Downburst, è allarme in Italia: cosa sono e perché si formano?

Ilena D’Errico

24 Luglio 2023 - 21:40

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Allarme in Italia a causa dei downburst, ecco cosa sono, perché si formano e che cosa fare in queste situazioni.

Downburst, è allarme in Italia: cosa sono e perché si formano?

Downburst, è allarme in Italia per questi fenomeni atmosferici molto simili alle trombe d’aria ma ancora più pericolosi. Nella giornata di oggi, infatti, Milano è stata colpita da un violento nubifragio, con danni soprattutto a carico dei trasporti.

La linea M2 della metropolitana di Milano è stata chiusa nel tratto tra Vimodrone e Cernusco, ma rapidamente riaperta dopo la rimozione degli alberi caduti. Danni anche a carico della rete elettrica che alimenta i mezzi dell’Atm, a causa di piante e tronchi precipitati in diverse strade della città e dell’area metropolitana.

Anche se il nome può apparire estraneo, i downburst sono in realtà molto comuni sul territorio italiano in concomitanza con i forti temporali. Le raffiche sono tanto forti da mettere in serio pericolo la circolazione dei mezzi aerei, oltre ovviamente al crollo di alberi, tetti e strutture leggere e ai danni che ne conseguono.

Cosa sono i downburst?

I downburst sono letteralmente delle colonne d’aria fredda che discendono ad alta velocità, generando forti raffiche di vento (superando anche i 100 km/h) e acquistando, talvolta, un moto vorticoso. La discesa dell’aria fredda all’interno della nube temporalesca è tanto rapida da essere paragonabile a una vera e propria esplosione, per l’appunto burst significa “scoppio”.

La principale differenza rispetto alle trombe d’aria è che mentre queste ultime si sviluppano su un asse verticale, i downburst si propagano a livello del suolo da cui le correnti iniziano a muoversi in tutte le direzioni in modo radiale, fino a generare moti vorticosi nei casi peggiori.

A differenza delle trombe d’aria, i downburst non presentano il caratteristico cono verticale, ma anzi colpiscono violentemente e direttamente il suolo con raffiche di vento di elevata intensità. Questi fenomeni, vere e proprie tempeste di vento, si rilevano pericolosi soprattutto per gli aerei, in particolar modo nelle fasi di decollo e atterraggio, proprio per la difficoltà di previsione.

Perché si formano i downburst

La formazione dei downburst si compie durante i temporali, specie quelli di elevata intensità. La pioggia e la grandine, infatti, trascinano l’aria fredda presente in quota verso il basso. Non solo l’aria che si trova ad alta quota è naturalmente molto più fredda rispetto a quella a terra, ma nel precipitare scende ancora di temperatura.

Quando arriva al suolo la corrente impatta con l’aria a terra, molto più calda e ricca di umidità, causando così una sorta di scoppio che dal punto di origine si propaga in tutte le direzioni. I colpi di vento iniziano quindi a diffondersi ovunque, perfino con velocità superiori ai 100 km/h.

Il downbust può toccare il suolo o meno a seconda della tipologia, avere una durata variabile (si distingue infatti tra microbust, che durano fino a 5 minuti, e macrobust) ed essere secco (con relativo rischio incendi) o accompagnarsi alla pioggia, proprio come quello di Milano. Anche il dry downbust si origina nei temporali, ma l’acqua evapora prima di arrivare a terra.

Allarme downburst in Italia: cosa fare

Mentre il Sud e parte del Centro sono alle prese con picchi di temperatura fuori dalla norma, il Nord Italia sarà caratterizzato nei prossimi giorni da fortissimi temporali. La Lombardia e parte del Veneto, in particolare, sono in allerta arancione per il rischio meteo-idrogeologico per la giornata di domani, martedì 25 luglio.

Si temono quindi nuovi downburst, che pur essendo un fenomeno frequente, possono assumere inaspettate intensità. Le precauzioni da adottare sono pressoché analoghe a quelle raccomandate in caso di bufere, tornado e terremoti. Principalmente, è importante ripararsi in una struttura solida, meglio ancora se sotterranea, evitando la vicinanza a oggetti in pericolo caduta e alimentazione elettrica. È preferibile non utilizzare i veicoli, facilmente ribaltabili dai fenomeni di alta intensità, ed evitare le aree aperte.

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