Coronavirus: ecco dove le sepolture sono “espresse”. E il virus negato

Violetta Silvestri

19/05/2020

04/06/2020 - 12:55

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Continuano a diffondersi storie di Paesi nel mondo dove il coronavirus viene negato e nascosto dalle autorità. Uno dei tanti e assurdi racconti arriva dal Nicaragua, dove le sepolture sono espresse, per nascondere i morti.

Coronavirus: ecco dove le sepolture sono “espresse”. E il virus negato

Storie assurde di ostinata negazione del coronavirus continuano ad arrivare dal mondo.

Il Continente americano, con gli USA in testa, è il più colpito e in allarme al momento. E da qui, giunge un racconto angosciante di come le autorità cerchino di nascondere la portata della COVID-19.

Nello Stato del Nicaragua, le sepolture sono diventate “espresse”. Velocizzare funerali e consentirli per lo più nella notte: questa la strategia del Governo per non diffondere il panico da coronavirus alla nazione. E, soprattutto, per non affrontare l’emergenza sanitaria, in nome dell’economia.

Coronavirus negato, sepolture nascoste: cosa succede in Nicaragua?

Per tutta la notte, le ambulanze vanno e vengono dall’ospedale di Managua, che è diventato un campo di battaglia chiave nella lotta del Nicaragua contro il coronavirus.

E accanto a loro, c’è un traffico costante di camioncini, guidati da uomini in completo equipaggiamento protettivo, che trasportano in grande fretta i morti per l’epidemia.

Medici e operatori sanitari affermano che i decessi da COVID-19 sono attribuiti a ipertensione, diabete o malattie respiratorie, negando qualsiasi legame con il virus. E le vittime vengono portate di corsa nei cimiteri, per sepolture che sono rinominate “espresse”, nel cuore della notte.

In 3 ore i corpi delle vittime sono già sepolte e i familiari non possono partecipare se non in due o tre presenze. Tutto lascia presagire la presenza del virus. Ma il Governo nega e anche chi muore per insufficienza respiratoria, febbre, tosse non è riconosciuto come deceduto da COVID-19.

Uno scenario inquietante, dunque, emerge dal Paese centroamericano. Ancora più drammatico se si considera che il presidente Ortega non ne vuole sapere di confermare l’aumento dei contagi.

Intanto, però, il personale ospedaliero riferisce di un sistema sanitario in affanno per i continui arrivi di pazienti con malattie respiratorie e i parenti affermano che i corpi dei loro cari vengono portati via nei camioncini per sepolture espresse senza il loro consenso.

Gli ospedali sono scortati dall’esercito, nessuno può avvicinarsi e, come riportato da Al Jazeera, alcuni testimoni hanno raccontato che i militari minacciano i parenti delle vittime se raccontano di sospetti sul coronavirus.

La strategia di Ortega in Nicaragua: negare il coronavirus

Il Paese centroamericano ha confermato solo 25 casi di coronavirus e 8 morti. Ma diverse associazioni per i diritti e gli esperti sul territorio ritengono che i numeri siano molto più alti. E, soprattutto, che presto sarà il caos nella nazione.

Contrariamente alle restrizioni in vigore in altri Stati dell’America Latina, il Nicaragua ha assunto una linea molto rilassata: le misure per contenere il virus sono completamente assenti.

Il Governo di Ortega ha tenuto aperte scuole e uffici e ha mantenuto eventi con grandi assembramenti, come il campionato nazionale di calcio. Minimizzare la diffusione del virus ed evitare restrizioni quali il distanziamento sociale sono state finora le convinzioni del presidente.

Non solo, in un discorso televisivo il capo del Governo ha descritto il coronavirus come un “segno da Dio” contro il guerra mondiale degli Stati Uniti.

Chiunque, come medici ed esperti, metta in guardia sul pericolo imminente della diffusione della pandemia nel Nicaragua, viene accusato di voler diffondere false notizie per indebolire la presidenza.

Mentre l’infezione di diffonde, quindi, lo Stato continua sulla strada del segreto ufficiale per quanto riguarda la pandemia, ben protetto dall’esercito. Mettendo in pericolo la salute dei cittadini e la tenuta sociale.

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