I cani non possono entrare in alcuni luoghi, ma in altri casi i divieti sono illegittimi secondo la giurisprudenza. Ecco cosa prevede la legge in Italia.
I cani vengono definiti i migliori amici dell’uomo e i proprietari vorrebbero portarli sempre con sé. Si tratta di veri e propri membri della famiglia ed è giusto che vadano accuditi e salvaguardati al meglio. La legge punisce severamente chi maltratta o abbandona i cani, ma allo stesso tempo impedisce di portarli in alcuni luoghi. Ci sono infatti delle esigenze di igiene e sicurezza che motivano i divieti di ingresso dei cani in alcuni posti o che impongono il rispetto di precise precauzioni. L’uso del guinzaglio e/o della museruola sono tra le principali. Vediamo quindi dove possono entrare i cani in Italia e in quali posti, invece, l’accesso è vietato agli amici a quattro zampe.
Dove possono entrare i cani
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non c’è una legge nazionale che regolamenta l’ingresso dei cani nei luoghi pubblici o la loro circolazione. Tutto dipende quindi dalle singole ordinanze regionali, provinciali e comunali. A tal proposito, è però bene sapere che la vasta giurisprudenza del Tar impedisce agli enti locali di limitare del tutto l’ingresso dei cani nelle aree pubbliche all’aperto. Ciò si tradurrebbe infatti in una limitazione eccessiva della libertà personale e della circolazione, senza motivazioni giuridicamente rilevanti.
Per quanto riguarda i luoghi pubblici bisogna quindi verificare le ordinanze, che molto spesso prevedono delle accortezze da rispettare, più che estesi divieti. Come anticipato, può essere prescritto l’obbligo del guinzaglio con una certa lunghezza massima oppure anche della museruola. Non può comunque trattarsi di strumenti lesivi del benessere dell’animale. Sono poi sempre le ordinanze a prevedere anche possibili sanzioni in caso di infrazione.
Per quanto riguarda i luoghi privati, invece, l’accesso dei cani o di altri animali è rimesso alla piena discrezionalità di proprietari e gestori. Di fatto, lo stesso vale per i luoghi aperti al pubblico, purché ciò non si traduca in una discriminazione immotivata.
Dove non possono entrare i cani
Pur non esistendo un riferimento normativo unico sui divieti di ingresso dei cani, ci sono comunque dei regolamenti validi su tutto il territorio nazionale, fondamentali per capire dove può entrare (e dove no) il proprio animale domestico.
A tal proposito, è indispensabile conoscere il Regolamento n. 852/2004/CE, secondo cui i cani non possono entrare in alcuni luoghi per esigenze igieniche. In particolare, ciò riguarda tutti i luoghi in cui c’è manipolazione degli alimenti, ossia:
- locali dove si preparano, trattano o trasformano alimenti (cucine, laboratori alimentari, macellerie, pasticcerie);
- locali dove si manipolano o confezionano alimenti (sale di confezionamento, aree di taglio e porzionamento);
- aree di stoccaggio degli alimenti sfusi o trasformati (magazzini con alimenti non confezionati);
- zone di lavaggio utensili e attrezzature (lavastoviglie industriali, aree lavello e similari).
Di conseguenza, per bar, ristoranti, supermercati e altri esercizi simili l’ingresso dei cani è limitato alle sole zone aperte al pubblico e comunque impedendo il contatto diretto con i generi alimentari per evitare possibili contaminazioni.
Un altro riferimento normativo fondamentale è il regolamento della polizia veterinaria (Dpr n. 320/1954) secondo cui i cani possono entrare nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto, se tenuti al guinzaglio e, dove richiesto, con museruola.
Teatri, cinema, ospedali e altri luoghi aperti al pubblico
Nessuna norma nazionale impedisce l’ingresso dei cani nei luoghi aperti al pubblico, ma nemmeno impedisce ai gestori o chi per loro di vietarlo. Per meglio dire, è legittimo vietare l’ingresso dei cani in questi spazi o sottoporlo a precisi criteri e controlli, purché in modo motivato e coerente con i servizi e le finalità del luogo stesso. Negli ospedali, per esempio, l’ingresso è generalmente vietato per esigenze di igiene, fatta eccezione per cani guida e pet-therapy quando previsto.
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