La crisi delle banche causerà un crollo dell’economia?

Alessandro Nuzzo

29 Marzo 2023 - 23:26

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Prima del fallimento della Silicon Valley Bank l’economia mondiale viaggiava su numeri incoraggianti. Cosa potrebbe succedere ora?

La crisi delle banche causerà un crollo dell’economia?

Da alcune settimane il mondo finanziario sta vivendo un momento non facile. Tutto è partito con il fallimento della Silicon Valley Bank negli Stati Uniti. Un evento che si pensasse non avesse conseguenze per l’economia europea ed invece la prima a cadere è stata la banca svizzera Credit Suisse, salvata solo grazie all’intervento di Ubs. Poi la turbolenza ha colpito la Deutsche Bank che ha portato le borse europee ko, 1,6 miliardi di capitalizzazione bruciata da Deutsche e oltre 30 miliardi dall’indice delle banche europee.

Eppure prima del fallimento della Silicon Valley Bank gli analisti erano convinti che l’economia stesse andando bene ed era in netta ripresa con il Pil globale che viaggiava su stime di un +3% annuo. Nei paesi industrializzati il mercato del lavoro era tornato ad esplodere. Cosa accadrà ora dopo le turbolenze delle scorse settimane? L’economia mondiale potrebbe crollare?

Sono due le preoccupazioni degli economisti

Prima del caos bancario la situazione finanziaria globale era rosea e tranquilla. Oggi le prime stime mostrano ancora una scarsa incidenza della crisi sulla crescita dell’economia. Attualmente le previsioni indicano una crescita del 3,4%, rispetto al 3,7% prima del crollo di Svb. Ma è ancora presto per avere la certezza di essere fuori pericolo. Sono due i fattori che destano preoccupazioni tra gli economisti: l’incertezza e l’accesso al credito.

L’incertezza per il futuro potrebbe giocare un ruolo negativo nell’economia globale. Se le persone percepissero una certa preoccupazione sullo stato dell’economia temendo ulteriori crisi bancarie, potrebbero tagliare i consumi e gli investimenti e portare ad un taglio della crescita anche di mezzo punto percentuale assestandola sul 2,5%.

Nella realtà dei fatti però, a meno che le turbolenze bancarie non continuino, è improbabile che l’incertezza possa avere un ruolo chiave nelle stime di crescita. Recenti sondaggi hanno rilevato come le recenti crisi bancarie abbiano suscitato poca impressione sulle persone. Difficile capire il perché la gente non è preoccupata dalla crisi. Forse le recenti vicissitudini come la pandemia da covid-19 e la guerra in Ucraina hanno fatto sì che una crisi economica venisse percepita in modo molto meno grave.

Per questo gli economisti sono preoccupati molto di più per il secondo fattore: la difficoltà di accesso al credito. Le banche temendo perdite, potrebbero ritirarsi dai prestiti, privando le imprese del capitale necessario e le imprese, senza capitale, non possono effettuare gli investimenti programmati e crescere in modo rapido.

Dopo il crollo di Svb, i mercati dei capitali si sono congelati. Dall’inizio di marzo i prezzi delle azioni delle banche globali sono crollati di un sesto e il calo dei prezzi delle azioni tende a colpire la crescita dei prestiti. Le banche possono pensare di ridurre i prestiti se vedono una riduzione dei depositi o se hanno bisogno di raccogliere capitali perché gli investitori dubitano della loro sicurezza. In effetti già diverse banche mondiale stanno utilizzando una strategia di prudenza. Secondo le stime lo stop ai prestiti bancari potrebbe incidere sulla crescita globale riducendola anche di un punto percentuale.

Per adesso un crollo dell’economia sembra scongiurato

Questi sono due fattori sicuramente da tenere d’occhio ma le recenti turbolenze è improbabile che spingano l’economia mondiale al crollo. Poi ovviamente le cose possono cambiare e il fallimento di un’altra banca potrebbe causare un effetto domino e mettere l’economia globale in crisi. Ma al momento non ci sono indicazioni in tal senso.

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