Disbrigo affari correnti: cosa significa e cosa può fare il governo dimissionario

Rosaria Imparato

21/07/2022

21/07/2022 - 11:01

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Cosa vuol dire disbrigo affari correnti? Vediamo cosa può fare (e cosa non può più fare) il governo dimissionario.

Disbrigo affari correnti: cosa significa e cosa può fare il governo dimissionario

Il Governo Draghi è finito. Oggi 21 luglio Draghi è andato prima alla Camera, dove ha ringraziato i presenti e ha anche fatto una battuta sul cuore dei banchieri (un riferimento a una barzelletta raccontata nelle settimane scorse) e poi ha chiesto la sospensione della seduta per recarsi al Colle.

Draghi quindi si è dimesso dopo un brevissimo discorso. Ieri 20 luglio il governo ha anche ottenuto la fiducia al Senato, ma solo con 95 senatori, visto che Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega non hanno partecipato al voto.

Nella comunicazione alla stampa il segretario della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti ha annunciato che il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti.

Cosa significa “disbrigo degli affari correnti” e quali sono le funzioni che il governo dimissionario può fare?

Che significa “disbrigo degli affari correnti”?

L’espressione “disbrigo degli affari correnti” viene usata quando un presidente del Consiglio dà le dimissioni. Anche se dimissionario, infatti, il governo deve restare in carica finché non si insedia il nuovo esecutivo. Il motivo è semplice: un Paese non può rimanere senza governo, altrimenti va incontro alla paralisi amministrativa.

Si tratta però di un governo che ha dato le dimissioni, e quindi non ha più la stessa legittimazione politica. La Costituzione non disciplina in modo specifico questo aspetto, ma prevede che resti il governo resti in carica per il “disbrigo degli affari correnti”, cioè per garantire continuità nell’amministrazione.

Cosa può fare il governo dimissionario

La formula “disbrigo degli affari correnti” è molto ampia e generica, ma in sostanza è un atto di autolimitazione: il governo dimissionario si impegna a operare solo per garantire continuità amministrativa, quindi ad attuare determinazioni già assunte dal parlamento e ad adottare solo atti urgenti.

In concreto, quindi, il governo dimissionario che rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti può:

  • emanare decreti legge in casi di urgenza, così come esaminare i relativi disegni di conversione;
  • esaminare i disegni d legge di ratifica dei trattati, i ddl di delegazione europea e della legge europea. I tratta di obblighi derivanti dall’appartenenza all’Ue.

Atti straordinari: cosa non può fare il governo dimissionario

Il perimetro del disbrigo degli affari correnti ha confini labili, tuttavia ci sono dei limiti derivanti dalla correttezza politica, cioè non si possono fare quegli atti che potrebbero arrecare un danno al nuovo governo.

Per esempio, non si possono esaminare nuovi disegni di legge (a meno che non derivino da obblighi internazionali), non si possono fare nuove nomine o designazioni prive di vincoli temporali (cioè fino all’entrate in carica del nuovo governo).

Si possono approvare decreti legislativi, infine, solo se serve a evitarne la scadenza dei termini.

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