La diversità d’idee come ricchezza lavorativa. Intervista a Sebastiano Zanolli

Marta De Vivo

4 Agosto 2022 - 15:00

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Nel suo ultimo libro, “Guerra o Pace”, Sebastiano Zanolli analizza il valore della diversità di pensiero e il confronto costruttivo come elementi chiave della produttività.

Sebastiano Zanolli, autore di Guerra o Pace, nasce nel 1964 a Bassano del Grappa. Dopo la laurea in Economia presso l’Università Ca’ Foscari, ha maturato esperienze significative in ambito commerciale e marketing, ricoprendo posizioni di responsabilità crescente: ha occupato i ruoli di Product Manager, Brand Manager, Responsabile Vendite, Direttore Generale e amministratore delegato di brand di abbigliamento in aziende come Diesel, Adidas, 55DSL, Otb.

Ha pubblicato nove libri sul tema della responsabilità individuale, della motivazione, del talento, del raggiungimento degli obiettivi. La Grande Differenza, il suo libro più conosciuto, è riuscito a rimanere sul mercato per ben 15 anni arrivando alla ventiseiesima ristampa. L’ultimo, Alternative, indaga il campo del caso, del caos e della cattiveria e come ciò influisce sul destino degli individui, e ha ottenuto in breve tempo l’attenzione del pubblico e degli esperti più autorevoli sulla materia. Oggi la sua attività lavorativa è orientata ad aiutare individui e team a raggiungere gli obiettivi mantenendo la propria umanità.

In questa intervista abbiamo discusso con Sebastiano Zanolli del suo nuovo libro, Guerra o Pace, che analizza le diversità e il conflitto. Sebastiano ci offre riflessioni e strumenti utili per cogliere le sfumature sia nella vita che nel lavoro, e per creare ambienti in cui esprimere idee diverse non sia più una colpa, ma una fonte di arricchimento.

«Perché litighiamo? Perché non litighiamo? E perché, quando succede, litighiamo male? La tendenza, oggi, nell’ambito professionale come nella sfera privata, è quella di creare fazioni identificandosi in relazione al proprio nemico», ci spiega Sebastiano. Propone l’esempio dei social e della loro forza: grazie a questi strumenti abbattiamo le distanze e pubblichiamo contenuti diversi tra di loro. Quella eterogeneità presente, che potrebbe apparire come la soluzione ai conflitti, spesso non fa altro che incrementare la polarizzazione. Ed ecco che nasce la guerra tra haters.

«Veniamo sì esposti a una visione diversa, ma questa spesso assume una forma estrema», rimarca Sebastiano. Sono molte le cause che portano a un conflitto in azienda: resistenza al cambiamento, aspettative di lavoro poco chiare, comunicazione inadeguata o ambiente di lavoro tossico. Sono tutte dinamiche da cui difficilmente un’organizzazione riesce a rimanere immune. Nell’era dello smart working e del lavoro ibrido queste difficoltà tendono ad acuirsi.

Ciò porta quasi sempre a sentirsi esclusi, è quanto emerge da un recente rapporto Achievers in cui circa il 23% dei dipendenti intervistati ha ritenuto che il proprio contributo non venisse riconosciuto in questo nuovo modo di lavorare a distanza, e più della metà (51%) di coloro che attualmente lavorano da casa teme che il manager dubiti della loro produttività.

Guerra o Pace propone spunti di riflessione attuali per un mondo in costante evoluzione e per le nostre vite lavorative sempre più fluide e complesse. Mai come in questo periodo c’è stato un bisogno così forte di ricominciare ad apprezzare le nostre diversità.

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