Dopo la tempesta perfetta del 2022, il 2023 sarà l’anno della svolta per le criptovalute? Sparita l’euforia (e la fiducia) cosa succederà all’intero ecosistema? Ecco le previsioni degli esperti.
Mai come ora analisti ed esperti di criptovalute sono cauti nel formulare le loro previsioni per il 2013.
Il 2022 è stato uno degli anni più turbolenti nella storia delle criptovalute, dove il fallimento dell’exchange crypto FTX rappresenta solo l’ultimo atto (dall’epilogo amaro) di un’euforia irrazionale degna delle più famose bolle speculative a cui il mondo finanziario abbia mai assistito, ma anche la nemesi della spregiudicatezza di cattivi operatori del settore.
Il mondo delle criptovalute è da sempre caratterizzato da movimenti violenti e improvvisi, capaci di creare e di distruggere interi patrimoni dall’oggi al domani. Ma l’implosione in primavera della stablecoin algoritmica Terra Luna e i successivi fallimenti a catena (della piattaforma di prestiti Celsius, Voyager, dell’hedge fund Thress Arrows Capital e da ultimo di FTX) hanno messo a nudo tutte le criticità dell’intero sistema crittografico, trascinando al ribasso anche Bitcoin, la regina delle criptovalute.
Molti osservatori si domandano se questi fatti possano segnare la fine delle criptovalute o se ci siano le condizioni per una ripartenza dopo un periodo di crisi eccezionalmente dura e prolungata.
Su questo sfondo analizziamo i temi chiave che guideranno il mercato delle criptovalute e le previsioni per il 2023 da parte degli esperti.
Criptovalute: temi e previsioni per il 2023
Dopo quanto accaduto nel 2022 fare previsioni per il 2023 è ancora più difficile. Secondo gli analisti l’ondata di fallimenti che ha colpito il settore proseguirà anche nei prossimi mesi. Altre società del mondo crittografico (anche le meno sospettabili) potrebbero vacillare per il fatto che il contagio è troppo vasto e troppo difficile da quantificare. Per tale ragione le previsioni degli esperti si concentrano su alcuni grandi temi da seguire nei prossimi mesi:
- disaggregazione delle attività di intermediazione
- maggiore regolamentazione
- fine della speculazione e ricerca dell’utilità
- formazione su come funzionano le criptovalute
1# Disaggregazione delle attività di intermediazione
Fallimenti ed eventi di deleveraging sono culminati in una crisi di fiducia che molti analisti del settore considerano non ancora terminata: la causa va però cercata negli errori umani e non in una tecnologia difettosa.
Per evitare che si verifichi un nuovo scandalo simile a quello di FTX, le piattaforme di prestito crittografico dovranno disaggregare i servizi di custodia, di intermediazione e di prestito, così come accade nella finanza tradizionale. Questa trasformazione potrebbe portare a consolidare gli operatori più solidi ed affermati, come Coinbase, Binance e Uniswap.
2# Maggiore regolamentazione
Un altro grande tema del 2023 sarà quello della regolamentazione. A inizio anno diventerà operativo il MiCa, il regolamento europeo per proteggere i consumatori dai rischi connessi agli investimenti in criptovalute e in stablecoin, definendo caratteristiche e requisiti a cui devono sottostare le aziende che emettono asset digitali. Una maggior chiarezza normativa potrebbe favorire l’adozione su larga scala delle monete digitali riducendone la volatilità.
L’urgenza di una maggiore regolamentazione delle criptovalute «si scontrerà in un’epica battaglia con la necessità di mantenere il decentramento», spiega Laura Shin, conduttrice del podcast «Unchained».
3# Fine della speculazione e ricerca dell’utilità
Gli eventi del 2022 insegnano che è limitante guardare le criptovalute solo e soltanto come strumento speculativo, perché c’è molta diversificazione nel settore. Giacomo Vella, Ricercatore per l’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano, sostiene che il valore di molte criptovalute alla base di ecosistemi complessi (come Ethereum, Polygon, Solana) e utilizzate per costruire applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi) e NFT non si basa solo sul valore di mercato ma soprattutto sull’utilità del progetto sottostante.
«Se tutto va bene, la fase finale della correzione del mercato delle crptovalute sposterà i progetti di criptovalute dalla speculazione verso l’utilità, ossia verso piattaforme e protocolli social Web3 più significativi», prevede Alex Zhang, a capo di Friends with Benefits DAO.
Nel 2023 e negli anni a seguire la tendenza sarà dunque quella di identificare progetti di criptovaluta e finanza decentralizzata con investimenti a lungo termine e in particolare con forti «casi d’uso» o applicazioni pratiche nel mondo reale.
4# Formazione su come funzionano le criptovalute
Per superare la crisi di fiducia e per individuare i progetti crittografici migliori, investitori e professionisti finanziari dovranno studiare più a fondo come funziona effettivamente la tecnologia. In questo modo chi decide di investire in criptovalute lo farà non perché ritiene che andranno a 100 volte il valore attuale, ma perché pensa che ci sia davvero del valore, ossia utilità.
Criptovalute, le previsioni di Vitalik Buterin
Uno dei personaggi più dirompenti del settore è senza dubbio Vitalik Buterin, ceo e fondatore di Ethereum, la seconda criptovaluta più capitalizzata dopo Bitcoin. Buterin ha passato in rassegna gli avvenimenti negativi che hanno colpito il settore nel corso del 2022 sottolineando quali insegnamenti gli investitori devono trarne per il futuro. Prima di investire, occorre infatti capire se un determinato progetto può subire l’influenza delle distorsioni provocate dall’uomo.
Buterin ricorda che nel 2022 ci sono state anche storie di successo in grado di sostenere la ripartenza dell’industria crittografica: a partire dal coinvolgimento nelle criptovalute da parte di società della finanza tradizionale come Visa, a progetti come Uniswap, Rai Reflex Index e la stablecoin Dai creata dalla piattaforma Maker.
Per concludere, le premesse per una rinascita dell’industria delle criptovalute ci sono tutte, ma dipenderà (come sempre) dalla buona volontà degli attori di costruire progetti o migliorare quelli esistenti all’insegna della reale utilità, implementando quelle promesse evocate da Satoshi Nakamoto nel white paper del 2009.
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