Cosa succederebbe se Putin lanciasse davvero una bomba nucleare

Luna Luciano

02/10/2022

03/10/2022 - 15:57

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Ora che Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia fanno parte della Russia, il Cremlino ha dichiarato che «farà di tutto» per difenderle. Torna quindi l’ombra del nucleare: ecco cosa potrebbe accadere.

Cosa succederebbe se Putin lanciasse davvero una bomba nucleare

Ritorna il timore per un’escalation nucleare tra Mosca e Kiev a causa della firma dei trattati di annessione alla Russia delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia,

E se il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che parlare di «un’escalation nucleare» in Ucraina è un’azione «irresponsabile», ribadendo la posizione contraria di Mosca anche solo di «parlare della questione», la tensione continua ad aumentare alle porte dell’Europa.

Questo a causa delle ultime dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin, che fin dall’invasione dell’Ucraina ha più volte fatto ricorso alla minaccia di utilizzare il proprio arsenale nucleare nel conflitto. Questa volta si teme che il Cremlino possa decidere di utilizzare le armi nucleari, finora non impiegate negli scontri, per difendere i territori annessi, considerati ormai parte integrante della Federazione russa.

Senza farsi prendere dal panico, trattandosi solo di ipotesi, è opportuno capire cosa potrebbe accadere se alla fine Putin dovesse lanciare una bomba nucleare. Ecco quali sono gli scenari.

Quanto è reale la minaccia nucleare di Putin?

Fin dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, Putin ha adoperato una retorica del nucleare, facendo più volte ricorso a minacce in caso di intervento diretto da parte della Nato e dell’Europa nel conflitto.

Secondo la dottrina di deterrenza nucleare russa, qualsiasi minaccia all’"integrità statale" della Federazione, anche se con armi convenzionali, potrebbe giustificare l’impiego del nucleare. Dopo la firma dei trattati di annessione delle regioni ucraine, infatti, Vladimir Putin ha dichiarato che Mosca «farebbe di tutto» per difendere il suo territorio; così come il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha chiarito che per proteggere i nuovi territori, la Federazione potrebbe ricorrere a «qualsiasi arma», comprese quelle «nucleari strategiche».

Eppure, stando a quanto riportato dal segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, al momento per Washington il rischio nucleare esiste, ma al momento non si intravede «nessuna minaccia imminente» sull’uso di armi nucleari da parte di Mosca. Gli fa eco il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan che Washington è «pronta a ogni evenienza».

Cosa accadrebbe se Putin lanciasse una bomba nucleare: gli scenari

Come ribadito precedentemente, quando si parla di possibili conseguenze di un’escalation nucleare si indaga il campo dell’ipotetico e mai dell’effettivo, è quindi opportuno poter conoscere i possibili scenari senza lasciarsi prendere dal panico.

Nel caso quindi in cui Putin dovesse decidere di ricorrere al nucleare per difendere i propri territori, anche quelli appena annessi, sono almeno due gli scenari che si aprono davanti a noi e tutto dipende da due fattori: la tipologia di arsenale impiegato e la risposta della Nato.

  1. armi nucleari tattiche ed escalation del conflitto limitata. Una prima ipotesi vede l’impiego da parte di Mosca di armi nucleari dal potenziale distruttivo ridotto e quindi limitato al territorio dell’Ucraina. In questo caso la Nato non potrebbe intervenire direttamente, in quanto l’Ucraina non fa parte dell’Alleanza;
  2. intervento della Nato. Nel caso in cui la Russia impiegasse armi nucleari e/o la Nato decidesse di intervenire, il conflitto potrebbe estendersi su scala internazionale. In tal caso tornano le parole lapidarie del ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, il quale ha dichiarato che la risposta della Nato a qualsiasi uso di armi nucleari da parte della Russia in Ucraina sarebbe: «devastante».

Sono questi i due scenari futuribili, intanto l’Ucraina torna a sollecitare un’accelerazione dell’adesione di Kiev alla Nato, più volte indicata da Mosca come uno dei motivi alla base del conflitto, ma Zelensky non sembra intenzionato a tornare indietro.

Sulla questione si è espresso anche il segretario dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, il quale ha ribadito che Kiev ha sì il diritto di «recuperare i territori occupati dalla Russia”, ma la decisione dell’ingresso del Paese nella Nato dovrà»essere presa da tutti e trenta gli Stati membri". Stoltenberg ha infine dichiarato che la retorica nucleare di Putin può essere «pericolosa», ma che l’Alleanza rimane vigile e attenta alle mosse della Russia. Tutto sembra quindi dipendere da come la Russia deciderà di muoversi e quale tipologia di armamenti impiegare.

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