Coronavirus, sintomi nei pazienti a 6 mesi da diagnosi: lo studio

Mario D’Angelo

03/10/2020

03/10/2020 - 18:10

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Uno studio sulle conseguenze del coronavirus ha evidenziato la persistenza dei sintomi sul lungo termine in un gruppo di pazienti non gravi

Coronavirus, sintomi nei pazienti a 6 mesi da diagnosi: lo studio

Un gruppo di pazienti di COVID-19, a 6 mesi dalla diagnosi, ha ancora almeno un sintomo della malattia. È quanto afferma un’organizzazione olandese specializzata nella ricerca sui polmoni, che definisce il quadro “preoccupante”.

Coronavirus, sintomi nei pazienti a 6 mesi da diagnosi

Mentre la seconda ondata di coronavirus comincia a dilagare in tutta Europa, Italia compresa, arrivano brutte nuove da una ricerca proveniente dai Paesi Bassi, in cui si evidenziano gli effetti a lungo termine della COVID-19.

Dopo quasi sei mesi, più della metà (il 55%) dei 1.005 pazienti con il coronavirus che hanno partecipato alla ricerca soffrono ancora di 6 o più sintomi.

Nove su dieci, invece, hanno almeno un sintomo. Solo il 5% sono invece privi di sintomi. È il report di Longfonds (in olandese “fondazione per i polmoni”), che ha condotto uno studio su un gruppo di pazienti COVID-19 per evidenziare i pericoli sul lungo termine.

“Un quadro preoccupante. Ancora una volta diventa chiaro quanto siano grandi le conseguenze del virus sulla salute”, afferma il direttore di Longfonds Michael Rutgers.

COVID-19, effetti sul lungo termine anche per malati lievi

Secondo lo studio, l’86% dei partecipanti affermano di sentirsi affaticati a 165 giorni dalla comparsa dei primi sintomi. Quasi 6 su 10 - il 59% - hanno il fiato corto, il 36% oppressione toracica, il 33% mal di testa. Un altro 40% afferma di avere dolore ai muscoli.

Preoccupa, nello studio, il fatto che quasi tutti i partecipanti (94%) non sono stati ricoverati in ospedale, poiché la COVID-19 si è manifestata con sintomi lievi. Stupisce inoltre l’età relativamente giovane dei partecipanti, con una media di 48 anni.

Longfonds ha presentato il caso di Rachel Burger, ventiseienne cui è stata diagnosticata la COVID-19 lo scorso 17 marzo e che ancora oggi si sente stanca, prova dolore al petto e ha scarsa memoria a breve termine (ma questo potrebbe essere un effetto collaterale dovuto allo stress). Prima della malattia aveva un lavoro a tempo pieno e si allenava 6 ore a settimana, ora rimane a casa e fa fisioterapia due volte a settimana.

Sebbene la maggior parte delle persone guariscono abbastanza in fretta dal coronavirus senza riportare sintomi, come evidenzia lo studio di Longfonds in alcuni casi ci possono essere effetti incisivi sulla vita dei pazienti.

“Vediamo ancora oggi che i pazienti con coronavirus non sono presi sul serio. Le cause delle conseguenze sul lungo termine della COVID-19 sono ancora sconosciute. Per questo dobbiamo continuare ad ascoltare questo gruppo di persone, in modo da dargli cure, trattamenti e guida”, conclude Rutgers.

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