La diga più alta al mondo sarà presto completata. I lavori sono iniziati 49 anni fa

Alessandro Nuzzo

2 Settembre 2025 - 21:19

Si tratta della diga di Rogun i cui lavori sono iniziati nel 1976. Dopo due decenni di stop ora a portare a termine l’opera è l’italiana Webuild.

La diga più alta al mondo sarà presto completata. I lavori sono iniziati 49 anni fa

La diga di Rogun in Tagikistan è ormai vicina al traguardo, con i lavori in fase di completamento. La prima pietra fu posata nel 1976, quando la nazione asiatica apparteneva ancora all’Unione Sovietica. In quell’epoca i lavori proseguirono lentamente e si arrivò solo alla costruzione delle fondamenta. Poi, complice l’instabilità politica, per due decenni il cantiere rimase fermo. Fino al 2016, quando il governo tagiko selezionò l’azienda italiana Salini Impregilo, oggi Webuild, per completare la diga. I lavori ripartirono e in pochi anni compirono un avanzamento significativo, tanto che oggi si intravede la luce in fondo al tunnel. Se tutto procederà senza intoppi, sarà completata entro il 2028. Per un progetto iniziato 49 anni fa significa che la conclusione è davvero vicina.

Una volta ultimata e pienamente operativa, diventerà la diga più alta del mondo con i suoi 335 metri, superando di 30 metri l’attuale primato della diga Jinping-1, situata nel Sichuan, in Cina.

Diga di Rogun: dove si trova

L’imponente struttura sorge a cento chilometri a est della capitale Dushanbe, in una gola larga appena 600 metri tra i monti del Pamir, attraversata dal fiume Vakhsh. Il volume del bacino idrico sarà di poco superiore a 13 chilometri cubi. La centrale avrà una potenza installata di 3,6 gigawatt e raddoppierà la produzione energetica nazionale. Si tratta di un’opera strategica e vitale per il Paese, che da anni ha abbandonato i combustibili fossili per produrre elettricità esclusivamente con centrali idroelettriche. Il problema, tuttavia, è che l’attuale capacità non copre interamente la domanda: circa il 70% della popolazione subisce interruzioni di corrente, soprattutto in inverno. Con l’entrata in funzione della diga, questo squilibrio dovrebbe essere risolto, grazie al raddoppio della produzione e a una maggiore stabilità per l’intera regione.

Il progetto è finanziato dal governo e dalla Banca Mondiale, con un costo complessivo stimato in 3,5 miliardi di euro. Nell’ultimo anno i lavori hanno registrato progressi importanti: la struttura è stata innalzata di 100 metri grazie alla posa di circa 13 milioni di metri cubi di materiale di riempimento, che costituiscono il corpo principale della diga. Di questi, circa 3,5 milioni di metri cubi di argilla sono stati utilizzati per la realizzazione del nucleo impermeabile.

Parallelamente, sono stati eseguiti oltre 180.000 metri lineari di iniezioni, fondamentali per consolidare le fondazioni e le spalle dell’opera, oltre che per creare la cortina idraulica al loro interno. Interventi rilevanti hanno interessato anche le gallerie, dove, in base all’avanzamento, sono stati effettuati getti di calcestruzzo e lavori di tamponamento.

Tutto questo in un contesto climatico difficile, tra inverni rigidi e tempeste estive. Una sfida logistica e ingegneristica che simboleggia innovazione e resilienza da parte di Webuild, leader mondiale nella costruzione di dighe e impianti idroelettrici. Proprio in questi giorni, mentre Rogun avanza, Webuild si prepara a festeggiare un altro traguardo storico: l’inaugurazione della Grand Ethiopian Renaissance Dam, la più grande diga africana, prevista per settembre.

Iscriviti a Money.it