È legale far pagare l’utilizzo del bagno?

Ilena D’Errico

19 Novembre 2022 - 23:04

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Sempre più spesso gli esercizi commerciali pretendono la consumazione prima di lasciare utilizzare il bagno e questo servizio è a pagamento in molti luoghi pubblici come le stazioni. È legale?

È legale far pagare l’utilizzo del bagno?

I commercianti, e in particolar modo i proprietari dei bar, sono soliti richiedere che avvenga una consumazione prima di lasciar utilizzare il bagno. Nei luoghi pubblici in genere, poi, è spesso richiesto di pagare una sorta di biglietto per poter utilizzare i servizi.

Ma quindi è legale far pagare l’utilizzo del bagno?

Trattandosi di un servizio essenziale il dubbio sorge spontaneo, soprattutto quando si tratta di luoghi pubblici. A riguardo, infatti, c’è molta confusione. Alcune persone sono d’accordo ad esempio con la consumazione nei bar, che considerano un atto di educazione. Altri invece sono contrari, tanto più quando è previsto un pagamento vero e proprio per poter accedere ai servizi igienici, perché considerano che i luoghi pubblici dovrebbero permetterne l’accesso a tutti quelli che ne hanno necessità. Quest’ultima è anche l’opinione del Codacons ma in ogni caso, la legge prevede diversamente.

Quando è legale richiedere il pagamento per il bagno

I bagni posti all’interno degli esercizi pubblici non sono per questo accessibili a chiunque e il proprietario non è tenuto in alcun modo a renderli accessibili gratuitamente. Per maggiore chiarezza, bisogna fare riferimento al regolamento del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. L’articolo 187 sancisce il divieto per gli esercenti di negare le prestazioni dell’esercizio, per lo meno in assenza di un legittimo motivo.

Le uniche eccezioni previste riguardano gli articoli 689 e 691 del Codice penale, ossia rispettivamente il divieto di somministrare alcolici ai minori o alle persone in evidente stato d’ebbrezza. In tute le altre casistiche il regolamento si traduce nell’obbligo dell’esercente di fornire tutti i servizi disponibili nel proprio locale, incluso il bagno, al cliente che:

  • Ha domandato la prestazione.
  • Ha corrisposto il prezzo.

Tornando quindi all’esempio del bar, perché è uno dei locali in cui i clienti fanno più confusione a riguardo, pagando per la propria consumazione si ha diritto ad accedere al bagno. Il proprietario può comunque consentire di utilizzare il bagno anche senza consumare, magari per cortesia, ma sarebbe equivalente a non far pagare un caffè.

Allo stesso modo l’esercente può rifiutarsi di far utilizzare il bagno presente all’interno del locale gratuitamente. Questo principio si applica a qualsiasi locale pubblico, dalla stazione dei treni ai bagni pubblici di per sé. In tutti questi casi è legale far pagare l’utilizzo del bagno, attraverso un biglietto o qualsiasi altro sistema.

Bisogna considerare che i servizi igienici prevedono comunque delle spese di manutenzione e di pulizia che devono essere coperte, da un pagamento diretto o rientrando nella pagamento per il servizio principale. Questo riguarda quindi i bagni presenti anche negli altri tipi di locali pubblici, come i supermercati o i negozi di vario genere.

L’esercente può negare l’utilizzo del bagno?

Ci sono dunque due differenti risvolti: per utilizzare il bagno è indispensabile pagare ma una volta pagato si ha diritto ad utilizzarlo. Non si tratta di retorica, ma di una vera e propria tutela per i clienti ai quali viene impedito l’utilizzo del bagno, nonostante il pagamento effettuato per le prestazioni.

Non è così raro, infatti, che gli esercenti impediscano l’utilizzo del bagno anche ai clienti paganti, magari per evitare che venga sporcato. In questo caso è bene sapere che il cliente può richiedere l’intervento della Polizia municipale. Quest’ultima si occuperà di accertare la presenza o meno di un legittimo motivo per impedire l’accesso al bagno.

Fra le circostanze valide ci sono sicuramente i malfunzionamenti, ma anche lo stato molesto del cliente o la sua ebbrezza sono motivi validi per impedire l’accesso al bagno. In assenza di una di queste ragioni valide, all’esercente può essere elevata una contravvenzione.

In generale questo meccanismo agisce con obiettivo principale la tutela del cliente di un’attività economica, anche considerando la destinazione d’uso del locale. Se, infatti, l’utilizzo del bagno da parte dei clienti è preventivabile, l’afflusso incontrollato dei passanti sarebbe ben poco gestibile.

Questa regola è stata peraltro confermata anche dal Tar Toscana, con esito positivo del ricorso contro il Comune di Firenze. Quest’ultimo aveva imposto infatti agli esercenti pubblici di lasciare utilizzare i bagni all’interno dei locali a chiunque lo richiedesse.

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# Legge

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