Cosa rischia chi denuncia il falso?

Ilena D’Errico

12 Novembre 2022 - 16:49

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Chi denuncia il falso rischia guai molto seri, ma la situazione cambia in base alle circostanze e al motivo effettivo per cui è stato dichiarato il falso.

Cosa rischia chi denuncia il falso?

Fare delle dichiarazioni non veritiere può comportare una serie di problematiche di diversa gravità, a seconda delle circostanze, che quindi influenzano notevolmente la sanzione per chi denuncia il falso. In ambito penale si potrebbero configurare due diversi tipi di reato: la diffamazione e la calunnia.

Sono entrambi due termini spesso utilizzati nel parlare comune, ma in modo improprio, infatti è bene sapere che non si tratta affatto di sinonimi. Tutto cambia in base ai soggetti ai quali vengono rivolte le dichiarazioni false. La denuncia, intesa in senso stretto, è rivolta a un pubblico ufficiale, ad esempio.

Intendendo, invece, con il termine denuncia una qualsiasi dichiarazione che ha lo scopo di segnalare e rendere noto al pubblico un comportamento altrui, è ovvio che i destinatari siano soggetti civili. Guardando la situazione da questa prospettiva, risulta naturale comprendere in quale dei due casi il rischio sia più grave.

Il reato di calunnia per la denuncia falsa

La denuncia, effettuata ad esempio in polizia, è un atto formale a tutti gli effetti che ha lo scopo di dare inizio a un procedimento giudiziario. Quando viene denunciato il falso si prospetta il reato di calunnia, il quale consiste in un’accusa fasulla compiuta volontariamente, punibile nel caso peggiore con la reclusione a 20 anni.

Affinché si possa parlare di calunnia devono essere però presenti i seguenti elementi:

  • L’accusa, che deve essere falsa interamente oppure soltanto in modo parziale (ad esempio l’accusa di un reato più grave di quello effettivamente commesso).
  • La consapevolezza dell’innocenza del soggetto denunciato rispetto alla propria dichiarazione.
  • Una comunicazione diretta o indiretta a un pubblico ufficiale.

Di conseguenza, quando la dichiarazione falsa è dovuta a un errore commesso in buona fede non si prospetta alcun rischio. Allo stesso tempo, tuttavia, è importante che la denuncia non contenga fatti differenti da quelli avvenuti realmente e constatati personalmente, nemmeno se dovuti a una presunta ignoranza. Ad esempio, è punibile per il reato di calunnia la persona che accusa di rapina il soggetto che ha commesso invece un furto.

In generale, ai fini legali sono rilevanti la diversa gravità del reato per cui avviene la denuncia e le conseguenze di quest’ultima sul soggetto accusato. La base è che il reato di calunnia è punito con la reclusione da 2 a 6 anni, che aumenta inevitabilmente quando il reato in questione prevede pene molto pesanti, come la reclusione fino a 10 anni.

Quando dal fatto consegue una condanna superiore a 5 anni la pena per il calunniatore è compresa fra i 4 e i 12 anni, mentre se la condanna è all’ergastolo la calunnia è punibile con la reclusione tra 6 e 20 anni.

Quando si può essere accusati di diffamazione

La calunnia, che comunque è molto simile alla diffamazione, ha come requisito principale il fatto che la dichiarazione falsa sia portata all’autorità giudiziaria, in qualsiasi forma questo avvenga. La diffamazione, invece, avviene in tutti gli altri casi in cui un soggetto viene accusato ingiustamente e in modo pubblico, e perciò presenta comunque dei rischi per il diffamatore.

Nel dettaglio, il reato di diffamazione consiste nell’accusa, naturalmente errata, a un soggetto, rivolta al pubblico senza che il diretto interessato sia presente e abbia modo di replicare. La pena massima per questo reato è la reclusione fino a 3 anni. Si tratta senza dubbio di un rischio molto ridotto rispetto alla calunnia, e questo avviene essenzialmente per due motivi:

  • Con la diffamazione non c’è uno spreco delle risorse giudiziarie.
  • La denuncia può portare a conseguenze decisamente più pesanti.

A tal proposito, è bene sapere che la diffamazione è indipendente dalla verità delle dichiarazioni effettuate, a meno che non facciano parte del diritto di cronaca e di critica, e sia presente un valido motivo per portare alla luce i fatti in questione.

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