Crollo in Russia, un indicatore è più rosso che mai negli ultimi 200 anni

Alessandro Nuzzo

28 Luglio 2025 - 21:54

Il Cremlino è costretto a fare i conti con un indicatore che lo scorso febbraio è stato il più basso degli ultimi 200 anni.

Crollo in Russia, un indicatore è più rosso che mai negli ultimi 200 anni

Guerra in Ucraina, sanzioni internazionali, crisi economica: sono molti i problemi che il Cremlino si trova a dover affrontare in questi ultimi anni. Ma ce n’è un altro, forse meno visibile nell’immediato ma potenzialmente ancora più grave: il crollo della natalità. La Russia da tempo combatte con un progressivo calo delle nascite e oggi ha deciso di intervenire con misure concrete per provare a invertire il trend.

Nel 2024 il tasso di natalità ha raggiunto il livello più basso dal 1999. In tutto l’anno, in Russia sono nati soltanto 1,2 milioni di bambini, il 3,4% in meno rispetto al 2023.

La situazione nel 2025, purtroppo, appare ancora più preoccupante. Nei primi mesi del nuovo anno, la natalità ha continuato a scendere. Solo nel primo trimestre il numero di nascite è calato del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato più allarmante arriva da febbraio: il calo è stato del 7,6% rispetto al 2024, toccando il livello più basso registrato negli ultimi due secoli. Tra gennaio e marzo, sono nati appena 288.800 bambini.

Il tasso di fertilità è ora fermo a 1,4 figli per donna, un dato nettamente al di sotto della soglia di sostituzione generazionale, che secondo gli esperti dovrebbe essere almeno 2,1 figli per donna. A questo ritmo, il declino demografico rischia di diventare irreversibile nel lungo periodo.

Pronte strategie mirate per arginare il calo

Il Cremlino è consapevole della gravità del problema e ha annunciato un impegno deciso per affrontarlo. Secondo Valentina Matviyenko, presidente del Consiglio della Federazione Russa, è stata istituita una speciale task force: vere e proprie «forze speciali demografiche», incaricate di elaborare strategie mirate e concrete per contrastare il calo delle nascite.

Il presidente Vladimir Putin segue da anni con attenzione il tema demografico. Già nel 2018 aveva avviato un progetto nazionale sulla natalità, con l’obiettivo di arrestare il declino entro sei anni. Tuttavia, i risultati non sono stati quelli sperati, e il piano è stato prorogato al 2030.

Nel 2023, Putin aveva dichiarato che avere più figli dovrebbe diventare la norma e uno stile di vita per ogni famiglia russa. Inoltre, aveva definito l’aborto un «problema acuto», sottolineando la necessità di promuovere i valori della famiglia tradizionale. «Molte delle nostre nonne e bisnonne hanno avuto sette o otto figli, forse anche di più. Dovremmo preservare e far rivivere queste meravigliose tradizioni», aveva affermato in un discorso pubblico.

Ma quali sono i motivi di questa crisi demografica? In cima alla lista c’è senza dubbio la situazione economica. Secondo un sondaggio condotto su scala nazionale, i russi stessi indicano i fattori finanziari come i più rilevanti nella decisione di mettere al mondo un figlio. La difficoltà a sostenere i costi di una famiglia scoraggia molte coppie.

Accanto alle difficoltà economiche, incide anche il contesto geopolitico e sociale. La guerra in Ucraina, le sanzioni internazionali, l’incertezza sul futuro e la percezione di instabilità hanno contribuito ad alimentare un clima di timore, che spinge molte famiglie a rimandare o rinunciare del tutto al progetto di avere figli.

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# Russia
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