Cos’è il retail e come funziona nel commercio

Veronica Caliandro

24 Luglio 2025 - 18:06

Che cos’è il retail e come funziona nel commercio? Entriamo nei dettagli per vedere di cosa si tratta, le aziende coinvolte e scoprire la relativa evoluzione.

Cos’è il retail e come funziona nel commercio

In un’economia sempre più all’insegna della globalizzazione, ci ritroviamo ormai immersi in un sistema commerciale complesso che si regge su dinamiche alquanto articolate. Dall’acquisto del pane sotto casa alla spesa settimanale al supermercato, dalla scelta di un capo d’abbigliamento in un centro commerciale fino all’ordine di un elettrodomestico su un sito web, ogni azione d’acquisto è parte integrante di un grande ingranaggio chiamato retail.

Quest’ultimo è un settore che evolve con la società, in modo tale da risponde ai bisogni dei clienti e che, allo stesso tempo, li influenza. Ma cosa c’è davvero dietro a questa parola tanto usata, spesso associata semplicemente ai negozi? E, soprattutto, come funziona il retail nel contesto commerciale contemporaneo? Di seguito proveremo a fare chiarezza in merito, partendo dalla relativa definizione fino ad arrivare ad analizzare le sue dinamiche.

Cosa significa retail? Diamo una definizione

Il termine retail deriva dall’inglese e può essere tradotto in italiano con il termine «vendita al dettaglio». In termini semplici si tratta dell’attività economica che si occupa di vendere beni o servizi direttamente ai consumatori finali, ovvero a quelle persone che utilizzeranno effettivamente il prodotto acquistato. Come spiegato dalla Treccani, con tali termine si indicano:

«Attività connesse con la vendita da parte di un’azienda direttamente al consumatore di beni o servizi (anche dettaglio), che vengono da esso acquistati per il suo utilizzo personale o familiare. Con il termine retailer si intende, quindi, l’impresa che svolge come business principale tale genere di attività, come per es. la Coop, l’Esselunga o la Coin. Si tratta di un concetto contrapposto a wholesale, che indica invece la vendita all’ingrosso da parte di un’azienda a un’altra, anche se ci sono imprese che svolgono contemporaneamente entrambe le attività».

Un esempio chiaro? Quando si compra un libro in libreria o online, si sta facendo un acquisto retail. Il retailer, cioè chi esercita l’attività retail, dal suo canto, può essere un negozio indipendente, una catena di punti vendita, una piattaforma e-commerce o anche una bancarella al mercato. Il denominatore comune è sempre lo stesso, ovvero vendere direttamente a chi utilizzerà il bene o servizio.

Come funziona il retail

Il funzionamento del retail si basa su una catena del valore, che parte da chi produce un bene e arriva fino al consumatore finale. Questo percorso è composto da più attori, ovvero produttori, distributori, grossisti e infine retailer. Andando nello specifico, il retailer si occupa di diverse attività fondamentali, tra cui si annoverano le seguenti.

  • Selezione dei prodotti da proporre in vendita, cercando un equilibrio tra varietà e domanda.
  • Gestione delle scorte, ovvero mantenere un magazzino aggiornato ed efficiente per evitare sia mancanze che surplus.
  • Organizzazione del punto vendita, sia fisico che digitale, in modo funzionale e attraente.
  • Comunicazione e promozione, per informare e coinvolgere i clienti.
  • Servizio al cliente, essenziale per garantire un’esperienza positiva e fidelizzare l’acquirente.

Un retailer moderno non si limita a vendere, ma interpreta i bisogni del consumatore, cerca di anticiparli e spesso li guida nelle scelte di acquisto. Il suo ruolo è sempre più strategico, soprattutto in un’epoca in cui la concorrenza è globale e il cliente, grazie anche alle nuove tecnologie, è sempre più informato ed esigente.

Quali sono le aziende retail?

Ormai sono tantissime le aziende che operano nel settore retail, anche se spesso non ce ne rendiamo conto. Tra gli esempi più noti, divisi per settori, si annoverano:

  • abbigliamento e moda: catene come Zara, H&M, OVS, Uniqlo e Benetton offrono capi accessibili in moltissimi punti vendita, spesso nei centri commerciali o nelle vie dello shopping;
  • alimentare e GDO, ovvero Grande Distribuzione Organizzata: Coop, Conad, Esselunga, Lidl e Carrefour sono tra i retailer più diffusi, con migliaia di punti vendita e un’enorme varietà di prodotti;
  • elettronica di consumo: MediaWorld, Unieuro, Euronics, ad esempio, vendono smartphone, computer, elettrodomestici e accessori, sia in negozio che online;
  • e-commerce: Amazon è il colosso globale, ma anche realtà come Zalando, eBay, Privalia rientrano a pieno titolo nel retail digitale;
  • cura della persona e bellezza: Sephora, Kiko, Douglas e Lush sono retailer che si focalizzano su cosmetici, profumi e prodotti per il benessere.

Queste aziende operano su scala nazionale o internazionale, ma il retail è fatto anche da piccole botteghe, negozi indipendenti e artigiani locali, che svolgono un ruolo cruciale nel tessuto economico e sociale delle città.

L’evoluzione del retail in ambito commerciale

Il retail non è rimasto immobile nel tempo. Al contrario, negli ultimi decenni ha attraversato un’evoluzione profonda e continua, spinta soprattutto dal progresso tecnologico e da un cambio di mentalità nei consumatori. Basti pensare a quanto siano cambiate le nostre abitudini d’acquisto. Fino a qualche anno fa, infatti, comprare qualcosa significava entrare fisicamente in un negozio, osservare, provare e decidere. Oggi, invece, è del tutto normale ordinare online da casa, confrontare i prezzi in pochi clic, leggere recensioni e ricevere tutto in 24 ore.

Uno dei cambiamenti più evidenti è legato proprio alla diffusione dell’e-commerce. Le piattaforme digitali hanno rivoluzionato il modo di vendere e acquistare, rendendo tutto più immediato, personalizzabile e accessibile da qualsiasi luogo. Questo ha portato alla nascita di un consumatore sempre più autonomo e informato.

In un contesto in cui non esistono più confini netti tra mondo fisico e digitale, inoltre, si è sviluppato anche il concetto di omnicanalità, con le persone che si muovono liberamente tra canali diversi. È possibile, d’altronde, scoprire un prodotto online, andarlo a provare in negozio e poi acquistarlo dal telefono. Oppure è possibile fare il contrario, iniziando l’esperienza offline e concludendola su un sito web. I brand più moderni lo sanno e si stanno adattando, cercando di offrire un’esperienza coerente e fluida su ogni piattaforma.

Anche il ruolo del negozio fisico sta cambiando. Non è più solo un luogo dove si compra qualcosa, ma diventa sempre più spesso uno spazio dove vivere un’esperienza. L’atmosfera, il design, l’interazione con il personale, tutto concorre a creare un legame emotivo tra brand e cliente. Entrare in un punto vendita oggi significa anche emozionarsi, scoprire, condividere momenti, sentirsi parte di qualcosa. È il cosiddetto retail esperienziale.

Un altro aspetto centrale della trasformazione del retail riguarda la personalizzazione. Grazie ai dati, all’intelligenza artificiale e agli strumenti di analisi, le aziende sono in grado di conoscere gusti, preferenze e comportamenti d’acquisto dei clienti. Questo permette di proporre offerte su misura, contenuti personalizzati e percorsi di acquisto più efficaci.

Infine, ma non meno importante, è emersa con forza una nuova sensibilità verso la sostenibilità e l’etica. I consumatori oggi vogliono sapere da dove arrivano i prodotti, come vengono realizzati, se rispettano l’ambiente e le persone coinvolte nella filiera. Il retail è chiamato a rispondere anche a queste esigenze, ripensando materiali, logistica, packaging e politiche aziendali.

Come è possibile notare, il retail è molto più di una semplice attività commerciale. Bensì è un ecosistema dinamico, che si reinventa costantemente per stare al passo con i tempi e con le persone. Comprendere cos’è e come funziona nel commercio significa comprendere uno dei cuori pulsanti dell’economia e della nostra quotidianità. Ma non solo, può anche aiutare ad essere consumatori più consapevoli.

Iscriviti a Money.it