Coronavirus: quando il Governo guardava alla Cina c’erano già 1.200 contagiati in Italia

Antonio Cosenza

30/04/2020

30/04/2020 - 11:01

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Coronavirus in Italia già prima del paziente 1? Gli esperti ne sono convinti, i numeri spaventano.

Coronavirus: quando il Governo guardava alla Cina c’erano già 1.200 contagiati in Italia

Il coronavirus potrebbe girare in Italia da molto tempo prima della data in cui è stato accertato il primo contagiato a Codogno; il condizionale è d’obbligo in queste situazioni, ma ci sono diversi medici che ritengono ci siano dei casi sospetti che potrebbero dimostrare che il coronavirus è nel nostro Paese da più tempo rispetto a quanto ci si aspetti.

Forse le tracce iniziali da COVID-19 in Lombardia potrebbero risalire ai primi di gennaio; insomma, quando Giuseppe Conte annunciava che quanto stava succedendo in Cina “non destava preoccupazione alcuna”, il coronavirus stava già contagiando italiani. Solo il 21 febbraio, però, il primo paziente a cui è stato accertato il contagio da coronavirus.

Ci sono diversi studi che sembrano confermare questa ipotesi. Se questi dovessero essere confermati sarebbe consequenziale chiedersi se accertando la presenza del coronavirus in Italia con largo anticipo non si sarebbe potuta arginare l’emergenza con più efficacia.

Ma vediamo per quale motivo si presume che il coronavirus sia arrivato in Italia molto prima del paziente 1 di Codogno e quali sono gli studi su cui si stanno concentrando gli esperti.

Coronavirus: da quant’è in Lombardia?

Secondo una recente analisi della task force sanitaria della Regione Lombardia, l’arrivo del coronavirus in Italia non è avvenuto a febbraio, ovvero con l’accertamento del primo paziente positivo a Codogno, ma almeno dal 26 gennaio.

Questo studio presume che già il 26 gennaio ci fossero 543 contagiati in tutta la Lombardia, di cui 46 casi solamente a Milano. Da cosa si deduce questo? Dall’analisi contenuta in un complesso grafico che va ad analizzare la distribuzione della curva di inizio sintomi per casi positivi, dalla quale si evince che molti contagiati hanno cominciato a riscontrare i primi sintomi molto tempo prima del tampone, pur non fornendo una data certa.

Dall’analisi di queste dichiarazioni e più in generale sull’andamento della curva pandemica, ne risulta che quando in Italia ci si preoccupava perdipiù di controllare le frontiere aeree, il coronavirus circolava già sul nostro territorio.

Nel dettaglio, secondo la task force, quando è stato fatto il tampone al paziente 1 di Codogno già 160 persone solo a Milano e provincia avevano contratto il coronavirus, mentre 1.200 su tutta la Lombardia.

E non è tutto, perché forse in quell’occasione ad essere contagiati sono stati anche molti bambini. Diversi pediatri che lavorano nella provincia di Milano, infatti, dichiarano di aver visto molti casi di polmoniti “insolite” tra i bambini; che questo sia un indizio ulteriore che ci conferma che la diffusione del coronavirus in Italia sia avvenuta con diverse settimane di anticipo rispetto alla data di accertamento del paziente 1?

Coronavirus: “Io, forse, contagiata a dicembre

Ma attenzione, perché sul Corriere della Sera di oggi viene raccontata una storia che spaventa: quella di una persona che potrebbe aver contratto il coronavirus addirittura il 22 dicembre.

Questa, racconta di aver contratto i sintomi di una presunta COVID-19 pochi giorni prima di Natale: febbre alta i primi giorni, poi dolori intercostali e sospetta polmonite. Una “polmonite anomala” la definiscono i medici, i quali non riescono comunque a darne la certezza in quanto il versamento in quel momento è talmente ampio da impedire di fare una diagnosi più precisa.

Non è detto ovviamente che in quell’occasione la paziente avesse contratto la COVID-19, ma c’è comunque una certezza: da un test sierologico effettuato in questi giorni, risulta che la donna ha sviluppato gli anticorpi della malattia. Quindi è stata contagiata dal coronavirus: se a dicembre o successivamente (ma in quel caso da asintomatica, visto che dichiara di non essere più stata male nei mesi successivi), non è possibile saperlo con certezza.

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