Coronavirus, complotti, fake news: ecco chi ci crede di più e perché

Violetta Silvestri

9 Giugno 2020 - 11:52

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Il coronavirus è un complotto? La pandemia è stata causata volutamente da forze straniere? Domande in apparenza assurde ma che hanno trovato risposta nel mondo grazie alla diffusione di fake news. Chi e perché crede di più alle notizie false?

Coronavirus, complotti, fake news: ecco chi ci crede di più e perché

Il coronavirus frutto di una cospirazione straniera o di una forza esterna? Per quanto possa sembrare assurda la domanda, non sono poche le persone nel mondo che hanno appoggiato tali teorie.

Un’indagine eseguita da Gallup International in 28 Paesi sparsi nel globo ha messo in evidenza proprio la diffusa tendenza tra le persone a credere a teorie complottiste sull’origine della pandemia.

I risultati, in realtà, confermano un fenomeno già noto: quello dell’infodemia da coronavirus. Tante, troppe informazioni continuano a circolare sulla nascita e diffusione della COVID-19. Di conseguenza i cittadini, frustrati da questa ambigua e drammatica novità, non disdegnano notizie poco attendibili per trovare risposta - e veicolo - a paure e rabbia.

Ma chi sono i Paesi con più credulità all’origine del virus da una potenza straniera? L’indagine lo rivela, non senza sorprese e tentando di dare spiegazioni al fenomeno.

Coronavirus creato da forza straniera: ecco chi ci crede di più

Sono 28 gli Stati del mondo interrogati da Gallup International con la domanda: “Credi che una potenza straniera o un’altra forza abbia volutamente diffuso il coronavirus?”

Al primo posto della classifica per il più elevato consenso si è posizionata la Bulgaria: qui sono oltre il 50% le persone convinte dell’origine artificiale di natura complottista dell’epidemia.

Quello che ha sorpreso, comunque, è che in tutti i Paesi esiste una base di popolazione che crede alla creazione artificiale dell’epidemia. Questi, in ogni nazione presa in considerazione, rappresentano almeno il 20%.

Una percentuale non proprio esigua, quindi, considerando che spesso tali teorie di tipo complottista non poggiano su basi scientifiche o su prove attendibili.

L’Italia, dove le fake news hanno inondato i social come in altri Paesi, comunque, si è classificata agli ultimi posti, con un 20% di popolazione che sostiene l’origine del virus da potenze o forze esterne. Tra i Paesi dell’Europa occidentale più inclini alle teorie complottiste è emersa l’Olanda, posizionata al quarto posto con quasi il 50% di consenso.

In Francia la teoria è sostenuta da circa il 30% di cittadini.

Indagine Gallup International - Paesi che credono di più a complotto coronavirus

Credulità abbastanza elevate sono state registrate anche in Ecuador, Palestina, Turchia, Malesia, India, Indonesia, Kazakistan. Agli ultimi posti, invece, con meno del 20%, si sono posizionate Germania, Regno Unito, Giappone, Bosnia.

Complotto epidemia: più sostegno a destra o a sinistra?

Sebbene solitamente le teorie su complotti attirino in generale gli estremisti senza differenza ideologica, in realtà gli studiosi hanno rilevato l’esistenza di una asimmetria.

Anche nel caso specifico del coronavirus, infatti, gli elettori conservatori o di destra sono risultati più inclini a credere a fake news o a cospirazioni.

Nello specifico, secondo il Pew Research Centre negli USA il 30% dei repubblicani è convinto che il virus sia stato creato in modo intenzionale. La percentuale è doppia rispetto ai cittadini democratici.

Inoltre, un’indagine di YouGov ha mostrato che circa il 44% degli elettori repubblicani negli Stati Uniti crede che Bill Gates abbia in progetto di impiantare microchip nelle persone con la scusa del vaccino anti-coronavirus. Tra i democratici solo il 15% la pensa alla stessa maniera.

In Francia, tra i seguaci della destra della Le Pen ben il 40% degli intervistati da un sondaggio Ifop è convinto che l’epidemia sia frutto di una programmazione voluta. La percentuale è la metà tra gli elettori del partito di estrema sinistra.

In Olanda, i sostenitori della destra populista rappresentata dal Partito delle Libertà e del Forum per la Democrazia sostiene al 40% che il virus è, in realtà, un’arma batteriologica.

In generale, quindi, gli elettori conservatori o di destra sono quelli che maggiormente si discostano dalle informazioni e spiegazioni ufficiali di eventi e fenomeni importanti, quali, appunto la pandemia.

Più facile, tra loro, insinuare dubbi e far crescere le teorie complottiste. Perché esiste questa tendenza? Le ragioni possono essere diverse e radicate in spiegazioni sociali, culturali, economiche.

Secondo alcune analisi riportate da The Economist, innanzitutto c’è da prendere in considerazione che le lamentele e le critiche avanzate dai conservatori contro l’establishment e le spiegazioni ufficiali sono diventate più credibili.

Così, è risultato più facile e conveniente per molti media e canali social di destra e conservatori insistere sulle teorie estreme e considerate marginali.

Inoltre, la polarizzazione politica è molto più agevole per i partiti conservatori. Far uscire fuori la base estremista per la destra risulta agevole, mentre i liberali, o le formazioni di centro-sinistra, di solito devono tener conto dell’elettorato moderato.

Quest’ultimo difficilmente riuscirà a cadere nella trappola delle teorie cospirazioniste.

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