Il significato di ICE e perché Trump ha mandato marines e Guardia Nazionale a Los Angeles: come predetto prima delle elezioni negli Usa si rischia una guerra civile?
Qual è il significato di ICE? Nell’era del bombardamento mediatico che paradossalmente sta portando i cittadini a informarsi di meno - leggiamo centinaia di titoli al giorno, alcuni li condividiamo sui social, però non clicchiamo sull’articolo per leggerlo -, a molti potrebbe essere sfuggito cosa sta succedendo a Los Angeles.
Si fa un gran parlare di questo ICE, le foto e i video delle proteste a Los Angeles rimbalzano sui vari social, e mass media aprono le loro edizioni con Donald Trump che ha mobilitato la Guardia Nazionale e intanto ha schierato 700 marines nella patria di Hollywood, ma in quanti hanno ben chiara la situazione?
Iniziamo allora dalla domanda iniziale: ICE sta per Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale statunitense - che fa parte del Dipartimento della Sicurezza Interna - che tra le altre cose è responsabile dell’applicazione delle leggi sull’immigrazione.
Appena insediato per il suo mandato alla Casa Bianca, Trump ha firmato 6 ordini esecutivi estremamente incisivi in materia di immigrazione a cui hanno fatto seguito altre leggi sempre sullo stesso tema: le misure più dure e controverse sono state l’esclusione dal diritto di cittadinanza ai figli nati negli Usa da genitori non cittadini, le espulsioni accelerate senza udienza e l’impiego di risorse militari per il controllo del confine con il Messico.
Molte misure sono state impugnate e bloccate da tribunali federali, ma questo non ha impedito all’ICE di effettuare delle vere e proprie retate per scovare e arrestare immigrati clandestini, proprio come è accaduto nei giorni scorsi a Los Angeles.
L’ICE e la rivolta a Los Angeles
Venerdì mattina agenti ICE insieme a Homeland Security Investigations, FBI e DEA, hanno effettuato diversi retate a Los Angeles arrestando almeno 44 persone per motivi amministrativi - immigrazione irregolare - e il sindacalista David Huerta per ostruzione.
Questi raid sono stati effettuati in alcune fabbriche tessili e in diversi negozi, con l’ICE che ha utilizzato tattiche militari per effettuare gli arresti con tanto di uso di stun grenade, lacrimogeni e spray urticante.
Subito sono iniziate delle proteste a Los Angeles, ma la situazione è degenerata nella giornata di domenica quando dei dimostranti si sono scontrati con le autorità federali a guardia di un centro di detenzione nel centro della città: è stato il caos più totale tra lacrimogeni, auto incendiate, pallottole di gomma e decine di arresti.
Dopo questa guerriglia urbana lo scontro a Los Angeles sembrerebbe essere passato sul piano politico, ma i lettori forse ricorderanno quando - prima delle presidenziali di novembre - ospite del canale YouTube di Money.it il blogger Matteo Brandi ha parlato del rischio di una possibile guerra civile negli Stati Uniti dopo il voto.
Negli Usa rischio guerra civile?
Di fronte alle violenze e agli scontri di Los Angeles, nelle scorse ore Donald Trump non si è limitato solo a mandare marines e Guardia Nazionale, ma ha parlato apertamente di “un’insurrezione contro gli Stati Uniti”.
In campagna elettorale Trump ha fatto diverse promesse importanti: dazi e riforma fiscale per rilanciare l’economia, fine della guerra in Ucraina e pugno duro contro l’immigrazione.
Proprio su quest’ultimo punto il presidente americano starebbe insistendo maggiormente viste le difficoltà nel portare a termine gli altri obiettivi, anche se le varie operazioni spesso sono più spettacolari che efficaci.
Quello che è successo a Los Angeles però potrebbe replicarsi in molte altre città dove la tensione è massima, senza dimenticare che anche i sostenitori di Trump hanno dimostrato di essere pronti a tutto - vedi assalto al Congresso - pur di difendere il proprio leader.
Ecco perché diversi analisti hanno evidenziato i rischi di una sorta di guerra civile negli Usa, con fazioni pro o contro Trump a fronteggiarsi nelle strade d’Oltreoceano.
Nel frattempo il governatore dem della California, Gavin Newsom, ha criticato duramente il dispiegamento federale, denunciandolo come ingerenza illegale e avviato azioni legali per bloccarlo.
Newsom da tempo viene indicato come il possibile candidato dei Democratici alle prossime elezioni presidenziali, un aspetto non secondario per i Repubblicani viste le difficoltà di Trump nei sondaggi.
Insomma, i fatti di Los Angeles potrebbero essere la punta di un iceberg - o la miccia - dato il rischio di un caos generale negli Usa, il tutto a neanche cinque mesi dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
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