Covid, aumento dei casi e 6 regioni a rischio: cosa serve sapere sulla nuova ondata

Luna Luciano

25 Novembre 2022 - 18:46

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Tornano ad aumentare i casi per Covid in Italia, a rischio ben 6 regioni. Ecco qual è la situazione della penisola e cosa serve sapere della nuova ondata.

Covid, aumento dei casi e 6 regioni a rischio: cosa serve sapere sulla nuova ondata

Il Covid ha ripreso a correre in tutta la penisola, con il conseguente superamento da parte dell’indice di trasmissibilità Rt della soglia epidemica, dopo un relativo ma non duraturo calo.

Stando agli ultimi dati, l’incidenza a livello nazionale nella settimana del 18-24 novembre ha sfiorato i 388 casi positivi ogni 100mila abitanti, contro i 353 della settimana precedente (11-17 novembre). Nel periodo compreso tra il 2-15 novembre l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici risulta essere quindi pari a 1,04 (in un range 0,80-1,31), superando di fatto la soglia epidemica. Al momento risultano essere a rischio ben 6 Regioni.

I cittadini tornano quindi a preoccuparsi per l’aumento dei casi, specialmente in vista delle future festività natalizie, alle quali manca ormai meno di un mese. Infatti, sono in molti a temere un possibile ritorno delle mascherine durante le feste e a dover rinunciare alle lunghe tavolate con amici e parenti.

Di fronte a una simile situazione è importante conoscere quali siano le regioni a rischio e soprattutto cosa bisogna sapere sulla nuova ondata che ha investito l’Italia.

Covid, aumentano i casi: 6 regioni a rischio

Con l’aumento dei casi positivi, tornano a salire i ricoveri per Covid nei reparti ospedalieri, con un tasso di occupazione pari al 12% (rilevato il 24 novembre) contro l’11% della settimana precedente (rilevato il 17 novembre); mentre sembra essere stabile il tasso d’occupazione delle terapie intensive (rimasto al 2,5% come nella settimana precedente).

Guardando alla situazione delle singole Regioni, al momento sono 6 quelle che destano maggiori preoccupazioni. Il Veneto per aver registrato l’incidenza più alta dei casi con 694,9 ogni 100mila abitanti, seguito dall’Emilia Romagna con 521; mentre le restanti 5 preoccupano gli esperti per aver registrato un’occupazione dei reparti sopra la soglia di allerta fissata al 15%:

  • Emilia-Romagna al 15,3%;
  • Marche 15,5%;
  • Valle d’Aosta 19,4%;
  • Liguria 20,6%;
  • Umbria 31,3%.

In questo aumento dei contagi influisce sicuramente la diffusione delle nuove varianti: Cerberus e Gryphon. Infatti, stando ai dati a disposizione sulle varianti, Cerberus ha già raggiunto il 30,7% dei contagi, mentre negli Usa è ormai la causa della 50% dei positivi, ma è l’altra variante quella che si teme di più. Gryphon, ancora al 2,4%, è fonte di preoccupazioni non poco l’Iss a causa della maggiore trasmissibilità, essendo per l’Oms la variante più immunoevasiva finora registrata.

Covid, aumentano i casi: cosa serve sapere sulla nuova ondata

La nuova ondata di Covid preoccupa non pochi cittadini ed esperti, soprattutto a causa del freddo e il maltempo che stanno offrendo condizioni favorevoli alle varianti, Cerberus e Gryphon, di poter circolare più velocemente. Queste ben presto potrebbero superare Omicron 5.

A questo si aggiunge il fatto che un recente studio pubblicato su Nature ha dimostrato come i pazienti che si infettano nuovamente presentino un maggior rischio di mortalità “per tutte le cause ma anche di ospedalizzazione”, come ha spiegato all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).

Le reinfezioni avvengono purtroppo anche tra chi ha completato il primo ciclo vaccinale. E come ha spiegato l’infettivologo: “lasciar circolare il virus e non fare la quarta dose comporta dei rischi che, soprattutto gli anziani, non dovrebbero correre”. Bisogna inoltre tener conto che i casi Covid vanno ad aggiungersi ai casi influenzali e questo potrebbe portare a un improvviso rialzo delle infezioni che ospedali e Ministero devono essere pronti ad affrontare.

Ad Andreoni fa eco Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene dell’università Statale. L’esperto ha infatti spiegato che siamo di fronte a un’“onda” e non “ondata”, per via dell’intensità ridotta, ma ha aggiunto anche che se è vero che i casi Covid e quelli influenzali insieme possano causare qualche problema agli ospedali, non è niente che non si possa gestire prontamente e serenamente.

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