Si è spento il 14 giugno 2025 a New York Leonard Lauder, erede e artefice della crescita di Estée Lauder Companies, di cui era presidente emerito. Aveva rivoluzionato il settore beauty.
Leonard Lauder, scomparso all’età di 92 anni nella sua casa dell’Upper East Side a New York, è stato molto più di un imprenditore: è stato il protagonista assoluto della trasformazione di Estée Lauder Companies da azienda familiare a colosso mondiale della cosmetica.
Figlio maggiore di Estée Lauder, nata Josephine Esther Mentzer da immigrati ungheresi e boemi, Leonard ha saputo interpretare e amplificare il sogno materno, portando il marchio di famiglia a dominare il mercato globale della bellezza. La sua visione strategica, la capacità di innovare e la sensibilità verso il lusso accessibile hanno segnato profondamente il settore, lasciando un’eredità che va ben oltre i numeri da record dell’azienda. Ecco chi era e cosa ha fatto.
L’ascesa di un impero: dalla cucina di Estée al Nasdaq
Quando Leonard Lauder entra ufficialmente nell’azienda di famiglia nel 1958, il fatturato annuo si aggira intorno agli 800.000 dollari. Sono lontani i tempi in cui la madre Estée preparava creme e lozioni nella cucina di casa, vendendole nei saloni di bellezza e nei negozi di quartiere, e Leonard, forte di una formazione alla Wharton School e alla Columbia, intuisce che la chiave del successo risieda nell’internazionalizzazione e nella diversificazione.
Sotto la sua guida, infatti, Estée Lauder Companies si trasforma ben presto in una multinazionale e, dalla Fifth Avenue di New York alle boutique di Tokyo, dai grandi magazzini Harrods di Londra alle passerelle di Parigi, il marchio si espande in tutto il mondo.
Il momento cruciale arriva però nel 1995, quando Leonard porta Estée Lauder Companies in Borsa. Il debutto al New York Stock Exchange è un vero successo e il titolo apre a 26 dollari e chiude a 34,50 il primo giorno, con un rialzo del 33%.
Gli anni successivi testimoniano un’ascesa inarrestabile. Nel 2009, anno in cui Lauder lascia la presidenza, il fatturato supera i 7,3 miliardi di dollari. Nel 2022, i ricavi annuali dell’azienda raggiungono i 17,7 miliardi di dollari, con una presenza in circa 150 Paesi e un portafoglio di 25 marchi. Oggi, Estée Lauder Companies è valutata circa 89 miliardi di dollari.
Visione, innovazione e filantropia: il lascito di Leonard Lauder
Leonard Lauder non è stato solo un industriale di successo, ma anche un innovatore e un mecenate. Amava ripetere che “il rossetto è il più piccolo lusso con il più grande impatto”, una frase che racchiudeva la sua filosofia di bellezza come forza interiore e accessibile, capace di incidere sulla vita delle persone anche nei momenti di crisi. Non a caso, fu lui a coniare il celebre “Lipstick Index”, un indicatore economico che suggeriva come, anche in tempi di difficoltà, le consumatrici non rinunciassero a piccoli gesti di lusso come il rossetto.
La sua attenzione all’innovazione si tradusse nella creazione del primo laboratorio di ricerca e sviluppo aziendale e nell’introduzione di prodotti rivoluzionari, sempre con un occhio attento alle esigenze delle donne moderne. Leonard è infatti l’artefice della creazione di Clinique, il primo brand dermatologicamente testato.
Ma Lauder è stato anche un grande sostenitore dell’arte e della cultura. Nel 2013 ha donato al Metropolitan Museum of Art di New York una collezione di arte cubista valutata oltre un miliardo di dollari, con opere di Picasso, Braque, Léger e Gris. Ha sostenuto musei, fondazioni e la ricerca scientifica, in particolare nei campi dell’Alzheimer e del cancro al seno, lasciando un segno profondo anche nella filantropia.
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