Costruttori auto e svolta green: quanto guadagneranno con le auto elettriche

Marco Lasala

21/02/2023

24/03/2023 - 16:27

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Nell’era della transizione energetica, lo switch dall’endotermico all’elettrico potrebbe generare cospicui guadagni per diverse case automobilistiche, Tesla in testa.

Le auto a benzina saranno bandite dall’Unione Europea dal 2035, a partire da quell’anno le case automobilistiche non potranno più commercializzare veicoli a propulsione endotermica (benzina e diesel).

È partita così la corsa per le case automobilistiche alla produzione e vendita di auto elettriche, nonostante il vecchio continente ma anche e soprattutto l’Italia siano ancora impreparati per un simile cambiamento.

Produrre in questo momento storico auto elettriche genererebbe alti guadagni alle case automobilistiche, intente ora ad accelerare la loro produzione anche per colmare il gap tecnologico con la minaccia proveniente dall’Asia e Cina.

Sicuramente il marchio che più di ogni altro ha sdoganato “la moda” dell’elettrico è Tesla, l’azienda americana secondo autorevoli fonti, è a oggi insieme ad altri pochi brand asiatici, l’unico produttore di veicoli a zero emissioni, che realmente sta traendo un cospicuo guadagno dalla commercializzazione di veicoli BEV.

Oltre 14.000 euro per ogni auto prodotta, un margine che seppur lordo, fa subito capire quando in Tesla l’economia di scala abbia giovato, realizzando grandi numeri, utilizzando piattaforme e software consolidati e batteria affidabili e tecnologicamente ancora all’avanguardia.

In seconda posizione ci sarebbe la General Motor, seguita da Toyota, Volkswagen e Hyundai.

Se questi brand non sono di certo nuovi nel panorama automobilistico, l’ascesa della BYD (marchio cinese specializzato nell’elettrico), farebbe pensare come da qui a qualche anno, potrebbero affacciarsi nuove realtà, forte di un’esperienza sull’elettrico che in Asia e Cina è sicuramente di gran lunga superiore a quella maturata nel vecchio continente.

Produrre auto elettriche realmente porta un guadagno alle case?

Tesla è il primo caso da studiare, il suo vantaggio rispetto alla concorrenza è notevole, le sue batterie sebbene oramai in parte superate, sono affidabili e soprattutto montate sulla totalità della gamma, ciò in termini di economie di scala, giova alle casse del Marchio, ma non solo, perché anche i telai delle auto elettriche prodotte dal marchio americano, sono semplici da realizzare.

Una sfida che sembra aver coinvolto più di un’azienda Europea, non è un caso che da qualche settimana anche Ford abbia abbassato i prezzi di listino del suo SUV elettrico, la Mustang Mach-E, ciò è dovuto al fatto anche di utilizzare una batteria non al litio, che consente di abbattere i costi di produzione e non solo.

L’aspetto principale dunque, secondo i report provenienti dai principali analisti finanziari mondiali, sarebbe proprio la produzione, aumentarla per ogni casa automobilistica attiva nel passaggio all’elettrificazione, consentirebbe di abbattere notevolmente i costi, con un conseguente ribasso dei prezzi di listino delle auto elettriche e una più larga diffusione.

Guardano l’Italia, diversi i siti produttivi che potrebbero essere coinvolti nello switch all’elettrificazione, primo tra tutti lo stabilimento Stellantis di Melfi ma anche quello di Mirafiori, impianti che producono numero ancora troppo piccoli per quanto concerne le BEV.

Il 2035 è alle porte e di fatto l’Unione Europea sta realmente mettendo in crisi un comparto, quale quello dell’automotive, che in Europa ha una storia centenaria e che è a rischio estinzione.

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