Cosa scegliere tra pubblicità e abbonamento su Instagram e Facebook

Pasquale Conte

25 Luglio 2025 - 20:01

Hai ricevuto un avviso sulle inserzioni e su un abbonamento mensile aprendo Facebook o Instagram? Eco cosa significa e cosa scegliere tra le opzioni.

Cosa scegliere tra pubblicità e abbonamento su Instagram e Facebook

Moltissimi utenti questi giorni si sono allarmati dopo aver ricevuto uno strano avviso al momento del primo accesso sulle app di Facebook e di Instagram. Si parla di inserzioni e di un abbonamento mensile. Cosa vuol dire questo? Che le due piattaforme principali di Meta diventeranno a pagamento?

Fortunatamente no, chi vuole potrà continuare ad utilizzare i social network senza alcun costo aggiuntivo. Leggendo meglio la nota emessa dall’azienda di Zuckerberg, si capisce che il tema di discussione sono le inserzioni pubblicitarie e la possibilità di pagare una quota mensile per evitare la proliferazione tramite i propri dati personali.

Ma cosa è meglio scegliere tra le due? Qual è il costo dell’abbonamento? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla nuova proposta di Meta, i motivi dietro la decisione di redarre un comunicato di questo tipo e il perché dovresti valutare l’una e l’altra opzione.

Come funzionano le pubblicità su Instagram e Facebook

Come per ogni altro social network, anche su Instagram e Facebook le principali fonti di guadagno arrivano dalla vendita di grandi pacchetti di dati degli utenti ad aziende di terze parti. L’obiettivo? Fornire informazioni utili per la proliferazione della community e per indirizzare annunci pubblicitari che possano attirare in maniera più efficace le persone che li guardano.

Proprio per questo motivo, sin dal momento dell’iscrizione, viene chiesto di accettare i Termini e le Condizioni d’Uso. All’interno di questo documento viene spiegato che, da quando si completa la registrazione, Meta ha la facoltà di raccogliere dati quali il nome e il cognome, la geolocalizzazione e le abitudini.

Queste informazioni vengono regolarmente vendute a società terze, che hanno poi modo di utilizzare tali dati per la creazione di campagne pubblicitarie ad hoc da proporre sotto forma di banner, storie o reels.

Sono escluse da questo elenco le conversazioni private, protette dalla crittografia end-to-end e dunque non accessibili né a Meta né tantomeno ad aziende di marketing.

Cos’è successo con l’Unione Europea

Il tanto chiacchierato avviso in cui si chiede all’utente se accettare di continuare ad avere le pubblicità o attivare un abbonamento mensile a pagamento sta venendo mostrato solamente ai residenti in Unione Europea. Per capire meglio il motivo dietro questa strategia, bisogna fare un passo indietro.

Nel luglio 2023, la Corte di giustizia dell’UE stabilì che un abbonamento può valere come trattamento dei dati solo se c’è la possibilità per gli utenti di avvalersi di una versione gratuita. A novembre dello stesso anno, Meta lanciò la soluzione “no ads” disponibile a 12,99 euro su smartphone e 9,99 euro sul web.

Una strategia all’apparenza corretta, ma che poi l’Unione Europea contestò per la scelta di un modello paga o accetta, che non dava modo agli utenti di rinunciare alla pubblicità personalizzata. Proprio per questo motivo, Meta ridusse il prezzo dell’abbonamento e introdusse l’opzione “inserzioni meno personalizzate”, che comprendeva solo pubblicità basate su una mole ridotta di informazioni personali.

Cosa cambia col nuovo abbonamento

Tutti coloro che a novembre 2023 hanno deciso di accettare le inserzioni pubblicitarie, in cambio dell’utilizzo gratuito di Instagram e Facebook, stanno vedendo in questi giorni l’annuncio dell’abbonamento.

Come prima cosa, si trova scritto “Controlla se possiamo trattare i tuoi dati per le inserzioni”. Subito dopo, c’è una spiegazione in cui si dice agli utenti che la procedura dipende dalle leggi dell’area geografica di residenza. In questo caso, l’Unione Europea.

Toccando il pulsante “Inizia”, si accede al secondo step dell’avviso in cui si viene posti di fronte a due opzioni diversi: continuare a visualizzare le pubblicità o pagare un abbonamento. Quest’ultimo ha un costo mensile di 7,99 euro e vale sia per Instagram sia per Facebook.

Accettando la sottoscrizione, Meta non avrà più la possibilità di raccogliere dati relativi a ciò che viene visualizzato, commentato o condiviso. E allo stesso tempo, l’algoritmo di Meta non potrà inviare questi dati per la proliferazione e per la creazione di annunci pubblicitari personalizzati.

Ad ogni modo, qualsiasi utente può in ogni momento tornare sui propri passi, accedendo al Centro gestione account e controllando le proprie preferenze come sono state inserite.

Cosa potrebbe succedere

Basterà questa soluzione per accontentare la Commissione Europea? Al momento, è difficile dirlo. Molto dipenderà dal giudizio definitivo su questa alternativa. Diversi esperti la considerano ancora oggi non sufficiente e, qualora dovesse verificarsi questo scenario, potrebbero scattare penali per Meta fino a 22,5 milioni di euro al giorno.

Come possibile compromesso, gli analisti ipotizzano la possibile introduzione del pulsante “Decidi più tardi”, così che il singolo utente possa avere un certo lasso di tempo per poter valutare tutte le opzioni poste e per poter prendere una decisione oculata.

Negli anni scorsi, si era anche paventata la possibilità per Meta di dar vita a un marketplace che lavora coi soli segnali contestuali. Ossia un sistema che, tramite l’intelligenza artificiale, riesce a interpretare i contenuti dei Reel visti o delle foto per poter mostrare all’utente la pubblicità più pertinente, senza il bisogno di leggere la cronologia di navigazione.

Quale soluzione scegliere

Continuare ad usufruire di Facebook e Instagram in modalità gratuita oppure versare una quota mensile per disattivare il trattamento dei dati personali: qual è la soluzione da scegliere? Come sempre in questi casi, non c’è una risposta unica e corretta universalmente.

Alla strategia del feed pulito solo se dietro c’è un pagamento dovremo presto abituarci. Nulla è gratuito e questa ne è l’ennesima dimostrazione. Non è da escludere che già nei prossimi mesi anche altre piattaforme decidano di agire allo stesso modo.

Ne è un esempio YouTube, che da tempo ha attivato il suo piano Premium per la rimozione degli annunci pubblicitari e per il conseguente stop alla proliferazione degli utenti tramite la raccolta dei dati personali.

Chiaramente se ti ritieni una persona particolarmente attenta alla tua privacy e preferisci non fornire alcuna informazione a grandi aziende internazionali, allora la scelta dell’abbonamento a 7,99 euro potrebbe essere un’ottima soluzione per vivere con più tranquillità la navigazione in rete.

Per chi invece ormai si è “rassegnato” al fatto che la vendita indiretta delle proprie informazioni è il compromesso da pagare per continuare ad utilizzare i propri social network di riferimento, la soluzione più logica è accettare di continuare a vedere le pubblicità e di venire profilato tramite la raccolta dati degli algoritmi.

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