Detrazioni spese scolastiche, i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Patrizia Del Pidio

1 Luglio 2025 - 12:14

L’Agenzia delle Entrare nella sua guida sulla dichiarazione dei redditi fornisce importanti chiarimenti sulle detrazioni delle spese scolastiche in presenza di benefit da parte del datore di lavoro.

Detrazioni spese scolastiche, i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Le spese scolastiche potrebbero essere rimborsate anche dal datore di lavoro come benefit, in quel caso come si comporta la detrazione fiscale al 19%? La parte rimasta a carico del contribuente può essere, in ogni caso, indicata nella dichiarazione dei redditi per poter fruire dello sconto di imposta. Lo stesso meccanismo si applica anche alle rette dell’asilo nido, se in parte rimborsate dal datore di lavoro come fringe benefit, ma solo a patto che non sia stato richiesto il bonus asilo nido.

A spiegarlo è l’Agenzia delle Entrate nella guida alle agevolazioni sulla dichiarazione dei redditi pubblicata lo scorso 17 giugno: al posto delle circolari abnormi a cui eravamo abituati, ora le Entrate forniscono le maxi guide esplicative per permettere al contribuente di orientarsi più facilmente in dichiarazione dei redditi.

Detrazione spese scolastiche: sì, ma solo per la parte eccedente

In alcuni casi il datore di lavoro, tra i diversi benefit riconosciuti, potrebbe rimborsare (totalmente o parzialmente) le spese sostenute per l’istruzione dei figli. In questo caso, senza una spiegazione risulta difficile al contribuente capire come applicare le detrazioni nel 730.

La spesa sostenuta nel 2024 che è stata rimborsata dal datore di lavoro non può essere inserita in dichiarazione dei redditi, ma l’eventuale agevolazione fiscale può essere fruita sulla parte di spesa che il datore di lavoro non ha rimborsato.

Facciamo un esempio per comprendere il meccanismo. Un dipendente con due figli ha speso nel 2024 750 euro per la frequenza della scuola dei figli. Il datore di lavoro, a titolo di benefit ne rimborsa 500. Nel 730 il lavoratore non potrà inserire la spesa complessiva, perché una parte è stata rimborsata dal datore di lavoro ed è indicata nella CU 2025 tra le retribuzioni premiali. Nella dichiarazione dei redditi come spesa scolastica detraibile, però, potrà inserire l’importo non rimborsato, ovvero 250 euro.

Dal 1° gennaio 2025 detrazione più alta

Le spese per la frequenza scolastica, fino a quelle sostenute nel 2024, potevano essere portate in detrazione nella misura massima di 800 euro per ogni figlio studente. Dal 1° gennaio 2025, invece, il tetto dell’importo detraibile si alza a 1.000 euro per ogni figlio, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2025. Lo sconto di imposta massimo, in questo modo, passa da 152 euro a 190 euro per ogni figlio.

Le spese per l’asilo nido hanno un doppio vincolo

Nella guida dell’Agenzia delle Entrate un capitolo a parte è dedicato all’eventuale detrazione spettante per le spese sostenute per l’asilo nido dei figli. In questo caso bisogna rispettare un doppio vincolo per avere diritto alla detrazione in sede di dichiarazione dei redditi con un tetto massimo fissato a 632 euro.

Le spese rimborsate dal datore di lavoro non possono essere indicate in dichiarazione dei redditi per avere diritto alla detrazione al 19%, per la parte non rimborsata, invece, la spesa può essere indicata solo se non si è richiesto il bonus asilo nido che, ricordiamo, è un’alternativa alla detrazione.

Facciamo un esempio per comprendere. Un lavoratore dipendente paga la retta dell’asilo nido 200 euro al mese per 10 mesi l’anno, spendendo 2.000 euro. Se il datore di lavoro ha rimborsato 1.000 euro il lavoratore può indicare solo la parte eccedente non rimborsata, entro il limite massimo di 632 euro, nella dichiarazione dei redditi solo se non ha richiesto il bonus asilo nido.

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