Nonostante il clima mite di questo inverno, la crisi energetica resta un motivo di preoccupazione. In molti infatti si mostrano contrari alla dipendenza dei Paesi dai combustibili fossili.
La dipendenza del mercato energetico dai combustibili fossili è vista da molti esperti come un punto di debolezza. La Russia e gli Stati Uniti continuano a utilizzare la variabile energetica come un’arma per la propria «guerra fredda» creando non pochi timori riguardo la nascita di possibili future instabilità geopolitiche. Una soluzione individuata da alcuni esperti è fare maggior affidamento sull’energia rinnovabile.
Il clima mite di questo inverno è stato un vero e proprio colpo di fortuna per i cittadini e i Paesi europei. Attualmente i timori legati a una crisi energetica sembrano un ricordo passato o un rischio sopravalutato. Per alcuni esperti, però, il pericolo non è ancora del tutto superato. Secondo il presidente esecutivo di Iberdrola SA, Ignacio Galan, la «fortuna» non è una ragione sufficiente per decretare la fine dei timori riguardo una possibile crisi energetica. Questo perché il clima mite ha contribuito ad abbassare la domanda di carburante ma non ha ridotto la dipendenza del mercato energetico ai combustibili fossili.
L’energia è al centro della guerra economica che sta contrapponendo gli Stati Uniti e i loro alleati alla Russia. Quindi, davanti alle attuali preoccupazioni, un Paese che fa affidamento esclusivamente sui combustibili fossili resta abbastanza instabile da un punto di vista energetico. Questo perché, sebbene le probabilità di riempire i giacimenti per il prossimo inverno con quasi nessun gas russo stia aumentando, si prevede che il mondo sarà ancora a corto di gas fino al 2026 e che l’attuale instabilità geopolitica complicherà le cose. [...]
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