Ultimamente hai sempre meno voglia di uscire con gli amici e preferisci restare a casa? A volte significa solo voglia di relax, altre può significare qualcosa di diverso. Cosa dice la psicologia.
A volte restare a casa non è solo una questione di pigrizia o stanchezza. Secondo la psicologia, infatti, scegliere di rinunciare costantemente alle uscite con gli amici può rivelare degli aspetti profondi del nostro stato emotivo e sentimentale.
Non preoccuparti, non sempre si tratta di un segnale negativo, ma capire il perché di certe scelte e delle nostre abitudini - soprattutto se prolungate - è fondamentale per il nostro equilibrio.
Restare a casa può essere sano
Non è raro che molte persone scelgano la solitudine come forma di benessere o ricarica energetica. Infatti, soprattutto dopo una giornata lunga e impegnativa o durante periodi di stress o impegni importanti, è del tutto normale preferire la tranquillità della propria casa alle uscite sociali.
Gli psicologi collegano tale necessità a un bisogno di introspezione, utile per focalizzarsi su sé stessi e ricalibrare i propri obiettivi.
Per moltissime persone, infatti, la casa resta il luogo più rigenerante in assoluto. Senza segreti, è la dimora della propria intimità e riesce a farci sentire sempre al sicuro, in qualsiasi momento. Insomma, a casa si sta sempre bene e in molti casi è piuttosto normale volerci trascorrere tanto tempo.
Quando la solitudine nasconde un disagio
Tuttavia, non tutte le chiusure di questo tipo sono innocue. In alcuni casi, infatti, restare a casa può diventare un’abitudine costante, dettata da tristezza interiore, stress o mancanza di motivazione e potrebbe essere un campanello d’allarme.
Gli esperti mettono in guardia da quei momenti in cui il ritiro sociale diventa una strategia per provare a sfuggire dalle emozioni difficili, da rapporti interpersonali complicati o disagi psicologici di altro tipo.
Negli ultimi anni, i comportamenti di questo tipo si sono moltiplicati e il “chiudersi in casa” sta diventando sempre più spesso un’abitudine tipica di chi si “chiude in sé stesso”. In questi casi, è importante fermarsi a riflettere o chiedere un aiuto esterno per evitare che un malessere latente si possa trasformare in un problema più serio.
Insomma, rimanere a casa e rinunciare alle uscite sociali non è sempre qualcosa che deve destare preoccupazione. È bene, però, avere consapevolezza del perché dei propri comportamenti, soprattutto se insoliti o se si sospetta che alla loro base ci sia qualcos’altro di più profondo.
Priorità e rapporti possono cambiare
Voler rimanere sempre a casa non nasconde sempre un disagio emotivo. Spesso, infatti, decidere di non uscire con certe persone può essere una scelta selettiva che riflette semplicemente un cambiamento delle proprie priorità.
Con il passare del tempo, le esigenze evolvono e può diventare naturale allontanarsi da relazioni o gruppi di persone che non ci rispecchiano più o con cui non siamo più a nostro agio.
Inoltre, nell’era digitale e dei social media, sembra che il bisogno di contatto diretto stia diventando sempre meno necessario e maggiormente “sostituibile” per certe persone, che preferiscono relazioni virtuali. Nonostante possano sembrare la stessa cosa, il cervello distingue comunque queste tipologie di relazioni interpersonali, attribuendo loro un peso molto differente. Una cosa è interagire online e ben diverso, invece, è vivere delle amicizie reali e tangibili, di cui l’essere umano - essere sociale per eccellenza - avrà sempre bisogno.
Se quindi ritieni o hai la sensazione che la solitudine che stai vivendo, volontariamente o non, stia iniziando a farti sentire troppo disconnesso dal mondo esterno, allora è il caso di fermarsi un attimo e chiedere aiuto. In Italia, sono numerosi i professionisti della salute mentale specializzati in questo tipo di interventi e sapranno sicuramente aiutarti a risolvere i problemi.
leggi anche
ChatGPT può davvero sostituire il tuo psicologo?

© RIPRODUZIONE RISERVATA