Si possono portare in detrazione delle spese mediche che ha pagato una terza persona? A chi spetta il beneficio fiscale, a chi paga o a chi è intestata la fattura?
La detrazione delle spese mediche in sede di dichiarazione dei redditi è uno dei benefici fiscali più utilizzati dai contribuenti italiani. Il dubbio che potrebbe sorgere è se il beneficio spetta a chi paga materialmente la spesa o a chi la spesa in questione è intestata (colui che appare sulla prescrizione medica o sulla fattura)? Un figlio che paga una visita di un genitore può portare in detrazione la spesa o il beneficio spetta al genitore che è titolare della fattura? In farmacia, invece, come funziona se a comperare i farmaci è una persona diversa dall’intestatario della prescrizione?
Si tratta di una casistica assai diffusa perché non sempre a sostenere il pagamento di una spesa medica è il soggetto interessato (che poi dovrebbe fruire della detrazione). Può capitare che, per mancanza di tempo, si deleghi il pagamento di una fattura a un genitore, un figlio o qualche altro parente. In questo caso a chi spetta la detrazione?
Detrazione spese mediche pagate da altri
La legge di riferimento prevede che la detrazione spetti a chi sostiene una determinata spesa. Non specifica, però, quando il sostenimento della spesa deve avvenire. Il pagamento dell’onere da parte del contribuente potrebbe, quindi, avvenire anche in un momento successivo a quello del pagamento della fattura.
Un genitore, quindi, può pagare una fattura di spese mediche del figlio senza che quest’ultimo perda il diritto alla detrazione: l’importo pagato, infatti, potrebbe essere stato rimborsato dal figlio anche in un secondo momento.
Se le parti sono in accordo, quindi, le detrazioni della spesa sanitaria possono essere fruite anche se a sostenere materialmente il pagamento della fattura è stato qualcun altro.
Si tratta di un chiarimento che l’Agenzia delle Entrate ha fornito rispondendo all’Interpello 484 del 2020 per il caso di una prestazione sanitaria del genitore pagata, però, dal figlio.
La detrazione spese sanitarie a chi spetta?
La detrazione, spiega il Fisco, spetta in ogni caso all’intestatario della fattura, perché la spesa si può considerare sostenuta dal contribuente a cui è intestata, anche se l’esecutore del pagamento è stato qualcun altro. Regolare il conto tra le parti è un aspetto che rientra tra i rapporti interni e poco influenza il diritto all’agevolazione.
Una cosa però va sempre considerata: deve esserci corrispondenza tra la spesa detraibile e il pagamento, anche se effettuato da altro soggetto. A essere determinante, quindi, è la tracciabilità del pagamento e il fatto che lo stesso possa essere ricondotto alla spesa medica che si porta in detrazione. Non è importante, invece, se il pagamento è stato eseguito utilizzando la carta di credito di un altro soggetto o se è stato l’altro soggetto a pagare al posto del contribuente.
Il diritto alla detrazione della spesa medica, quindi, resta sempre in capo a colui a cui è intestata la fattura.
Allo stesso modo, anche per le spese effettuate in farmacia: determinante non è il nominativo presente sulla prescrizione medica (la persona a cui è destinato il farmaco che si acquista) o chi paga materialmente la spesa, ma il codice fiscale fornito al momento del pagamento. Chi sostiene la spesa, quindi, può fornire il proprio codice fiscale se vuole portare in detrazione la spesa medica, in alternativa può fornire il codice fiscale di un’altra persona.
Facciamo un esempio. Una nonna incapiente va in farmacia a comprare, tutti i mesi, i farmaci per la pressione. La donna non può portare in detrazione la spesa, non avendo capienza fiscale e al momento del pagamento fornisce il codice fiscale del nipote, impiegato. A portare in detrazione la spesa sarà il nipote, intestatario del documento fiscale, indipendentemente dal fatto che a pagare sia stata la nonna e che fosse anche la beneficiaria dei medicinali acquistati.
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