Copyright sul volto, arriva la prima legge in Europa contro il deepfake

P. F.

23 Luglio 2025 - 16:49

La Danimarca ha presentato una proposta di legge per contrastare il fenomeno del deepfake, una tecnologia capace di replicare in modo realistico il volto, la voce e i movimenti delle persone.

Copyright sul volto, arriva la prima legge in Europa contro il deepfake

Negli ultimi anni, il fenomeno del deepfake - la creazione di contenuti generati dall’intelligenza artificiale che riproducono (spesso senza consenso) in modo estremamente realistico il volto, la voce e i movimenti di una persona - ha suscitato un crescente allarme a livello globale.

Tra i casi più clamorosi, ha fatto discutere un video diffuso recentemente da Donald Trump su Truth Social che mostra l’arresto dell’ex presidente Barack Obama, mentre in Italia ha fatto scalpore il deepfake di Giorgia Meloni e Sergio Mattarella che pubblicizzano investimenti truffaldini.

Ma l’AI non si limita alla manipolazione mediatica. Sono sempre più numerosi i casi in cui il deepfake viene utilizzato in ambiti osé, dove i volti di persone comuni o celebrità vengono sovrapposti a quelli di attori hard, o in truffe online, come nel caso di una donna che ha versato più di 800 mila euro a un finto Brad Pitt generato dall’AI.

In risposta a un fenomeno sempre più difficile da contrastare, la Danimarca ha presentato la prima proposta di legge in Europa che riconosce il diritto d’autore sull’identità digitale, un passo che può rappresentare un possibile punto di svolta nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale.

La proposta di legge della Danimarca sul deepfake

La decisione del governo danese è scaturita da una forte preoccupazione nei confronti del rapido progresso degli strumenti generativi dell’AI, una tendenza che ha semplificato notevolmente la creazione di deepfake realistici.

Le conseguenze di questo fenomeno non rappresentano solo una minaccia alla reputazione individuale, ma anche un serio problema per la democrazia. Infatti, i contenuti falsi generati dall’AI possono mettere pericolosamente a rischio la fiducia del pubblico nei confronti dei media visivi e sonori.

La Danimarca ha quindi deciso di presentare una proposta di modifica al diritto d’autore con l’obiettivo di tutelare i propri cittadini dalle riproduzioni digitali non autorizzate della voce, del volto e dell’aspetto fisico, garantendo così alle persone il pieno controllo legale del proprio corpo digitale e dell’identità biometrica.

Il Ministro della Cultura danese Jakob Engel‑Schmidt ha sottolineato:

“In un mondo dove i confini tra reale e virtuale diventano sempre più sfumati, il diritto ad essere padrone della propria immagine, voce e tratti somatici diventa imprescindibile”.

Il disegno di modifica della legge verrà sottoposto a consultazione pubblica nel corso dell’estate del 2025, con l’approvazione parlamentare prevista tra l’autunno del 2025 e i primi mesi del 2026. La Danimarca, che dal 1 luglio 2025 ha assunto la carica di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea per sei mesi, intende promuovere questa normativa come modello di riferimento per gli altri Stati membri.

Cosa prevede la riforma danese contro il deepfake?

La proposta di legge danese introduce delle nuove forme di tutela contro l’uso non autorizzato dell’identità digitale. Le restrizioni includono il divieto di diffondere deepfake realistici senza il consenso della persona rappresentata e la protezione delle performance artistiche, una misura che impedisce che le interpretazioni di attori, cantanti o altri artisti vengano replicate dall’intelligenza artificiale senza autorizzazione.

In tutti questi casi, l’utilizzo dell’identità o delle performance richiede un consenso esplicito dell’individuo imitato, che può essere comunque revocato in qualsiasi momento. Inoltre, chi condivide questi contenuti deve dimostrare di aver ottenuto il permesso. Questa copertura si estende fino a cinquant’anni dopo la morte dell’interessato.

Risarcimenti ed esenzioni

Chi è ritratto in un deepfake senza il proprio consenso potrà chiedere la rimozione del contenuto dalle piattaforme online e ottenere un risarcimento civile. Il testo non prevede sanzioni penali per chi condivide il contenuto, mentre le piattaforme che non rimuovono i deepfake notificati possono incorrere in gravi multe previste dal Digital Services Act (DSA), la direttiva sui servizi digitali dell’Unione europea.

Il disegno di legge include esenzioni per utilizzi satirici o parodistici, nel rispetto della libertà di espressione e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Tuttavia, non sono ancora stati chiariti i criteri esatti per distinguere tra satira legittima e deepfake ingannevole.

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