Covid, con Cerberus nuovi sintomi difficili da riconoscere: ecco quali sono e perché resistono ad alcuni farmaci

Giacomo Andreoli

1 Dicembre 2022 - 13:08

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Le nuove varianti del coronavirus, Cerberus e Gryphon, sono più difficili da riconoscere, per sintomi leggermente diversi al passato. Finora i farmaci monoclonali sono risultati inefficaci.

Covid, con Cerberus nuovi sintomi difficili da riconoscere: ecco quali sono e perché resistono ad alcuni farmaci

I casi di Covid-19 in Italia stanno aumentando e si stanno diffondendo molto le varianti Cerberus e Gryphon. Queste due forme del virus, ’costole’ di Omicron 5, sono diverse da quelle del passato. Secondo il ministro della Salute Orazio Schillaci tutto ciò non deve preoccupare, ma Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano, invita comunque i cittadini a stare attenti, visto che in alcuni casi il coronavirus con queste varianti si potrebbe confondere con un comune raffreddore, ma “così non è”.

Secondo Schillaci “c’è stato un rialzo dei casi, ma le terapie intensive sono sotto il livello di guardia ed è questo cui bisogna guardare principalmente”. Il ministro, quindi, aggiunge che il coronavirus “è in una fase endemica e ciò ci ha permesso di riacquistare spazi di normalità”. Per questo l’esecutivo sostiene “un approccio basato sulla responsabilità dei cittadini”. Vediamo però nel dettaglio quali sono i sintomi di Cerberus e perché non vanno sottovalutati.

Covid, la variante Cerberus è più pericolosa?

La variante Cerberus, cioè la BQ.1, sta crescendo molto e viene rilevata oramai in oltre il 30% dei campioni che vengono sequenziati, mentre negli Stati Uniti è provoca già la metà delle infezioni. Così come Gryphon, secondo l’Istituto superiore di sanità, è una variante da monitorare “con grande attenzione” in quanto sono a “maggiore trasmissibilità” e quindi possono determinare una “potenziale evasione della risposta immunitaria”.

Cerberus è quindi più pericolosa perché attacca più facilmente l’organismo, che una volta colpito riesce a difendersi statisticamente meno, anche se in linea generale la variante è meno contagiosa rispetto ad Omicron 5. L’efficacia dei vaccini contro la mortalità, in ogni caso, rimane stabile.

Cerberus, quali sono i sintomi e come riconoscerli

I sintomi indotti da Cerberus sono diversi dalle altre forme di Covid. La variante produce una malattia che colpisce soprattutto le alte vie respiratorie, con sintomi in molti casi uguali a quelli dell’influenza, e per questo più facilmente confondibili. Insomma, praticamente non provoca mai la perdita del gusto o dell’olfatto, oppure vertigini e mal d’orecchio, che erano sintomi più o meno riconoscibili per il Covid.

Cerberus per lo più causa raffreddore, tosse forte e mal di gola. Questi sintomi possono essere accompagnati dalla febbre, che mediamente non è alta e duratura, ma è proprio la virulenza del raffreddore e affini ad essere per lo più superiore a quella causata dall’influenza. Medici e virologi consigliano di fare un tampone non appena compare anche uno di questi sintomi.

Cerberus, alcuni farmaci non sono efficaci

A preoccupare gli esperti, poi, è il fatto che i farmaci monoclonali usati fino ad ora sono sostanzialmente inefficaci. I vaccini, invece, benché come per tutte le varianti di Omicron proteggano meno rispetto al passato dalla semplice infezione, rimangono fondamentali per evitare nella stragrande maggioranza dei casi gli effetti più gravi e i decessi.

Ovviamente la copertura è più forte per chi ha fatto quattro dosi, ma contro le conseguenze gravi è elevatissima anche in chi ha ricevuto tre somministrazioni. Secondo Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di ricerca Epidemiologia molecolare dell’Università campus Bio-medico di Roma, sarebbero poi in arrivo nuove varianti.

Tuttavia quello che gli esperti stanno notando è che le sottovarianti di Omicron “si sta adattando sempre più a noi”, risultando meno contagiose. La speranza è quindi che non arriveranno nuove forme di Covid più pericolose rispetto alle attuali.

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