già accaduto con il Vision Pro.

Nonostante questi ostacoli, gli esperti sono concordi: la corsa agli smart glasses rappresenta la prossima grande rivoluzione tecnologica e non si può restare indietro.

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