Cos’è il token burning e quali effetti ha sulle criptovalute

Pasquale Conte

17 Ottobre 2025 - 14:13

Hai mai sentito parlare del token burning? Ecco cos’è, quali effetti ha, i suoi pro, i suoi contro e perché si decide di procedere in questo modo.

Cos’è il token burning e quali effetti ha sulle criptovalute

In pochi lo sanno, ma esiste una pratica per poter eliminare dalla circolazione in maniera permanente le criptovalute. Questo procedimento prende il nome di token burning, una scelta che presenta diversi vantaggi e svantaggi per chi decide di avvalersene su una determinata crypto.

Al momento non esistono ancora dati ufficiali in merito all’esatto ammontare di token che sono stati rimossi dalla blockchain mediante il coin burn, ma diversi esperti pensano che negli anni siano miliardi le criptovalute eliminate, con effetti che si verificano poi a lungo termine.

Non ne hai mai sentito parlare prima oppure vorresti approfondire il tema? In questa guida ti spiegheremo cos’è il token burning, quali sono i suoi vantaggi e svantaggi e perché si può decidere di agire in questo modo.

Cos’è il token burning

Come dice il termine stesso, il token burning è il processo che prevede l’eliminazione intenzionale di una o più criptovalute, per ridurre la fornitura totale di token disponibili. Per poter agire in questo modo, un progetto invia le crypto a un indirizzo di portafoglio univoco, in grado di ricevere token ma di non inviarli.

In questo modo, i token risultano essere inaccessibili in via permanente. È come se venissero bloccati in un portafoglio casuale, che è resistente ad attacchi di hacker grazie a una chiave privata sconosciuta.

Non si tratta di un’azione solo teorica, è un processo che viene controllato attentamente e che rende dunque i token non commerciabili per sempre. Questo procedimento porta a una serie di passaggi che devono essere eseguiti, così da poter garantire che vengano rimossi dalla circolazione. Ogni singolo passaggio ricopre un ruolo decisivo in questo senso.

Chi decide quando bruciare i token

Il primo passaggio fondamentale prevede la decisione di quale token bruciare e del perché. Di solito, la scelta proviene dagli sviluppatori di un progetto o da organi di governo. Si può agire in questo modo come strategia economica per diminuire la disponibilità dei coin, o anche per avere una risposta ai feedback della community.

Ci sono progetti che applicano meccanismi deflazionistici, dove i token vengono bruciati periodicamente per diminuire l’offerta nel tempo. Altri invece progettano i token già con meccaniche di bruciatura integrate, per esempio di una percentuale delle tasse di transazione o delle ricompense di staking.

Ci sono dunque alcuni progetti che effettuano bruciature programmate, altre invece che utilizzano bruciature basate sulle transazioni.

Come identificare i token da bruciare

Quando si decide di bruciare dei token, si passa come seconda fase alla identificazione di quali crypto eliminare definitivamente dalla circolazione.

Grazie agli smart contract della blockchain, si interviene per controllare se la persona che richiede questa operazione ha abbastanza token nel proprio wallet per poter completare il tutto. Questo sistema assicura inoltre che l’importo specificato sia valido e non pari a zero.

Come inviare i token da bruciare

Come anticipato in precedenza, quando i token vengono bruciati bisogna inviarli a un wallet specifico, che viene definito indirizzo di bruciature o indirizzo del mangiatore.

Per far sì che la procedura abbia inizio, un progetto chiama una funzione di bruciatura sulla blockchain. Si tratta di un comando specifico, che comunica alla rete di far partire l’azione.

Come verificare il burning sulla blockchain

Questo processo è del tutto trasparente e sempre visibile da chi ha deciso di dare il via al token burning. Questo vuol dire che la transazione viene registrata sulla blockchain e quindi chiunque può verificarla.

In molti casi, vengono annunciati eventi di bruciatura per le comunità, con il processo che rimane visibile a tutti. Una scelta volta a mantenere la fiducia e a dar modo alla community di tracciare l’evento in diretta.

Perché si decide di avviare il token burning

Ci sono diverse ragioni che potrebbero spingere all’avvio del processo di token burning. Lo scopo principale, di solito, è aumentare il valore della crypto riducendo l’offerta, ma i benefici sono ben più alti e spesso differiscono tra di loro.

Un primo movente potrebbe essere l’aumento della fiducia da parte degli investitori. Quando un utente vede un’azienda che si impegna in burning programmati, può percepire un senso di impegno maggiore per la stabilità a lungo termine. Inoltre, questi processi possono aiutare a placare le preoccupazioni degli investitori in merito all’inflazione.

Potrebbe avvenire lo stesso anche per correggere eventuali errori riscontrati in precedenza. Ci sono diversi casi in cui i token vengono bruciati per avere una soluzione immediata alla creazione errata di un token o per problemi tecnici.

C’è chi decide di agire in questa maniera per stabilizzare le stablecoin algoritmiche, ossia quelle progettate per far sì che mantengano un valore stabile agganciato a una valuta flat. Con il token burning, vengono rimossi i token in eccesso e il valore della moneta rimane bilanciato rispetto alla valuta.

In termini di sicurezza, agire con la bruciatura dei token può proteggere maggiormente una rete. Così facendo, infatti, vengono scoraggiate le transazioni spam e si proteggere la rete da sovraccarichi o dai cosiddetti DDoS.

Infine, una buona ragione alle spalle di questa procedura è la possibilità di ottenere diritti di mining sfruttando le prove di burning. Ci sono alcune blockchain che sfruttano l’approccio PoB come parte del meccanismo di consenso. Se i miner bruciano parte dei token, possono guadagnare il diritto di minare nuovi blocchi e di ottenere ricompense.

Quali sono gli svantaggi del token burning

Una volta aver visto tutti i pro del token burning, è bene analizzare anche i principali contro di una pratica così diffusa. Innanzitutto, può verificarsi un caso di inutilità quando vengono bruciate così poche monete da non riuscire a influenzare il prezzo.

In molti puntano la lente di ingrandimento sulla complessità del procedimento. In particolare per il meccanismo del Proof of Burn, ritenuto da molti eccessivo quando ci sono protocolli più semplici e trasparenti.

Attenzione poi alla perdita di valore. Può infatti succedere che vengano bruciati token senza ottenere nulla in cambio, una decisione in controtendenza col senso intrinseco di tutto il token burning.

Infine, va tenuto conto dei regolamenti. La bruciatura di token infatti può venire interpretata come una manipolazione generale del mercato o come marketing, da sempre vietato in alcune regioni quando si tratta il tema delle criptovalute.

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